Partire da Pescina, un paesino abruzzese con poco più di 4000 anime, con la valigia colma di speranze e la mente che già sogna chissà quali traguardi. Arrivare a giocare la Champions League, a collezionare oltre 500 presenze tra Serie A e B. E' il notevole percorso professionale di Luciano Zauri, che solo tre anni fa ha appeso le scarpe al chiodo lasciando un segno indelebile in tutti i club in cui ha militato. Una persona umile, seria, disponibile, un terzino sempre pronto al servizio della squadra. E, adesso, pronto anche a tuffarsi nel mutevole e controverso mondo degli allenatori.

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#1 - La tua vita adesso: cosa fai, dove vivi, come si sviluppa la tua giornata?

"Fino a pochi mesi fa ero nel pieno del mio percorso a Pescara. Poi, dopo l'esonero di Oddo, ho cominciato il corso a Coverciano e a settembre ci sarà l'esame. Nel frattempo, vado volentieri a visionare top club come Atletico Madrid, Psg e Borussia Dortmund. Aggiornarsi continuamente è fondamentale".

#2 - I social network: li usi? Se sì, quali? Che rapporto hai oggi con i tifosi, tanto nella vita reale quanto a distanza, mediante la rete?

"Li uso molto più per la famiglia e meno per il lavoro. E spesso mi piace condividere i ricordi della mia carriera".

#3 - Una squadra, un compagno, un allenatore e un Presidente che ti è rimasto nel cuore

"Sono stato 13 anni all'Atalanta, ovvio che la Dea sia in vetta, ma anche la Lazio perché mi ha permesso di giocare nel calcio che conta. Ivan Ruggeri ha segnato la mia carriera agli inizi, così come Cesare Prandelli che in seguito ho ritrovato a Firenze. Con Dainelli condivido anche le vacanze estive, ma sono in contatto con tanti altri ex compagni come Lucchini, Bizzarri e Marchetti".

#4 - Quale l'aneddoto calcistico più folle, curioso, strano della tua carriera?

"Quel famoso fallo di mano in Lazio-Fiorentina del 22 maggio 2005. Non ne vado molto fiero, perché ovviamente tutti dovrebbero comportarsi sempre in modo sportivo. Ma è stato un gesto istintivo, frutto anche del periodo molto particolare: eravamo a rischio retrocessione e quindi disposti a qualsiasi cosa per salvarci. E quando l'istinto prende il sopravvento...".

#5 - In carriera chissà con quanti moduli di gioco sarai stato impiegato. Ma qual è il tuo preferito e perché?

"Grazie a Renzo Ulivieri ho imparato che non c'è e non deve esserci un modulo preferito. Per un motivo molto semplice: spesso si va ad allenare squadre non costruite in prima persona, o comunque è difficile che si parta da zero e che la società compri proprio quei 15-16 giocatori che si vorrebbero in base alle proprie idee".

#6 - Qual è il gol che avresti voluto segnare nella storia del calcio?

"Senza dubbio il rigore calciato da Grosso nella finale dei Mondiali del 2006. Un momento magico, regalatoci da una persona che conosco e che stimo molto".

#7 - C'è un rimpianto nella tua carriera? Oppure qualcosa che hai fatto ma che se tornassi indietro cambieresti?

"Sarei un ipocrita a dire di no, ma al tempo stesso sarebbe ingiusto pensare di poter cambiare qualcosa. Ho avuto tanto dal calcio, sono contento così e di questo ringrazio soprattutto la mia famiglia".

#8 - Primo consiglio ai fantallenatori: un portiere su cui puntare questa settimana

"Handanovic, l'Inter ha bisogno di finire bene davanti ai propri tifosi contro l'Udinese. E poi è anche un ex...".

#9 - Secondo consiglio ai fantallenatori: un difensore su cui puntare questa settimana

"Murillo o, se non giocherà, Andreolli. Il motivo è lo stesso: i nerazzurri vorranno fare bella figura nell'ultima a San Siro".

#10 - Terzo consiglio ai fantallenatori: un centrocampista su cui puntare questa settimana

"Sicuramente Hamsik, nel suo ruolo non è secondo a nessuno".

#11 - Ultimo consiglio ai fantallenatori: un attaccante su cui puntare questa settimana

"Vista la giornata particolare a lui dedicata, dico Totti: i compagni faranno di tutto per farlo segnare".