Non eravamo fenomeni prima, non siamo del brocchi adesso. Dei fenomeni, anzi, non lo siamo mai stati, e non lo saremo mai, visto che questa generazione azzurra offre una multivarietà di risorse umane combattiva, dedita al sacrificio, in grado di offrire prolungata intensità, ma non certo di regalare numeri e giocate anche solo d'episodica bellezza. Siamo una squadra che, in ogni caso, questo lo ribadisco, si farà molta fatica a buttar fuori. E' nelle nostre corde sia soffrire che far soffrire, sputar sangue e far sputar sangue. Riassumendo, partiamo tutt'altro che battuti, contro la Spagna. Lo sanno anche loro, siatene certi. E di motivi per guardare il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto, ce ne sono diversi. Non ci credete?

#1 - Un bagno d'umiltà ci serviva eccome. Siamo fisiologicamente un Paese, e una squadra, facilmente influenzabile, tanto nel bene quanto nel male. E provare a ripartire dagli ottavi con lo stesso spirito umile e operaio col quale abbiamo iniziato il girone non potrà farci che bene.

#2 - Abbiamo capito perché Sturaro, De Sciglio, Bernardeschi e Thiago Motta non sono i titolari, in questa squadra. Alcuni non sono ancora pronti, altri forse pensano di esserlo troppo. In vista della gara di lunedi servirà ricomporre diversi aggiustamenti. E ripensare anche ad alcune scelte.

#3 - Tra queste, forse, c'è la necessità di dare maggior spazio, soprattutto a gara in corso, a Zaza e Insigne. Probabilmente non sono nati per giocare insieme in un attacco a due, ma potenzialmente dalla panchina possono fare la differenza più di chiunque altro. E insieme ad El Shaarawy rappresentano due risorse ancora inesplorate o quasi, in questo Europeo.

#4 - Un Europeo in cui, non lasciatevi intimorire dai risultati, l'Italia ha giocato bene o male tre partite simili. Senza mai tenere il pallino del gioco, ma difendendosi bene per (quasi) 90 minuti, ripartendo veloci, e sfruttando le (poche) occasioni create. Se pochi minuti prima del gol di Brady quel tiro a giro fosse entrato in rete, invece che infrangersi sul palo, avremmo vinto 1-0, saremmo tornati sui binari dello sfrenato ottimismo, e non avremmo parlato di viscerale paura della Spagna.

#5 - Dietro continuiamo a tenere. Brady ha bucato sì una difesa che s'è aperta come una partita IVA nell'epoca della subalternità del lavoro, ma bisogna sia considerare che non c'erano né Chiellini né Buffon, sia che tutti gli interventi di Bonucci, stasera, sono stati influenzati dal carico pendente che portava sulle spalle. Lo ha ammesso lui stesso, e non poteva essere altrimenti.

#6 - Abbiamo fatto molto più turn-over della Spagna, e questo, in competizioni mordi-e-fuggi come l'Europeo, può avere un peso specifico non indifferente. Saremo soprattutto noi a dover correre gli avversari, lunedi pomeriggio, ed arrivare all'appuntamento al massimo della condizione fisica potrebbe essere più importante che arrivarci al massimo di quella mentale.

#7 - La Spagna, appunto. Hanno perso come noi l'ultima gara del girone, e peraltro con disattenzioni difensive e sufficienza offensiva ancora più marcate. Non è un luogo comune: questa squadra non è né quella del 2008, né quella del 2010, né quella del 2012. E non solo perché non ha più Xavi: il buon Hernández Creus c'era anche in Brasile. E nell'unica partita che giocò, le furie rosse ne presero 5 dall'Olanda. Dietro né Sergio Ramos né Piqué sono insuperabili, ed il loro gioco spiccatamente offensivo lascia spazi favorevolissimi per gli inserimenti degli intermedi e degli esterni. E davanti, soprattutto, gioca Morata: non c'è nessuno al mondo più pronto di Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini ad affrontarlo. E fermarlo.

#8 - Conte è arrabbiato. Direi quasi incazzato. Non s'è mai sbracciato così tanto, paradossalmente, in partite molto più importanti. Questo significa anzitutto che il Chelsea, come sostenevano i detrattori, è tanto vicino nel tempo (i blues andranno in ritiro il giorno dopo la finale) quanto lontano nei pensieri del CT. I cui cazziatoni, credeteci, possono sortire effetti inimmaginabili. Così era alla Juventus, e così sarà nei prossimi 4 giorni.

#9 - Perché - proprio come contro la Svezia, e la Francia, e tante altre volte - abbiamo una rivincita da prenderci. Facciamo due. Ma pure tre. 2008, 2012, e ci metto anche la Confederations. Due KO ai rigori, uno per KO tecnico. In porta, però, stavolta, ci sarà De Gea e non Casillas. Quindi, nel peggiore dei casi, non ci sarà nessuno a chiedere "respect for Italy". La più grande umiliazione che una squadra calcistica possa mai soffrire: il suscitare pietà.

#10 - Perché adesso sì che sappiamo come affrontare la Spagna. Ce l'ha insegnato, ed alla perfezione, quest'Irlanda. Magari non sarà facile riuscire a replicare la loro partita, ma almeno abbiamo un modello di riferimento. E bello fresco, vivido e sanguinolento, come ricordo. Di quelli che, se anche se sei contrario ai simboli d'inchiostro, ti si tatuano sul cuore. E siccome di cuore ne abbiamo pur sempre uno, ma bello grosso, la marchiatura a fuoco, oltre che indelebile, ti rimane dentro.