Una brutta tegola, per il Milan e per i suoi fantallenatori, che sicuramente tanto hanno investito per accaparrarsi il potenzialmente migliore difensore dell'intero fantacalcio 2017-2018. Gli 8 gol e 4 assist dello scorso campionato, d'altra parte, avevano a maggior ragione ingolosito i tanti estimatori di Andrea Conti, che tre giorni fa in allenamento s'è rotto drammaticamente il crociato. Un infortunio serio, che come sempre ha richiesto l'immediato intervento chirurgico e che ora apre diversi spazi di pensiero in merito ai reali tempi di recupero del ragazzo. Anzitutto, una distinzione: esiste una tempistica anche molto diversa sul rientro a disposizione (o, tecnicamente, "in gruppo") ed il reale rientro in campo, che dipende oltre che dalla condizione atletica generale anche dal recupero del ritmo partita. Oltre che al rispetto di una tabella di marcia "standard" che prevede, al principio, un paio di mesi di fisioterapia e riabilitazione, corsa al 3° mese e solo dopo il 4° il ritorno al lavoro atletico sul campo.

Florenzi, ad esempio, per fare un esempio, dopo il KO contro il Sassuolo del 26 ottobre 2016, venne operato due giorni dopo, prima di una seconda lesione sempre al crociato, in allenamento, a poche settimane dal rientro. Un caso particolarissimo, che lo portò a rioperarsi il 17 febbraio scorso: pur rientrando in gruppo già circa un mese e mezzo fa ha visto la sua prima da titolare, in gara ufficiale, solo sabato sera, contro il Verona: ovvero, 7 mesi dopo l'infortunio. 

I 6 mesi previsti quindi dal comunicato ufficiale del Milan (considerata anche una tempistica media, di tipo biologico, ovvia ed inevitabile) sono quindi una tempistica più che realistica, per quanto concerne Conti, che porterebbero il suo rientro in campo intorno a metà marzo. Va anche detto che sotto il profilo strettamente chirurgico la rottura del legamento crociato anteriore è problema sì grave ma anche più semplice da affrontare rispetto a qualche tempo fa, quando comunque ci furono casi anche clamorosi. Il più celebre, quello relativo a Baggio, poco prima dei Mondiali 2002. Il divin codino (ginocchio sinistro) venne operato a Bologna il 4 febbraio 2002 e giocò nuovamente solo 81 giorni dopo, grazie a un intenso lavoro di rieducazione: era il 21 aprile, e il trascinatore delle rondinelle segnò addirittura una doppietta. Che in ogni caso non gli valse la convocazione per il torneo Mondiale in Corea, in quanto Trapattoni non lo ritenne ancora non completamente ristabilito dall'infortunio e in forma ottimale. Va detto anche, per completezza, che il primo gravissimo infortunio di Baggio, con interessamento del crociato (ma all'epoca fu interessato anche il menisco) risalì ai tempi di Vicenza, e lo tenne fuori per circa un anno.

Campione assoluto, emblema del calcio mondiale e della sua essenza, oltre che d'una forza interna straordinaria. Capacità di ricicatrizzazione, fisiologica tendenza alla rigenerazione dei tessuti, tono muscolare, conformazione scheletrica e lavoro di fisioterapia e riatletizzazione sono difatti variabili fondamentali nell'ambito del ritorno ai cambi da gioco. Anche la tipologia specifica dell'infortunio determina sostanzialmente la tempistica. Un altro grande 10 come Del Piero, ad esempio,  l'8 novembre 1998 per via di un contrasto con Bertotto in Udinese-Juventus si ruppe il legamento crociato anteriore e posteriore: per lui intervento chirurgico negli Stati Uniti, e ben 9 mesi di stop (tornerà il 4 agosto '99, in Intertoto), prima di rientrare. Fu proprio la lunga attesa del suo rientro che portò il compianto Gianni Agnelli a ribattezzarlo Godot

Sempre a proposito di fantasisti: risale al 9 novembre 2014, ed alla sfida alla Fiorentina, invece, la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro di Lorenzo Insigne. Saltò ovviamente la Supercoppa italiana a Doha, vinta dal Napoli contro la Juventus, e rientrò il 4 aprile dell'anno successivo, dopo circa 5 mesi di assenza, giocando uno spezzone di Roma-Napoli.

