Che fine ha fatto il vero Josip Ilicic? Se lo chiedono i tifosi della Fiorentina, ma anche (e soprattutto) i tanti fantallenatori che lo avevano preso all'asta estiva. Facile pensare che la stragrande maggioranza lo abbia svincolato in sede di riparazione, oppure che se ne sia liberato attraverso qualche scambio "farlocco" a stagione in corso. Logica conseguenza di un rendimento che è diventato via via sempre più deludente. Basta dare uno sguardo al calendario per capire quanto sia impressionante il vortice negativo in cui l'ex Palermo è piombato: l'ultimo gol risale addirittura al 29 gennaio, nel 3-3 al Franchi contro il Genoa della 22^ giornata. Da allora, pochissimi e sporadici acuti, tre volte senza voto e qualche insufficienza di troppo. Il +3? Nemmeno col binocolo. Ad oggi, con 270 minuti ancora davanti per provare a rimpinzare il proprio magrissimo bottino, i numeri sono pressoché impietosi: 4 gol, 2 assist ma anche 2 rigori falliti e 2 ammonizioni. E la fanta-media, discreta e ben augurante dopo un terzo di stagione, è drasticamente calata negli ultimi tre mesi e mezzo.

Il verdetto è palese: Ilicic ha tradito in pieno la fanta-fiducia in lui riposta. Ad agosto il trequartista viola non rientrava nemmeno nella categoria delle "scommesse": era una vera e propria certezza, frutto di un'annata appena conclusa da grande protagonista. Nello scorso campionato, infatti, il mancino di Prijedor ha toccato quota 13 marcature, una in più di Belotti e Insigne, +5 su Dzeko, +6 sul Papu Gomez e Callejon. Fare un confronto quasi dodici mesi più tardi è un qualcosa di tragicomico. A livello di reti siglate, è stato il torneo più prolifico non solo da quando indossa la maglia viola, ma persino di tutta la sua carriera. Come si poteva prevedere un crollo verticale così traumatico?

La triste e attuale realtà racconta una situazione ancor più negativa: Josip non solo non ha più la garanzia di un posto da titolare, ma rischia di non essere nemmeno tra le prime scelte quando Sousa deve attingere dalla panchina a gara in corso. Basti pensare all'ultima trasferta col Sassuolo, quando il tecnico portoghese gli ha preferito Cristoforo dal 1' e si è poi affidato ai vari Bernardeschi, Tello e Babacar, per provare prima a vincerla e poi a recuperare lo svantaggio. 90 minuti lontano dal rettangolo verde, lo specchio ideale di una stagione nata con le migliori premesse ma che poi si è rivelata maledetta.

E il futuro? Lazio, Napoli e Pescara per provare a chiudere il campionato con un piazzamento europeo, poi sarà il momento delle dovute riflessioni per capire se lo sloveno potrà concretamente essere ancora al centro del progetto viola, con o senza Sousa. L'Atalanta ci avrebbe fatto un pensierino, soprattutto in virtù di un contratto in scadenza a giugno del 2018 che difficilmente, a meno di sorprese, sarà rinnovato. Comunque vada, il dado è tratto. Anzi: il danno è fatto. Per la (poca) gioia di chi ha investito su di lui con convinzione una dose massiccia di fanta-crediti.