Come ogni periodo antecedente una manifestazione importante cui partecipa la nostra Nazionale - che siano Europei o Mondiali, poco importa - impazza il toto-convocati, nei salotti televisivi così come nei bar; è un po’ come l’estate col suo “bel” tormentone musicale: non può mancare!

Il dibattito che appassiona un po' tutti quanti è rappresentato dalle scelte per gli attaccanti che andranno a comporre il reparto avanzato: solitamente il popolo italiano era abituato bene, tanto da dover accontentarsi (spesso) di una staffetta che, di volta in volta, ha visto protagonisti i calciatori di maggiore talento, da Baggio a Del Piero, passando per Totti e Zola, Vialli e Mancini, senza voler tornare a ritroso fino alla più famosa, quella fra Mazzola e Rivera.
Altri tempi. Belli, sicuramente.

Quest’anno ci tocca discutere di Eder, Insigne, Pellé, Gabbiadini, Berardi, Okaka, Zaza, El Shaarawy, Lapadula, Sansone, Belotti e chi più ne ha, più ne metta. Tutti nomi che, francamente, non sollecitano le fantasie erotico-calcistiche di tifosi ed addetti ai lavori e che faticano, per ovvi motivi, ad innescare discussioni come quelle che, solitamente, precedono le convocazioni ufficiali dei CT di turno.

Senza voler mancare di rispetto ai "papabili" per una maglia in attacco, va detto che il livello è oggettivamente inferiore a quello solitamente presentato dalla Nazionale azzurra nelle manifestazioni importanti, senza tralasciare la circostanza che, quale che sia la composizione che Antonio Conte potrebbe scegliere attingendo fra questi nomi, ne uscirebbe un reparto d’attacco “omogeneo”, senza nemmeno una punta di diamante. Ed in un girone che ci vedrà opposti a Belgio, Svezia ed Irlanda è un elemento che potrebbe pesare. Negativamente, se non valutato per tempo e per quello che è.

Nelle ultime giornate di campionato, però, c'è un nome "nuovo", di un ragazzino che sta facendo vedere cose interessanti e che potrebbe rappresentare la carta a sorpresa da giocarsi nei prossimi Europei, in Francia: il giovanotto gioca nella Roma e si sta contraddistinguendo per la capacità di cambiare le partite in corso d'opera, con giocate di qualità sublime e risolutive, spesso mettendosi “in proprio”, ma anche per i compagni.

Ci riferiamo, ovviamente, a Francesco Totti, capitano di una Roma che, con buona pace di chi aveva deciso di pensionarlo, deve proprio all'orgoglio ed alla qualità infinita del proprio numero 10 gran parte dei successi inanellati in questo ultimo periodo della stagione.
Posto che fra gli attaccanti in odore di convocazione non ne esiste alcuno con la classe, oltre che il carisma, di Francesco Totti, la domanda nasce spontanea: perché non convocare il "Pupone" per i prossimi Europei?

Ecco, quindi, tutti i motivi che ci spingono a caldeggiare una convocazione di Francesco Totti:

QUALITA’ – Come già accennato, il numero 10 della Roma è, per distacco, l’attaccante con maggiore spessore tecnico, fra quelli convocabili da Antonio Conte. In un girone che si preannuncia equilibrato, nella migliore delle ipotesi, se non addirittura difficile, potrebbe essere un peccato capitale quello di sbarcare in Francia senza un asso da giocarsi al momento opportuno.

DODICESIMO UOMO – Francesco Totti si sta specializzando, e qui l’anagrafe c’entra eccome, nel decidere le partite, subentrando negli ultimi minuti. Ma, chiaramente, se entra in gioco la carta d’identità, anche la personalità fa la sua parte: nessuna paura a prendersi la responsabilità della giocata decisiva. Anzi, il Totti visto in questo finale di stagione sembra cercare proprio quell’opportunità, fiutare spazi e tempi coi quali piazzare la palla dove pochi altri potrebbero farlo. Soprattutto quando la palla scotta.
Sarebbe la mossa ideale per sparigliare il mazzo a gara in corso. Non se ne vedono altre, con tutta la buona volontà.

GRUPPO – Parola molto cara ad Antonio Conte, questa qui. Francesco Totti non avrebbe problema a rientrare in un gruppo di cui è già stato parte integrante e del quale è ancora una colonna portante quel Gigi Buffon che non ha mai nascosto la propria stima per l’attaccante capitolino.
Fra l'altro si andrebbe a ricostituire un architrave del Mondiale vinto nel 2006. Vi pare poco?

ESPERIENZA – Ogni ulteriore parola a commento di questo punto a favore del capitano giallorosso sarebbe sprecata, con riferimento al campo: ci limitiamo ad evidenziare che uno come Totti sarebbe utilissimo anche all’interno di un gruppo che presenta tanti elementi che si cimenteranno per la prima volta con una competizione “pesante” quale è un Europeo.

In un contesto come quello descritto, con una Nazionale che ha faticato a fare gol in tutte le gare di qualificazione ed al cui interno latita la qualità (non parliamo nemmeno di “classe”), l’unica cosa ad apparire strana è che Francesco Totti non sia ancora (nemmeno) menzionato fra quelli che sono in odore di Europei.