Il 4 gennaio del 2010 Goran Pandev coronò il suo sogno: ritrovare quell'Inter solo sfiorata nove anni prima, quando era semplicemente un giovanissimo di belle speranze in forza al vivaio nerazzurro. Stavolta, l'ingresso dalla porta principale. Con un biglietto da visita mica male: cinque anni e mezzo alla Lazio, 64 gol tra tutte le competizioni e 1 Coppa Italia in bacheca. L'upgrade è completo, lì dove i tifosi avevano appena finito di festeggiare la vittoria del Triplete e che di lì a poco avrebbero esultato anche per il Mondiale per Club. A Milano un impatto devastante, poi un progressivo calo e l'addio (stavolta definitivo) l'estate successiva, in direzione Napoli. Dal 2015 è a Genova. E già quindici giorni fa, contro la Lazio, ha mostrato a tutti che alle ex è perfettamente in grado di far male...


Così come Stephan El Shaarawy, che al 'suo' Milan con la maglia della Roma ha già segnato. A San Siro, per giunta. Con tanto di mani congiunte in segno di scusa verso quelli che erano i suoi sostenitori. Una storia d'amore nata con le migliori delle premesse ma poi sfociata nell'anonimato. Un vero peccato, per lui e per il club che era di Berlusconi. Sarebbe potuto diventare una bandiera, è finito con l'essere uno dei tanti. Eppure nessuno ha dimenticato quanto di buono fatto con indosso quella casacca. Quattro stagioni piuttosto altalenanti, con il picco raggiunto nel 2013: 16 centri in campionato, due in Champions League, uno in Coppa Italia. Poi il periodo di appannamento, la fiducia che non c'è, le prestazioni che non arrivano. A Monaco per ritrovare se stesso, nella Capitale per darsi una nuova chance. Ormai storia di oltre un anno or sono. E un rimpianto perenne, in valigia, a forti tinte rossonere.

Pandev a contrasto con Ziegler
(Inter-Sampdoria 1-1 - 24 ottobre 2010)

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El Shaarawy celebra il gol del vantaggio
(Inter-Milan 1-1 - 24 febbraio 2013)

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In porta c'è Stefano Sorrentino: per lui tre annate a Palermo esattamente a metà tra i due capitoli clivensi della sua carriera.


Difesa a tre formata da Alessio Romagnoli (due anni in giallorosso dopo la maturazione nelle giovanili, prelevato dal Milan per 25 milioni di euro), Nicolas Burdisso (in nerazzurro dal 2004 al 2009) e Cristian Molinaro (in forza alla Juventus dall'estate del 2007 al gennaio del 2010, quando fu acquistato dallo Stoccarda).

Centrocampo a quattro composto da Iago Falque (cresciuto nella Primavera juventina, ma mai lanciato in prima squadra dai bianconeri), Alberto Aquilani (ben 81 presenze in Serie A a Firenze, condite da 13 marcature), Andrea Bertolacci (anche lui zero presenze con la Roma dei 'grandi', ceduto insieme con Romagnoli al Milan) e Alessandro Crescenzi (in B a Crotone nel campionato 2010/2011).

A completare il tridente troviamo Rodrigo Palacio, per sempre nel cuore della tifoseria genoana: con il Grifone la sua prima esperienza italiana, dal 2009 al 2012, chiusa con 35 gol in 90 apparizioni.

Top 11 Fanta-Ex - 35a giornata

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C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.

Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".

Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.