Dopo il 3-0 dell'andata, il Barcellona deve rinunciare alla seconda storica "remuntada" in questa edizione della Champions League.

Al Camp Nou si è presentata una Vecchia Signora con il suo abito più elegante, con i cinque tenori tutti in campo fin dal 1' e con un Dani Alves voglioso di rivalsa nei confronti della sua ex squadra. Nonostante lo schieramento a forte trazione anteriore, i bianconeri hanno disputato una straordinaria partita soprattutto dal punto di vista difensivo, con Cuadrado e Mandzukic elementi fondamentali nei raddoppi su Neymar da una parte e Rakitic dall'altra.

Il Barcellona è stato indubbiamente padrone del campo, come sua consuetudine, trovando anche i varchi giusti per impensierire più di una volta Buffon. Ma nel complesso si è avuta la sensazione che il prolungato possesso palla dei padroni di casa fosse sterile, gli undici di Luis Enrique si scambiavano la sfera in attesa di innescare un Neymar molto più ispirato di Messi, lasciando a Suarez il compito di impegnare dal punto di vista fisico la coppia Bonucci-Chiellini.

Proprio il tandem difensivo è stato la testata d'angolo per la costruzione di un passaggio del turno che solamente fino a poche settimane fa sembrava irrealizzabile. Chiellini ha annullato l'incubo del "pistolero", togliendosi anche la grande soddisfazione di iscrivere il proprio cognome nel tabellino dei marcatori nella gara di andata; d'altro canto Bonucci si è rivelato un ostacolo insormontabile, sia nell'uno contro uno sia quando si trattava di aiutare i compagni di reparto in difficoltà, andando spesso al raddoppio impedendo agli avversari di arrivare facilmente alla conclusione verso lo specchio della porta difesa da Buffon.

Salendo di reparto, il centrocampo ha dimostrato solidità ed intelligenza, con Khedira abile nelle due fasi di gioco, abbassandosi sulla linea dei difensori in fase di non possesso ed allungandosi fino al limite dell'area avversaria quando si trattava di attaccare. Esemplificativi della sua gara di ritorno sono stati gli episodi in cui ha rimediato il cartellino giallo e l'occasione sfumata per eccessiva stanchezza sull'imbeccata di Cuadrado. Pjanic invece ha fugato ogni minimo dubbio sul suo diritto a disputare queste partite. Il bosniaco ha sfidato specialisti del ruolo come Iniesta e Rakitic non sfigurando ed anzi permettendosi il lusso di qualche giocata ad effetto, quali colpi di tacco per liberarsi della marcatura e lanci millimetrici di prima intenzione.

Passando all'analisi dei 180' minuti dei tre "trequartisti" bianconeri non possiamo che toglierci il cappello. In modo difforme i tre hanno dato un contributo di altissimo valore: Mandzukic e Cuadrado si sono sacrificati sugli esterni arando la fascia senza soluzione di continuità, raddoppiando sugli esterni blaugrana e lanciandosi in contropiede ogni qualvolta ce ne fosse stata la possibilità. In particolare il colombiano è stato un pericolo costante per la retroguardia del Barcellona, mettendo spesso in crisi il proprio marcatore diretto, con le sue finte e le sue accelerazioni, un peccato che nella gara di ritorno abbia strozzato eccessivamente la conclusione che poteva sancire il definitivo sigillo sulla qualificazione. Su Dybala si sono già espressi pareri molto più autorevoli dei quello del sottoscritto: l'argentino ha scelto il palcoscenico più prestigioso a livello di club per farsi apprezzare anche da quei pochi che finora non lo conoscevano, realizzando due reti nella gara di andata e sciorinando diverse giocate di altissimo livello anche nel ritorno.

Infine quella che forse è stata la nota meno intonata di tutti i 180', quel Gonzalo Higuain, acquistato in estate proprio per fare la differenza in Champions League. L'ex Real Madrid si è sacrificato nel nome del bene comune, latitando però in fase di conclusione e sbagliando qualche decisione di troppo, vanificando gli sforzi compiuti dai compagni dei reparti arretrati. Ora al popolo bianconero non resta che sperare che il Pipita si sia tenuto da parte i gol per le semifinali e, perché no, la finale.

Il plauso più grosso va però indubbiamente fatto a mister Massimiliano Allegri. Il tecnico juventino non ha sbagliato una singola mossa nell'arco dei 180', impostando alla perfezione sia la partita di andata che quello di ritorno. Il suo atteggiamento ha finalmente convinto tutti gli addetti ai lavori, quelli a cui importa più il risultato dell'estetica, e fatto ricredere anche quei (pochi) tifosi bianconeri che chiedevano ancora la sua testa, nonostante l'arricchimento della bacheca bianconera avvenuto negli ultimi mesi.

Tra poche ore ci saranno i sorteggi per le semifinali, ma indipendentemente da quale sarà l'avversario del prossimo turno, la Juventus non dovrà perdere l'atteggiamento e l'attitudine dimostrati contro il Barcellona. Con questo tipo di solidità mentale i bianconeri potrebbero pensare seriamente a puntare alla finale, senza considerarla un traguardo proibitivo.