Josip Ilicic all'Atalanta è il classico trasferimento utile per mettere in luce tre differenti categorie di fantallenatori. Quelli che diranno 'no' a prescindere a un investimento per lo sloveno (anche contenuto) in sede d'asta. Quelli che sono follemente innamorati di lui e quindi disposti a ipotecare casa pur di averlo in rosa. E infine, i migliori: i "finti disinteressati". Ovvero coloro che adottano la strategia del "preferisco guardare altrove" e invece hanno già affilato i coltelli, pronti a una serie estenuante di rilanci. Quanti di voi si riconoscono nell'ultima descrizione?


In tutto questo discorso, l'unica a ritrovarsi con un pugno di mosche è stata la Sampdoria. A lungo inseguito, corteggiato, cercato, voluto, Ilicic alla fine ha optato per la soluzione bergamasca, mandando su tutte le furie la dirigenza blucerchiata. Le cifre dell'affare, però, hanno davvero accontentato tutti: 5.5 milioni di euro alla Fiorentina, triennale da 1.2 milioni al giocatore. Ma più che sul denaro, un'analisi approfondita va fatta sui numeri offerti dal diretto interessato in Italia. Per provare a rispondere a un dilemma già adesso piuttosto consistente: sarà una fanta-certezza o una scommessa rischiosa?

Quando fu prelevato dal Maribor nell'estate del 2010, il buon Josip arrivava in una Sicilia piuttosto scettica sul suo conto. In tre stagioni ha saputo zittire i detrattori e far cambiare idea praticamente a tutti, a colpi di effetti speciali: 107 partite giocate, 25 gol e 18 assist. 2013 capolinea, dopo l'amara retrocessione in B. Un baratro che tuttavia non ha minimamente intaccato il valore del gioiellino di Prijedor, classe 1988 e dunque all'epoca appena 25enne. Altro giro, altra corsa. Ecco la Fiorentina, uno "step superiore", per dirla nei recenti termini kaliniciani. 9 milioni nelle casse rosanero, clausola da 25 e quinquennale da 1.2 allo sloveno. Insomma, un attestato di stima importante e ampiamente ripagato sul campo: in quattro stagioni, 138 presenze, 37 reti e 19 passaggi vincenti. La somma, però, non tiene conto del rendimento nella singola annata. E qui tocchiamo un tasto dolente. Nell'ultimo campionato, infatti, Ilicic ha tradito le grandi aspettative in lui riposte (solo 5 centri e 2 rigori falliti), 'colpa' delle ben 13 marcature collezionate l'anno precedente (record personale, top scorer viola del 2016). Motivo per cui si è meritato la poco ambita palma di più cocente fanta-delusione stagionale tra i centrocampisti.

Prima di fare un passo in avanti, però, facciamone uno all'indietro. Perché a Bergamo ritroverà quel Gasperini che tanto fortemente lo ha voluto visto che già a Palermo, nella Serie A 2012/2013, ha avuto il piacere di allenarlo. E non può essere un caso che fu proprio quello il miglior Ilicic della parentesi siciliana. Anche allora l'attuale tecnico della Dea schierava la propria squadra con il 3-5-2 e Josip era a tutti gli effetti la spalla offensiva di Miccoli, alternandosi sporadicamente con Abel Hernandez e un giovanissimo Dybala. 10 dei 20 gol nella massima categoria coi rosanero arrivarono quell'anno. Sinonimo del fatto che, se sufficientemente stimolato e ben collocato tatticamente, può davvero fare la differenza.

Che cosa è dunque lecito attendersi da lui nel collaudatissimo sistema Atalanta? Ad oggi, appare piuttosto scontato il dualismo con il connazionale Jasmin Kurtic, suo compagno di squadra sia a Palermo che a Firenze. A entrambi, infatti, piace destreggiarsi nella stessa porzione di campo e trasformare spesso e volentieri il 3-5-2 di partenza in un più offensivo 3-4-3 o 3-4-1-2. Ben diversa sarebbe la valutazione da fare se, operazioni di mercato venture alla mano, si scoprirà che in realtà Ilicic era stato preso come erede del Papu Gomez. In quel caso l'ex gigliato avanzerebbe il proprio raggio d'azione, affiancandosi di fatto a Petagna. E allora sì che, qualsiasi dovesse essere la vostra filosofia di partenza, una puntatina (persino corposa) andrebbe fatta eccome.