Se n'è andato via troppo presto, lui che in sella alla sua moto aveva sfidato la paura ed il rischio in ogni gara ed in ogni mondiale di moto GP, nel corso della sua carriera.

Nicky Hayden, nato nel 1981 ad Owensboro, aveva ereditato la passione per le due ruote da suo padre, che gli ha trasmesso questo amore sin da quando era un bambino.

Nella stagione 1998 inizia a correre nelle competizioni minori americane dedicate alle moto, la prima corsa ufficiale di un certo livello fu all’AMA Supersport, dove dimostra fin da subito di aver delle ottime potenzialità.

Nel 2002 (prima del suo approdo in MotoGP avvenuto nel 2003), conquista il titolo dell’ AMA Superbike Championship e vince anche la mitica 200 miglia di Daytona.

In patria viene considerato un grandissimo pilota, tanto che il team Honda lo vuole mettere subito sotto contratto ed affidargli la RC211V del team ufficiale.

Hayden si ritrova cosi con Valentino Rossi come "scomodo" compagno di box, ma la sua stagione inaugurale fu abbastanza positiva con due podi conquistati ed il quinto posto finale in classifica generale, frutto di 130 punti iridati.

La stagione successiva, come compagno di squadra di Alex Barros, non riesce a ripetersi e chiude con un magro ottavo posto finale.

Nel 2005 ottiene la prima vittoria della carriera a Laguna Seca ed a fine stagione, grazie ad altri 5 podi conquistati, chiude il campionato al terzo posto finale alle spalle di big come Valentino Rossi e Marco Melandri.

L’anno migliore di NickyHayden è datato però 2006, ovvero quando riesce a realizzare il sogno di laurearsi campione del mondo.

L’americano parte davvero fortissimo e conquista la bellezza di 9 podi nelle prime 11 gare, vincendo ad Assen e Laguna Seca.

Hayden sfrutta gli infortuni ed errori degli avversari per portarsi in vetta al campionato, con un vantaggio di 34 punti su Pedrosa e 51 su Valentino Rossi a sole sei gare dal termine.

Da quel momento inizia un periodo nerissimo per il pilota americano, che perde punti su punti fino al penultimo Gran premio del Portogallo.

All’Estoril accade che Pedrosa centra Hayden e Rossi può cosi superare l'americano in classifica generale con un  margine di 8 punti: Il sogno iridato sembra ormai svanito.

Arriviamo così all'ultima gara di Valencia, dove la tensione si taglia a fette tra i piloti in competizione, così accade che Valentino Rossi parte male e finisce successivamente col cadere, ne approfitta allora Hayden che riesce a tagliare il traguardo al terzo posto, vincendo così il campionato mondiale con 252 punti e con lacrime di immensa gioia.

Hayden in lacrime per il titolo mondiale del 2006 (getty)

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Nel 2009 arriva la chiamata da Borgo Panigale e l’americano decide di passare alla scuderia Ducati per far coppia con Casey Stoner.

In sella alla Rossa, Hayden non riesce a cogliere i successi del periodo d'oro in Honda e chiude le prime due stagioni lontano dalla vetta della classifica.

Nel 2011 si ritrova come compagno di box, un certo Valentino Rossi, ma l’americano riesce a fare meglio del ‘Dottore, risultando a fine stagione il miglior pilota Ducati in pista.

Dopo il divorzio con Ducati, Hayden accetta nel 2014 la scommessa di guidare la Aspar Honda con le specifiche ‘Open’.

In quella stagione deve saltare quattro gare per un problema al polso ed ottiene come miglior risultato un ottavo posto in Qatar e termina la stagione al 16º posto.

In questo campionato, sempre alla guida della Aspar Honda, i risultati non sono molto cambiati con Hayden sempre costretto a battagliare per le ultime posizioni della zona-punti.

Da qui la decisione di passare in Superbike per guidare la Honda ufficiale, dove nella sua prima stagione conquista una vittoria e quattro podi complessivi chiudendo la stagione al quinto posto finale.

In questa stagione targata 2017, a bordo della nuova Honda CBR 1000 RR, aveva conquistato 40 punti nelle prime 10 gare, prima che il destino fatale scrivesse la parola fine sul ragazzo dal sorriso spontaneo.