Il rapporto tra Duvan Zapata e il Napoli è molto particolare, perché perfetta espressione di diverse trame dagli intrecci più disparati. Atto I: l'approdo all'ombra del Vesuvio. Diffidenza generale, contestazione per via di un presunto mercato "fatto solo di nomi sconosciuti" e quant'altro. Atto II: gregario di lusso. Il colombiano dimostra, tra il 2013 e il 2015, di essere spesso decisivo o quanto meno utile alla causa azzurra, che sia da titolare o dalla panchina. Il pubblico del San Paolo inizia a volergli bene, lui prende "di mira" la società tramite le parole del procuratore, reclamando più spazio com'era giusto che fosse. La sagoma di Higuain, però, è troppo ingombrante. E qui si arriva all'atto III, il più impronosticabile fino a 24 mesi prima: i tifosi non vorrebbero che andasse via, lui se ne fa una ragione e prende l'aereo per Udine, prestito biennale. A gennaio, dopo l'infortunio di Milik, qualcuno paventava l'ipotesi (peraltro irrealizzabile) di un anticipato ritorno alla base per dar man forte al bersagliato Gabbiadini. Ma nel frattempo nessuno aveva ancora fatto i conti con l'esplosione di Mertens da falso nueve. E oggi siamo qui, con Zapata a quota 8 in classifica marcatori. Pronto a tornare nel teatro partenopeo che mai ha dimenticato la sua disponibilità e la sua umiltà nel mettersi al servizio della squadra. Qualità che molto difficilmente in futuro potranno tornare ad ammirare da vicino.


Le aspettative della Juventus nei confronti di Ciro Immobile, all'inizio della sua carriera, era davvero tante. Forse, addirittura troppe. Perché quando fu prelevato dal settore giovanile del Sorrento (per 80 mila euro, dietro consiglio di Ciro Ferrara) e fatto crescere nella Primavera bianconera, molti addetti ai lavori credevano che di lì a poco avrebbero potuto già contare su un centravanti di prospettiva di assoluto spessore. All'epoca l'attaccante di Torre Annunziata aveva compiuto 19 anni: è il 14 marzo del 2009 e, in uno Juventus-Bologna 4-1, negli ultimi minuti entra in campo prendendo il posto di un certo Alex Del Piero. Quasi come un ideale passaggio di consegne. La realtà però ci ha raccontato tutta un'altra storia: con quella maglia addosso Immobile non ha lasciato nessuna traccia, girando l'Italia e l'Europa per trovare la sua dimensione. In mezzo, gli exploit con il Pescara in B e soprattutto con il Torino (scherzo del destino) nel 2014, quando conquistò il titolo di capocannoniere. Ora segna a raffica alla Lazio e da poco si è lasciato scappare un amaro sfogo. "Non capisco perché, dopo la promozione con il Pescara, Verratti andò al Psg, Insigne al Napoli mentre io al Genoa". Parole che difficilmente domenica pomeriggio i tifosi rossoblù gli perdoneranno.

Zapata sigla di testa a tempo scaduto il gol del pari
(Sampdoria-Napoli 1-1 - 1 dicembre 2014)

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Un giovanissimo Immobile a contrasto con Oscar Rojas
(Juventus-Club America, amichevole - 26 luglio 2011)

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In porta c'è Daniele Padelli: per lui una sola presenza in B tra l'estate del 2006 e il gennaio del 2007.


Difesa a tre composta da Ervin Zukanovic (nove apparizioni in giallorosso l'anno scorso), Manuel Pasqual (istituzione a Firenze dal 2005 al 2016, ben 356 presenze e 10 gol tra tutte le competizioni) e Guglielmo Stendardo (cinque partite e 1 rete in bianconero, dopo la prima felice parentesi laziale).

Centrocampo a quattro formato da Allan (tre annate ad alti livelli a Udine, poi il passaggio a Napoli per 12 milioni di euro più il prestito biennale di Zapata), Piotr Zielinski (uno dei tantissimi gioielli coltivati dai friulani, ma lasciato andare via troppo facilmente in direzione Empoli), Riccardo Saponara (all'Empoli deve quasi tutto: tre anni in B e poi tre anni in A, per un totale di 157 presenze e ben 28 centri) e Danilo Cataldi (laziale di fede, esploso nelle giovanili biancocelesti e con il desiderio di diventare in futuro una colonna dei capitolini).

A completare il tridente troviamo Goran Pandev, uno che alla Lazio ha fatto grandi cose: in cinque campionati e mezzo, ben 64 marcature tra A, Champions e Coppa Uefa, le stesse di Klose in vetta alla classifica dei bomber stranieri più prolifici nella storia del club.

Top 11 Fanta-Ex - 32a giornata

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C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.

Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".

Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.