Intervistato da il Giorno in vista del decennale della vittoria di Champions League che valse all'Inter il Triplete (sarà domani, n.d.r.) l'ex presidente dei nerazzurri Massimo Moratti ha parlato di quella stagione, del rapporto con Mourinho e Branca e dell'Inter attuale. Queste le sue dichiarazioni.

Triplete Inter, le parole di Massimo Moratti

"Madrid? La ricordo come una giornata di festa, anche prima della partita. Eravamo contenti di essere in finale. Coppa Italia e scudetto ci avevano regalato felicità e fiducia, poi Mourinho, che conosceva bene l'avversario, ci diede sicurezza. Dopo Barcellona e quella sofferenza spaventosa, ci aspettavamo il premio. Nella vita non arriva sempre, ma prima o poi arriva...".

Sull'addio di Mourinho

"Io ho sempre pensato che facesse bene il suo lavoro anche se non ero sicuro di vincere. Chiaro che nell’ultimo periodo più vinceva e più si capiva che Mourinho potesse essere affascinato dall’idea di ottenere in Spagna i successi avuti con l’Inter… Ma non discussi mai dell’argomento: se fossimo entrati in contraddizione avremmo affrontato il finale con spirito diverso. Certo, a pensarci ora ha fatto una cosa davvero terribile…".

Sul rumore dei nemici

"Il rumore dei nemici era un modo di dire per cementare il gruppo e un retaggio di quanto successo anni prima... non avevamo molti amici intorno, ma quell'anno dipendeva solo da noi e dalle forze in campo dei nostri avversari. L'ho sempre trovato tempista nelle polemiche e le giustificavo perché servivano per dare una certa personalità alla squadra".

Sul ds Branca

"Non prendemmo giocatori scarsi, arrivò pure Sneijder. Mou aveva le sue idee, i portoghesi a me andavano bene ma avevamo avuto qualche problema con Quaresma… Fu bravo Branca a fare scelte indovinate, non sbagliammo nulla, neppure Pandev che rese tantissimo… Ma bravissimo fu l’allenatore a valorizzare tutti i giocatori e a non contrastare la trattativa per la cessione di Ibra".

Sull'Inter di oggi

"Rivedo la stessa voglia che c'era allora. Nella mente della società, dell'allenatore e dei giocatori. E la voglia decide tutto. Zhang soffre e può essere considerato un vero tifoso. Conte? Gran lavoratore, dà garanzie". 

Moratti (Getty Images)