Era il 10 settembre 1994, esattamente 23 anni fa. L'estate italiana era appena trascorsa tra "Come mai" degli 883, Jovanotti e la sua "Penso Positivo" e Corona, che fece ballare milioni di ragazzi con l'intramontabile "Rhythm of the night". Diciamocelo: non fu una bella estate per lo sport nostrano, sedotto dagli azzurri di Sacchi a Usa '94 e poi illuso da quei maledetti rigori di Pasadena nella finale contro il Brasile (Ah, quel rigore di Baggio...) Fortuna che non esiste(va) solo il calcio: il mese di settembre sarà una goduria dopo l'altra grazie alle imprese della "generazione di fenomeni": pallavolo (Mondiali) e soprattutto pallanuoto, con il Settebello pronto a far sognare milioni di tifosi azzurri ai Mondiali di Roma, impresa di cui parleremo nel Memento di questa settimana.

INVINCIBILE ARMATA - In tutti gli sport sono esistite le schiacciasassi: gli Stati Uniti nel basket, la Nuova Zelanda nel rugby o il Brasile nel calcio, squadre che nel corso del tempo hanno dominato gli avversari in ogni latitudine. Bene: nella pallanuoto degli anni '90 il Dream Team era l'Italia. Una squadra capace di vincere praticamente tutto nell'arco di soli tre anni: Olimpiade (Barcellona '92), due Europei (Sheffiel '93 e Vienna '95), 1 Coppa del Mondo (Atene '93) ed 1 Mondiale, proprio a Roma 1994. Basta fare qualche nome: Campagna (attuale ct dell'Italia), Ferretti, Silipo, i fratelli Pino e Franco Porzio, Calcaterra...Tutti sotto la guida sapiente del maestro croato Ratko Rudic. l'unico capace di vincere quattro Ori Olimpici con tre nazioni differenti (Jugoslavia due volte, poi Italia e Croazia). Ma torniamo a quel Mondiale in casa nostra del '94...

PERCORSO NETTO - La pressione è tutta sulle nostre spalle, "colpa" di quell'Oro Olimpico conquistato due anni prima nella battaglia in finale con la Spagna, padrona di casa. Gli azzurri partono con tutti i favori del pronostico e non possono fallire, specie davanti ai propri tifosi. Al girone eliminatorio fila tutto liscio, con le vittorie nette sul Kazakistan (13-7), Canada (9-2), intervallate dal successo di misura sull'Ungheria (11-10), con tanto di rissa finale in acqua. La squadra macina punti e Rudic riesce anche a dosare le energie in vista del girone conclusivo con Russia, Grecia e ancora Ungheria per l'accesso alle semifinali. La battaglia con i sovietici si risolve con 7-6 per noi, con tripletta di Campagna e doppiette per Silipo e Franco Porzio; con la Grecia ce la vediamo brutta, andando persino sotto 1-3 nel primo tempo prima di ribaltare il match e chiuderlo sul 7-4 per noi.

VERSO LA FINALE - Passiamo alle semifinali dove ci tocca proprio la Croazia, Paese natale del nostro Rudic: l'equilibrio iniziale viene spezzato nel 2° e 3°periodo, quando sale in cattedra il solito Franco Porzio mettendo a segno addirittura una cinquina per l'8 a 5 che annichilisce gli avversari. Siamo in finale e indovinate contro chi? Proprio con la Spagna (che vince la sua semifinale 9-6 sulla Russa), con ancora il dente avvelenato per quell'Oro scippato tra le mura amiche due anni prima.

LA PARTITA PERFETTA - Ci aspettiamo una guerra, loro sono affamati di vendetta, ma non siamo semplicemente superiori in ogni aspetto: per qualità, forza fisica, senso tattico e voglia di vincere. Il primo tempo si conclude sul 3-2, poi nel secondo tempo dilaghiamo: 4-2...5-2...6-2...addirittura 7-2, con gli spagnoli che iniziano a rivedere i fantasmi di Barcellona. Non c'è storia: finirà 10-5 per noi, con il tripudio degli azzurri al Foro Italico di Roma in un'atmosfera da sogno. Da Attolico a Ferretti, da Porzio a Silipo, sono tutti commossi lì sul podio a cantare l'inno di Mameli e persino Rudic può lasciarsi andare a qualche attimo di gioia, osannato da un intero popolo. Il Settebello è nella storia e il Correre della Sera celebrerà quell'impresa uscendo con un titolo che riprende un famoso film di Nanni Moretti uscito pochi anni prima: "Palombella azzurra in cima al mondo”. L'immortalità è anche questo.