"Alla luce dell'attacco da parte del Nemico Invisibile, e per proteggere i posti di lavoro dei nostri Grandi cittadini americani, firmerò un ordine esecutivo per sospendere temporaneamente l'immigrazione negli Stati Uniti": solo poche ore fa, attraverso un tweet, Donald Trump annunciava all'America e al mondo le chiusura delle proprie frontiere per contenere il diffondersi dell'epidemia da coronavirus. 

In attesa di capire il concetto di temporaneo quanto sarà effettivamente estendibile nel tempo, a rischiare sono quella mole consistente di lavoratori regolari che, con visti a norma e anche temporanei, trovano stabilmente lavoro negli Stati Uniti: lo scorso anno erano stati circa 470mila persone, un totale peraltro già in diminuzione rispetto allo scorso anno. 

Nel frattempo, in attesa di capire quanto le misure adottate da Trump garantiscano o meno un determinato grado di sicurezza all'interno del paese, una prigione dell'Ohio sta diventando il più grande focolaio di coronavirus degli Stati Uniti: positivi, in totale, 109 dipendenti e 1828 detenuti per il momento il numero dei contagiati. Considerando tutti i penitenziari dell'Ohio, ci sono circa 2400 casi, ossia il 20% delle persone coinvolte. 

BOLLETTINO STATO NEW YORK - 481 morti nelle ultime 24h, il totale sale a oltre 14mila. C'è però un dato positivo, riferibile al calo del numero dei pazienti ricoverati nei reparti e in terapia intensiva.