"Mi trovo benissimo qui, ma la società sa che cosa voglio fare già da gennaio. Ho detto che a fine stagione sarei andato via, ma non so dove giocherò il prossimo anno". Firmato: Francesco Acerbi. Dichiarazioni apparentemente recentissime, ma che in realtà risalgono al 21 maggio scorso. Sono passati quasi 50 giorni, eppure ancora nessuno ha raccolto l'invito del centrale neroverde. La situazione è bloccata: l'unica certezza è che non lo rivedremo più con la maglia del Sassuolo.

A tal proposito, l'immobilismo sul mercato, da parte delle italiane ma non solo, stupisce non poco. E la motivazione è presto spiegata: i numeri offerti dal diretto interessato nelle ultime tre annate in Serie A sono roba per palati finissimi. 32 presenze e 3 gol nel 2015, 36 apparizioni e 4 reti nel 2016. Poi l'ultima, incredibile statistica: nel campionato appena concluso è stato l'unico giocatore di movimento ad aver giocato tutti i 3420 minuti del torneo (gli altri due a esserci riusciti sono Szczesny della Roma e Donnarumma del Milan). Il tutto condito da altre 4 marcature, per non farsi mancare proprio nulla. Il verdetto finale è sotto gli occhi di tutti. La terribile storia del tumore è ormai lontana anni luce: Francesco Acerbi è l'emblema di una garanzia fisica, realizzativa e anche di rendimento. Già, perché non dimentichiamo che il difensore milanese è quasi sempre risultato il migliore dei suoi anche in occasione delle sconfitte più pesanti. Le insufficienze si contano sulle dita di una mano, con prevedibili conseguenze in ottica fantacalcio: la media-voto messa a referto da tre anni a questa parte è da assoluto top del reparto.

Un ritratto coi fiocchi, il suo. Eppure offerte per lui ancora non se ne vedono. A 29 anni, nel pieno della maturità professionale e con un fisico integro, sottolineando ancora una volta il dettaglio numerico di cui sopra, è quanto meno una stranezza. Si era fatto avanti qualche giorno fa il Galatasaray, ma l'offerta dei turchi (8 milioni più due di bonus) è stata giudicata troppo bassa dal patron Squinzi, che ne chiede almeno 12 di parte fissa per arrivare a 15 con i premi. Al momento la pista più "calda" porta allo Zenit San Pietroburgo di Roberto Mancini, il cui taccuino è evidentemente zeppo di nomi appartenenti al campionato italiano. E non può essere un caso che la più importante società russa si sia messa sulle sue tracce. In Italia? C'è il timido spiraglio Torino, nessun segnale dalle altre compagini.

Come si può spiegare un simile disinteresse? L'unica giustificazione può essere la presunta eccessiva valutazione che fa il Sassuolo del proprio difensore. Considerate le cifre del mercato attuale, tuttavia, l'investimento da 12 milioni non sarebbe così azzardato. Specie per chi, come Inter, Lazio, Roma e Fiorentina, hanno bisogno di un elemento di spessore subito o, al più tardi, da luglio del 2018.