Questione Perin: proveniva già da un'operazione alla spalla destra, lo sfortunatissimo portiere del Genoa, quando il 9 aprile 2016 si procurò la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro in uno scontro di gioco con Muñoz. Il suo campionato finì lì, insieme alle chances di andare con gli azzurri all'Europeo. Tornerà in campo solo nella stagione successiva, il 18 settembre 2016 (anche se già il 7 luglio il portiere annunciò di essere pronto, ed erano passati solo 89 giorni dall’incidente), mentre l'8 gennaio 2017, vittima dello stesso infortunio (ma al ginocchio sinistro), restò fermo sino al 13 agosto 2017. Tempi di recupero invece diversi per una vecchia conoscenza del nostro calcio come Houssine Kharja: all'epoca del Genoa, il 14 ottobre 2009, durante un allenamento sentì il famoso crac al ginocchio sinistro, che lo terrà fuori sino al 14 marzo 2010. Nel 2015, invece, passato alla Steaua Bucarest, il 17 novembre venne operato (a Roma, dallo specialista Mariani. L'infortunio risale al 3 dello stesso mese) per la rottura del legamento del ginocchio destro: tornò in campo contro il Voluntari, il 22 febbraio 2016, prima di ritirarsi. Un record assoluto: solo 110 giorni di astinenza. In tempi più recenti, invece, (8 ottobre 2016) va invece collocata la solita rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio (in tal caso sinistro) per Arkadiusz Milik, che tornerà in campo solo il 15 febbraio 2017. A proposito di grandi centravanti: sempre al Napoli, alla corte del conterraneo Mazzarri, fu Cristiano Lucarelli, nella partita di Europa League del 16 settembre 2010 contro gli olandesi dell'Utrecht, a rimediare la lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro: tornerà in campo il 18 gennaio 2011. 124 giorni dopo. 

Rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro anche per Claudio Marchisio: era il 17 aprile 2016, e nel corso della sfida al Palermo (4-0), in un contrasto di gioco con Vázquez l'urlo del principino diffuse paura e timore nell'intero Stadium. Legittimo, visto che restò fuori per circa 6 mesi, e tornò a giocare solo all'inizio della stagione seguente, il 26 ottobre a Torino contro la Sampdoria. 

Stadium, 2016: Marchisio si rompe il crociato (getty)

Stagione 2013-2014: appena arrivato alla Roma, Kevin Strootman il 9 marzo 2014 si infortuna contro il Napoli. E' lesione al legamento crociato anteriore con possibile interessamento al menisco. Tornerà in campo il 9 novembre 2014, a distanza di 8 mesi. Destino sfortunato anche per De Silvestri, che il 12 giugno 2015, durante Croazia-Italia, si lesionò crociato anteriore e menisco esterno: il suo rientro avvenne l'8 novembre 2015 torna, dopo quasi 5 mesi dall'infortunio, giocando da titolare il match perso dalla sua Samp 2 a 0 contro la Fiorentina. Nazionale 'letale' anche per Riccardo Montolivo, che il 6 ottobre 2016 contro la Spagna, dopo uno scontro con Ramos, riporta la lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro: torna in campo solo dopo 7 mesi, il 13 maggio 2017, nella trasferta contro l'Atalanta. 

Riccardo Montolivo a ottobre 2016 (getty)

Sono questi solo alcuni dei casi più eclatanti legati ad infortuni simili, con interessamento base del crociato, e successivo intervento. I tempi di recupero? Sempre diversi, in base ad una serie infinita di variabili, e che solo l'attesa potrà ricondurre ad una realtà di fatto legata ad un numero di giorni che vada a incasellarsi nella seguente tabella.

CLICCARE PER INGRANDIRE LA TABELLA (copyright Fantagazzetta)

+

Volendo fare una media, ed escludendo i due estremi superiore ed inferiore (Baggio, miracoloso, e Florenzi, che di fatto s'è infortunato due volte al crociato consecutivamente), la tempistica media di recupero è di 176 giorni. Che, considerato che l'infortunio risale a 3 giorni fa, porterebbero una data ipotetica - anzi, piuttosto, statistica - di rientro in campo al 10 marzo 2018. E' bene sottolineare che parliamo di recuperi concreti, di "interesse fantacalcistico", ovvero di rientri in campo, ed a partire dal giorno dell'infortunio. L'11 marzo 2018 il Milan giocherà a Marassi contro il Genoa per la 28a giornata: Conti avrebbe quindi, orientativamente, e se recuperasse in tempi medi, 11 partite di campionato ancora da giocare. Saranno sufficienti per mantenerlo nelle proprie rose, considerato che fino ad allora - al netto del mercato di gennaio - saranno Abate, Calabria e potenzialmente anche Borini a sostituirlo, in fascia destra. Fatevi due conti (il gioco di parole è assolutamente non voluto): se già la vostra fantalega finisse a 2 giornate dal termine della Serie A, le giornate a disposizione sarebbero 'solo' 9. Sempre a meno che un ragazzo giovane, e fisicamente ancora integro, come Andrea, non ci sorprenda tutti e ci costringa ad aggiornare la tabella che abbiamo appena compilato. A quel punto rischiereste davvero di mangiarne le mani. Ad oggi, però, Conti è da tenere in rosa solo nel caso in cui non ci fossero svincolati di appeal decente, in lista, e contestualmente ci si sentisse sufficientemente coperti, a livello di difensori titolari, affinché si arrivi a marzo inoltrato senza rischiare di giocare in 10. Pronti a correre il rischio?