Se nella Milano rossonera sono alle prese con bilanci e risultati strampalati, un po’ più in giù, nella piastrellata Sassuolo, frizza l’aria d’Europa. Dopo la conquista della Serie A e la salvezza raggiunta nella stagione 2013/2014, gli emiliani hanno continuato a credere in un progetto innovativo, vincente e foraggiato dalla disponibilità economica di Giorgio Squinzi. 

Con la vittoria casalinga contro il retrocesso Verona, il Sassuolo ha incredibilmente agguantato il sesto posto in classifica. Una posizione che, in caso di vittoria della Coppa Italia da parte della Juventus, varrebbe la qualificazione ai preliminari di Europa League. Un piazzamento che esalta un modello dirigenziale ideale, con una proprietà che non mette bocca alle vicende sportive, ma si limita alla gestione economica ed amministrativa. Una staff dirigenziale composta da persone competenti ed attente alle dinamiche del calcio italiano, con un occhio vigile sui giovani talenti, come ad esempio Trotta e Sensi, gli ultimi arrivi in neroverde. Una crescita graduale, il cui ingrediente fondamentale è senza dubbio la pazienza, qualità che manca a tante big.

Squinzi elogia Berardi per le 100 presenze con il Sassuolo (Getty Images)

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In un calcio sempre più globalizzato, il Sassuolo ha scelto di perseguire una strada particolare che, in un certo senso, aggiunge valore al campionato di Serie A. Nei 5 maggiori campionati europei (Serie A, Premier League, Liga, Bundesliga, Ligue 1), i neroverdi sono stati l’unica squadra ad essere intervenuta sul mercato in modo verticale, senza uscire dai confini europei. Tutti i giocatori arrivati nelle due finestre di mercato, sono stati acquistati da squadre di Serie A o di Serie B. Un modo di operare che permette alle risorse economiche di rimanere nel circuito nazionale, permettendo a tutto il movimento calcistico italiano di crescere. Inoltre, in Serie A è la squadra che vanta meno stranieri in rosa, accontentandosi dei soli Defrel, Vrsaljko e Duncan. Un modello estremamente in linea con quella che dovrebbe essere la filosofia di gestione delle squadre di media/bassa classifica, ma con risultati da grande, visto anche il tipo di gioco espresso. Merito, in questo caso, del tecnico Di Francesco, padre di un gioco divertente, ma equilibrato, e fresco di rinnovo contrattuale fino al 2019.

Il risultato di tutto, potrebbe essere una storica qualificazione in Europa League. Un traguardo forse impensabile per molti, ma non per l’ambizioso Squinzi che, nell'ottobre del 2008, mentre lottava per un posto nella massima serie, scherzava sulla possibilità di andare un giorno in Champions League ed acquistare Kakà.