Mentre il Milan continua l'occupazione delle pagine di calciomercato, mentre Inter e Juventus mettono a segno pochi ma significativi colpi e intanto lavorano ai colpacci (quelli veri), mentre la Roma aspetta e intanto fa cassa, il Napoli viene tacciato di immobilismo: poche le trattative, pochi gli arrivi, pochi i nomi che stuzzicano la fantasia dei tifosi. Parlare di immobilismo, però, è eccessivo e limitante. Per diversi motivi.

Innanzitutto, il mercato in uscita. Come ogni anno, causa la gestione scellerata della durata dei contratti, nelle liste dei giocatori in rosa si rivedono le facce dei desaparecidos che si credevano erroneamente in scadenza. Ad esempio: sì, Zuniga è ancora un calciatore azzurro, e il Napoli dovrebbe pagargli per un altro anno il faraonico stipendio da 3,2 milioni, scellerata cifra scritta in calce a un quinquennale ormai in scadenza – probabile che si decida di risolvere il contratto del colombiano. D'altra parte ci sono i giovani-non-più-giovanissimi, ottimi giocatori di categoria che, però, non sono mai riusciti ad esplodere definitivamente: c'è Dezi, classe 1992, destinato al Frosinone per, forse, l'ultimo anno di prestito prima di vederlo definitivamente andar via; c'è Maiello, 26 anni, pronto a tornare in Serie B; c'è Dumitru, anche lui ventiseienne, contratto in scadenza. E poi ci sono i più giovani, quelli che probabilmente continueranno a girare in prestito, da Luperto e Grassi a Lasicki e Bifulco passando per Leandrinho e Roberto Insigne, per cui si pensa a un prestito al Pescara di Zeman, come fu per Lorenzo. Tutti piccoli affari che, però, hanno bisogno della necessaria attenzione per evitare che il potenziale dei giovani vada disperso.

Parlando di uscite, però, Giuntoli è vicino a due colpi importanti: l'incredibile cessione di De Guzman, per cui (nonostante il contratto in scadenza) l'Eintracht Francoforte potrebbe pagare fino a due milioni, tutti di bonus facilmente raggiungibili; e la trattativa, ormai prossima alla conclusione, che porterà Duvan Zapata al Torino per 20 milioni, bonus compresi (quattro anni fa fu pagato 7 milioni e mezzo). Con la valigia in mano anche Giaccherini, Strinic e il portiere brasiliano Rafael. Da definire il futuro di Leonardo Pavoletti: pagando 18 milioni di euro a gennaio, potrebbe restare da terza scelta come costosa assicurazione sugli infortuni oppure partire, tanto in prestito quanto a titolo definitivo, soprattutto come pedina di scambio.

Per quanto riguarda le entrate, dopo Ounas dal Marsiglia (ufficiale) e Mario Rui dalla Roma (ufficioso), si lavora per Berenguer dall'Osasuna: classe 1995, con l'ex Olympique sarà l'alternativa di lusso a Callejon e Insigne. Completo l'attacco, con Milik in piena forma e Mertens ormai inarrestabile; completo il centrocampo, con soluzioni in tutti i ruoli. Quasi completa pure la difesa: sui lati Hysaj, Ghoulam (ormai vicinissimo al rinnovo) e Mario Rui, mancherebbe un terzino (oltre a Maggio) per completare il pacchetto, anche se in quel ruolo Sarri sta provando Lorenzo Tonelli, pupillo del tecnico che, però, l'anno scorso ha trovato pochissimo spazio; come centrali confermati Albiol e Koulibaly davanti a Chiriches e soprattutto a Maksimovic, che dopo una stagione da fantasma vuole provare che quei 26 milioni spesi appena un anno fa non sono stati buttati. Caccia aperta, invece, al dopo Reina: nonostante le polemiche delle scorse settimane, il portiere spagnolo dovrebbe firmare il rinnovo e, intanto, aiutare nell'inserimento il suo erede: complicato arrivare a Rulli della Real Sociedad, si potrebbe puntare su un giovane (Meret o Skorupski) oppure puntare all'usato sicuro (Karnezis).

In definitiva, il Napoli ha tante cose da fare durante il mercato ma sicuramente meno delle altre pretendenti allo scudetto: il grande successo della società è stato mantenere l'impianto di base della scorsa stagione, facendo in modo che nessuno degli elementi più importanti andasse via, lavorando a rinnovi fondamentali come quelli di Insigne e Ghoulam, regalando a Sarri le condizioni migliori per puntare al massimo risultato. Bastano poche modifiche, uno sguardo al futuro, un leggero sfoltimento, un allungamento intelligente della panchina. L'equilibrio non va turbato: la non cessione può essere il vero grande acquisto di una sessione di calciomercato a cui il Napoli può permettersi di chiedere poco.