Associare il suo cognome alla città di Napoli è tanto immediato quanto lapalissiano. Ben più del fratello Fabio, anche lui partenopeo di nascita ma legato ai colori azzurri per una porzione molto marginale della sua carriera. Paolo Cannavaro, invece, con quella maglia addosso ci ha giocato per sette anni e mezzo nel pieno della sua maturazione professionale. E ne ha viste di tutti i colori, partendo dalla Serie B 2006/2007, quella stravinta dalla Juventus e festeggiata al Ferraris insieme con i "fratelli" del Genoa, e arrivando fino alla Champions League, col culmine di Napoli-Chelsea 3-1, ottavo di finale d'andata (21 febbraio 2012) poi ribaltato a Londra in un misto di sfortuna ed errori clamorosi. Con un unico grande comune denominatore: l'amore per questa città e per questa squadra. Innato, sconfinato, imperturbabile. E anche se da gennaio 2014 non rientra più nei piani della società, a Sassuolo sanno bene per quali lidi batte il suo cuore. Giocare contro quello stemma non potrà mai superare l'arco dei 90 minuti di gioco. Perché avversari sì, ma solo fino a un certo punto.


A parti invertite, Leonardo Pavoletti deve invece al Sassuolo la grande vetrina della Serie A. Campionato 2014/2015, chiuso con 9 presenze e 1 gol. Il tutto dopo le esperienze, tra cadetteria, Lega Pro e (agli inizi) persino Serie D, con le casacche di Armando Picchi, Viareggio, Pavia, Juve Stabia, Casale e Lanciano. Dopo la breve (ma molto intensa) parentesi Varese di nuovo B, riecco aprirsi le porte della massima categoria. A Genova, stavolta, il passo è quello decisivo: 23 centri in 44 presenze totali. Fino al recente, prestigiosissimo trampolino napoletano. All'ombra del Vesuvio non è ancora riuscito ad esprimere nemmeno un quarto del suo enorme potenziale. Ma si sa: riuscire a integrarsi nei meccanismi perfetti del gioco di Sarri non è un qualcosa che si realizza dall'oggi al domani. Con la fiducia di società, tecnico e ambiente, a 28 anni e con un recentissimo passato di alto profilo, ci sono tutte le premesse per sfondare anche lì. Magari partendo proprio da domenica prossima, a Reggio Emilia, all'ora di pranzo.

Cannavaro esulta con Cavani e Insigne
(Parma-Napoli 1-2 - 27 gennaio 2013)

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Pavoletti a contrasto con De Jong
(Milan-Sassuolo 2-1, Coppa Italia - 13 gennaio 2015)

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In porta c'è Stefano Sorrentino: per lui 93 apparizioni a Torino tra A e B.


Difesa a tre completata da Cesare Bovo (prodotto delle giovanili della Roma, per lui una sola annata in giallorosso, quella 2005/2006) e Mauricio Isla (una vita a Udine, sua prima esperienza italiana e in carriera: dal 2007 al 2012 ben 151 presenze e 7 marcature tra tutte le competizioni).

Centrocampo a tre formato da Valerio Verre (altro elemento proveniente dal vivaio giallorosso, ma mai lanciato in campo dai capitolini), Tomàs Rincon (perno del Genoa fino allo scorso 3 gennaio) e Valter Birsa (piccola parentesi granata nell'annata 2012/2013, quella del rilancio dopo il flop genovese).

Nel tridente alle spalle di Pavoletti troviamo Gianluca Caprari (terzo ex gioiellino romanista del nostro scacchiere, un passato ormai remoto visto che è promesso sposo dell'Inter), Raffaele Palladino (51 gare giocate con la Juventus e 10 gol, otto dei quali in Serie B) e Simone Pellissier (lanciato nel calcio che conta proprio dal Torino, nel 1996)

Top 11 Fanta-Ex - 33a giornata

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C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.

Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".

Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.