Il 26 agosto del 2006, allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, Inter e Roma inaugurano la stagione 2006\2007 che, di fatto, si porta dietro gli scandali e le polemiche di Calciopoli, le sanzioni disciplinari e tutto quanto avrebbe poi dato vita agli anni più discussi della storia più recente del calcio italiano.

Calciopoli non ha soltanto determinato la clamorosa retrocessione della Juventus per le note ragioni legate a uno dei più celebri scandali sportivi dal dopoguerra ad oggi, ma ha pure rimescolato le forze tecniche di una serie A che vede nell’Inter la squadra che più di altre ha saputo avvantaggiarsi, anche attraverso importanti manovre di mercato che sono andate a pescare proprio tra i “fuggiaschi” della caduta bianconera, di un grande scossone politico, oltre che giudiziario.

Quando il 26 agosto del 2006 nerazzurri e giallorossi inscenano la finale di Supercoppa italiana, valevole per l’assegnazione del diciannovesimo trofeo tricolore, si ha la sensazione di avere davanti le due principali protagoniste degli anni a venire. Il tempo, poi, non tradirà le attese. La Roma di Spalletti sarà l’unica a dimostrare di poter competere con un’Inter destinata a scrivere la storia, sia per i suoi successi nazionali, sia per il triplete targato Mourinho, che arriverà pochi anni dopo a suggellare un percorso di crescita ricco di vittorie.

Roberto Mancini, la sera della finale di Supercoppa, è alla guida dell’Inter già da due anni. Su quella della Roma, come già detto, è seduto Luciano Spalletti (entrambi gli allenatori siedono oggi sulle stesse panchine di dieci anni fa). La finale del 2006 è una rivincita di quella di Coppa Italia disputata nel doppio confronto del 3 e dell’11 maggio dello stesso anno, che ha visto trionfare i nerazzurri grazie a un pareggio per 1-1 all’Olimpico e a una vittoria, per 3-1, nella gara di ritorno disputata proprio a San Siro.

Dopo quaranta minuti di gioco, i nerazzurri si ritrovano dentro un incubo sportivo. La Roma sembra avere un altro passo e gli uomini di Spalletti nel giro di venti minuti segnano tre reti. La difesa interista è rimasta negli spogliatoi e l’undici di Mancini non sembra in grado di competere con il gioco veloce e brillante degli ospiti. Le due squadre sembrano esprimersi su due livelli di concentrazione completamente opposti. Dopo il terzo goal della Roma, realizzato da Aquilani, che si somma agli altri due messi a segno da un mezzo autogol di Zanetti e dallo stesso centrocampista giallorosso, autore così di una doppietta, l’Inter riesce a trovare la giusta reazione, come scossa da un momento in cui i padroni di casa sembrano avvertire il pericolo di subire una lezione troppo severa davanti al proprio pubblico. A un minuto dall’intervallo, Patrick Vieira, arrivato proprio dalla retrocessa Juventus, accorcia le distanze e regala un segnale di speranze ai suoi.

Al rientro in campo, gli equilibri del primo tempo sembrano invertirsi. La Roma si smarrisce e l’Inter guadagna poco a poco fiducia. Crespo accorcia le distanze al 65’ e, ancora Vieira, dieci minuti dopo, trova il goal del pareggio dopo un’azione insistita di un’Inter che sembra avere più cuore di una Roma frastornata dalla rimonta nerazzurra. Si fronteggiano due formazioni di grandissimo livello. De Rossi, Totti, Grosso, Materassi, protagonisti del mondiale vinto dalla nazionale italiana, poi Chivu (che finirà all’Inter), Mancini, Zanetti, Ibrahimovic (anch’egli proveniente dalla Juventus) e Figo, solo per citarne alcuni.

Proprio il fuoriclasse portoghese, al quinto minuto dei tempi supplementari, inganna il portiere romanista con un velenoso calcio di punizione dal limite dell’area. È il goal del clamoroso e inatteso 4-3, la rete che fissa il punteggio sul primo vantaggio dell’Inter, quello definitivo, che consegna ai nerazzurri la terza Supercoppa italiana della sua storia. La Roma ne esce sì sconfitta, ma l’edizione successiva la vedrà nuovamente affrontare l’Inter di Mancini. Un rigore di De Rossi, a dieci minuti dalla fine, le regalerà la tanto attesa rivincita, la stessa ottenuta anche nell’edizione 2006\2007 della Coppa Italia, grazie a un perentorio 6-2 all’Olimpico, proprio ai danni dei nerazzurri. Una scia di sfide e di rivincite, destinata a proseguire anche negli anni successivi.