Sempre più spesso si provano ad introdurre nel calcio numeri e algoritmi che provino a nascondere la componente psicologica insita all’interno di uno sport come questo. Noi stessi avevamo parlato della “diabolica” media punti degli avversari rimasti alle squadre allora coinvolte nella corsa al terzo posto (clicca qui), ma avevamo fatto finta che la psicologia non esistesse: la abbiamo solamente esclusa dal computo ben sapendo che avrebbe - comunque - giocato un ruolo fondamentale. Sì, perché nel calcio la parte mentale è ancora più importante della parte di molti altri aspetti meglio visibili e più considerati e a dimostrarlo è il Milan di quest’anno

I rossoneri festeggiano il gol del pari nell'ultimo derby (Getty Images)

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Se si vanno a ripescare gli articoli dell’agosto passato non se ne troverà uno in cui si accreditava il Milan di una posizione migliore della settima: c’era chi lo vedeva alla pari del Chievo Verona, chi dietro il Sassuolo, chi a sgomitare con il Torino per evitare il turno agostano di Tim Cup. Nessuno avrebbe mai pensato che a sei giornate dalla fine i rossoneri non solo sarebbero stati sesti davanti all’Inter, ma addirittura a soli 3 punti dal quarto posto: inimmaginabile se si considera il valore della rosa rispetto a quelle delle avversarie e se si considera il turbillon generato dal closing e che si è concluso poche ore prima dell’ultimo derby. Insomma, non sembrava esserci né la caratura tecnica della squadra né il supporto economico necessario per combattere per una posizione così alta, eppure Montella con il giusto mix di tattica e di psicologia sta riuscendo in questo exploit non pronosticabile

Han Li, Yonghong Li e Marco Fassone: il nuovo management del Milan (Getty Images)

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Ma riuscirà a completare l’opera e portare il Milan direttamente ai gironi di Europa League? È questa la domanda che in molti si fanno e - ora che mancano sei giornate alla fine del campionato - più di qualcuno inizia a credere alla possibilità di rivedere i rossoneri in Europa. Dalla parte di chi crede ciò, oltre al fattore psicologico, c’è il dato sulle medie punti a partita degli avversari rimasti da affrontare al Milan: di sfide complicate ci sono soltanto la Roma - da affrontare fra le mura amiche - e l’Atalanta da sfidare allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, per il resto il calendario propone Empoli e Crotone una in fila all’altra e Bologna e Cagliari per chiudere la stagione. Se i rossoneri dovessero riuscire a sfruttare l’entusiasmo generato dal derby e della closing che tante attenzioni sta generando sul Milan potrebbero presentarsi allo scontro diretto contro l’Atalanta del 13 maggio con la possibilità di scavalcare gli orobici e mettere nel mirino la Lazio.

Suso è l'uomo in più insieme a Deulofeu di questa stagione del Milan (Getty Images)

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I calendari di queste due squadre - sempre tenendo conto dell’indice di cui abbiamo parlato - sono più complicati e soprattutto quello della Lazio sembra davvero proibitivo con il derby, l’Inter e la Fiorentina, ma anche qui non si può non introdurre e tenere in considerazione la parte mentale del gioco del calcio: i biancocelesti vengono da un pareggio in casa del Genoa che ha lasciato l’amaro in bocca e generato un po’ di polemiche e dunque serve una prestazione convincente contro il Palermo - a cui manca solo la matematica per definirsi retrocesso - per rilanciarsi dopo lo stop di Marassi. 

Il Milan osserverà sicuramente le altre due squadre coinvolte nella lotta e sicuramente darà uno sguardo anche ai risultati dell’Inter, ma principalmente proseguirà per la sua strada conscio di essere ben al di sopra delle attese iniziali da parte degli addetti ai lavori e di poter raggiungere un quarto posto insperato all’inizio dell’anno grazie alle idee di gioco trasmesse da Montella, ma soprattutto grazie ad una forza mentale che ha sempre accompagnato, anche nei momenti difficili, i rossoneri. Per dare un’ulteriore idea di quanto possa fare la forza mentale su un campo da calcio: sapete qual è l’unica squadra italiana ad aver vinto un trofeo oltre alla Juventus dal 2015 ad oggi? Già, il derelitto Milan di Montella.