In una storia così controversa come quella di Mauro Icardi con l'Inter, stabilire un inizio ed una fine per determinati movimenti risulta oggettivamente complicato. Aveva forse ragione Wanda Nara quando scriveva che "Todos somos malos en una historia mal contada". Che tutti, a proprio modo, hanno tempo e forse anche motivo per essere cattivi. 

Ma quando si parla di calcio, e quindi di soldi, tanti soldi, essere buoni o cattivi potrebbe essere forse un concetto riduttivo. O quantomeno sfumato. 

Antonio Conte e Beppe Marotta, prima di loro Luciano Spalletti e probabilmente, in maniera indiretta, anche lo spogliatoio, presunto complice della decisione circa la fascia di capitano, sono stati chiari: il tempo di Mauro Icardi, all'Inter, è finito. All'opposto, quantomeno pubblicamente, di avviso completamente diverso è sempre stato il diretto interessato, che per rappresentanza della propria agente e moglie ha fatto sapere al mondo intero di voler restare in nerazzurro. 

Arrivati però ad inizio luglio e con alle porte una nuova stagione da iniziare le carte in tavola iniziano a muoversi per davvero. La situazione è chiara: Mauro Icardi non vuole muoversi dall'Italia. Di più: se fosse stato per lui, cinque mesi fa, Mauro Icardi mai e poi avrebbe pensato di lasciare Milano, dove la sua vita scorreva serenamente, era il capitano di una squadra che nei prossimi anni sarebbe tornata a determinati livelli e i dissapori con una parte della tifoseria erano sostanzialmente alle spalle, seppur ancora minimamente presenti.

In Italia, per tutta una serie di motivi, Icardi accetterebbe soltanto la Juve. Ma un'offerta, nonostante i contatti tra le parti, non è ancora arrivata. Perchè? Beh, qui inizia il campo delle ipotesi, ma è legittimo supporre che la prima sensazione cui si sia trovato davanti Paratici è quella di un possibile rapporto di forza. Icardi è dichiaratamente in uscita, l'ambiente ha iniziato a rigettarlo e la figura pubblica della Nara, in questo momento e per una parte specifica di pubblico, è oramai compromessa. In attesa di chiudere colpi milionari come De Ligt e quello relativo al centrocampista, la Juve - che deve disfarsi di Higuain, che le voci danno sempre più vicino alla Roma, e anche di Mandzukic - allora attende, consapevole della volontà del giocatore e di un possibile affare per un centravanti, soltanto un anno fa, valutato almeno 100 milioni di euro.

L'Inter però ha fretta, e soprattutto un sentimento ben preciso: non vuole dare Icardi alla Juve. Innanzitutto per ragioni ambientali, ma anche perchè cedere Icardi significherebbe legittimare uno strapotere che in Italia ha portato i bianconeri a pescare sempre dalle dirette concorrenti, da Pjanic fino a Higuain stesso. Da qui allora l'idea di sostenere un'altra candidatura, quella del Napoli, che ad una punta dal livello di Icardi, nonostante Milik in rosa, pure sarebbe attratto. In queste ore si è parlato di una prima valutazione di De Laurentiis: 60 milioni più bonus. La verità è che in questo momento il problema non è un accordo, che Inter e Napoli - una società che vuole vendere e una che vuole acquistare - troverebbero sicuramente, magari dandosi la mano anche con un pizzico di sorriso in più rispetto a quello concesso per la soddisfazione di un affare andato a buon fine. Potremmo per esempio sottolineare di come Conte sia fortemente tentato dal nome di Zielinski, che il Napoli vorrebbe però tenersi stretto, o di come i contatti tra Insigne ed Ausilio potrebbero essere già iniziati. Ma non sarebbe questo il punto.

Il punto è che la chiusura, al momento, la dà proprio Mauro Icardi. Che continua a preferire la Juve al Napoli, anche consapevole di quanto gli è stato riferito. L'offerta della Juve arriverà, ma quando? Anche la tempistica gioca infatti un ruolo importante in una stagione che inizierà tra poco e che tra pochi giorni costringerà Icardi ad indossare una casacca che lui stesso avrebbe probabilmente voluto indossare per la vita. Ma che la vita, le sue scelte e quelle degli altri, gli hanno probabilmente tolto. "Todos somos malos en una historia mal contada": forse aveva davvero ragione Wanda Nara.