Quando un arbitro annulla un goal capolavoro si consuma una tra le più insensibili ingiustizie del mondo del calcio. Un sequestro involontario, una sigillo giudiziario a un’opera d’arte, un’incursione vecchia maniera tra i cassetti degli scrittori votati alla letteratura clandestina. Con l’unica differenza che, a differenza di molti degli esempi citati, il pallone registra questi soprusi del giudizio in pubblica piazza. Di fatto, in fondo, la bellezza non va perduta, ma le viene negata la certificazione. In certi casi può essere la fine.

Abbiamo scelto alcuni tra i tanti goal di pregevole fattura (pregevolissima fattura) annullati negli ultimi anni. Solo alcuni, per carità, senza nulla togliere e scusandoci anzitempo con quelli assenti in questo piccolo omaggio. Sarebbero abbastanza per riempire una classifica marcatori di ogni tempo, una gran reserva di prodezze censurate dalle sviste arbitrali e negate agli almanacchi.

In un Roma-Lecce del 2011, Osvaldo decide di elevarsi in una rovesciata che rasenta la perfezione. Un’induzione all’imitazione vietata ai minori dell’acrobazia. Qualcosa di talmente veloce e armonioso allo stesso tempo, da sembrare fuorilegge. E infatti, con un abbaglio grande quanto il peccato commesso, il guardalinee e l’arbitro annullano il goal per un fuorigioco inesistente. Roba da fare ricorso all’Unesco.

Pochi mesi prima, invece, un righello al millimetro era calato sul Camp Nou a dire di no alla meraviglia di Edinson Cavani nell’amichevole di lusso tra il Barça invincibile e inavvicinabile e il Napoli di Mazzarri fresco qualificato per la Champions. Sia sul cross di Maggio da cui nasce l’azione, sia sulla sponda di testa di Hamsik, il fuorigioco è in agguato, ma verificando da tutti i replay possibili, sembra non esserci, rendendo probabile l’ipotesi che quella rovesciata non meriti di essere annullata, soprattutto nel dubbio del dubbio in una partita più o meno amichevole. Si trattava del trofeo Gamper. Al Barça schiacciasassi non avrebbe fatto impressione iniziare con un goal di svantaggio e, anche davanti a una netta vittoria dei padroni di casa, ai tifosi del Napoli sarebbe bastato ricordare uno dei goal più belli di quell’annata. Si può fare lo stesso. Sul ricordo non vigono inibizioni.
La ricorderà senza dubbio con malinconia, ammesso che uno come lui possa provarla, la rovesciata eseguita a una metrica aerea da poema omerico il Cristiano Ronaldo Achille spezzadifese. L’appoggio di Deco è già una prefazione da saggista consumato, ma la preparazione e l’esecuzione di CR7 sono da edizione speciale della poesia classica. Poco importa che l’arbitro non veda un goal di un pallone entrato di quasi mezzo metro. Gli déi lo hanno sicuramente visto. All’eroe mitico basta quello.
Per non parlare del goal di Lampard ai mondiali sudafricani del 2010. Quello avrà pesato non poco anche nell’economia di una partita di una certa importanza. Un pallonetto di rara precisione, fin troppa, che, dopo aver colpito la traversa, stampa il pallone un metro abbondante dentro la porta. Ricorrere al replay sarebbe offensivo. Invece, la cosa più offensiva la commette l’arbitro, non concedendo una segnatura che ancora oggi grida vendetta. 
Tornando in Italia, invece, come non menzionare la firma d’autore di Francesco Totti, con un goal che si vede una volta ogni dieci anni. Un esterno destro di geniale contemplazione in un Roma-Livorno che ha sì acquisito il risultato, ma non il senso di giustizia di un guardalinee che alza la bandiera segnalando un off side inesistente e annullando uno tra i gola più belli fino a oggi segnati nel campionato. Pallonetto a giro di esterno destro in torsione e in caduta. Tutto all’unisono. Qualcosa di impensabile per ogni comune mortale di un calcio in cui soltanto immaginarle certe cose diventa difficile. Figuriamoci eseguirle. Purtroppo la torsione di una bandierina conta più di quella del genio. Ogni tanto andate a riguardarlo questo goal bellissimo. Per rispetto.
Andando più indietro nel tempo, la memoria rievoca un goal di Kevin Keegan che è la via di mezzo tra una mossa di arti marziali e un momento di estasi interiore. Anche qui, tuttavia, nessuno sa cosa abbia indotto l’arbitro ad annullarlo. Sarà stata qualche altra forma di estasi. A ripensarci, ci sarebbe da convocare un analista, con tutto il rispetto.
L’ultimo di questa serie simbolica ha una particolarità in più. Oltre al dubbio sulla decisione arbitrale, a rovinare un goal di raffinatissima qualità segnato da Cristiano Ronaldo in una gara tra Portogallo e Spagna è anche il contributo di un Nani che, da incosciente compagno di squadra del sette portoghese, non si accorge di intervenire inutilmente, causando un ipotetico fuorigioco che vanifica una giocata composta da tutti gli elementi del gioco del calcio. Velocità e tecnica, forza e lucidità. Probabilmente ci sarà stata qualche divinità invidiosa. Non bastava ipnotizzare l’arbitro. Sarà stato necessario anche “corrompere” un compagno di mischia. Molti eroi sono caduti a causa del tradimento.