Due partite, zero punti. Quattro gol subiti, uno solo realizzato. I numeri non mentono mai e dicono che l'Atalanta di Gasperini, squadra rivelazione dello scorso campionato, è partita col piede sbagliato. Non mancano le attenuanti, ma è impossibile negare che qualcosa dalle parti di Bergamo non sta funzionando.

Calendario proibitivo. La prima attenuante riguarda il calendario, che nelle prime due giornate ha messo gli orobici di fronte alla Roma di Di Francesco e al Napoli di Sarri, rispettivamente la seconda e la terza forza della passata Serie A. I nerazzurri se la sono giocata alla pari con entrambe per buona parte dei match, prima di arrendersi al maggiore spessore degli avversari.

Una rosa con qualche Spina(zzola). Inutile dire che il pasticciaccio brutto di Spinazzola ha creato non pochi grattacapi all'ambiente nerazzurro. Il terzino nativo di Foligno ha manifestato con forza la volontà di andare alla Juventus da subito, contrariamente all'accordo tra i club che prevede il suo approdo in bianconero a partire dal 2018-19. La sua esclusione contro Roma e Napoli e la social-polemica con capitan Gomez - poi rientrata - hanno fatto da corollario a questo inizio tribolato di stagione. Il mercato si è chiuso, Spinazzola è rimasto, procurandosi anche una distorsione alla caviglia nel match giocato in Nazionale contro la Spagna. Ne avrà per tre settimane: il tempo necessario per ricostruire il rapporto con squadra e tifosi. 

Attacco spuntato. La partita del San Paolo e ancor più l'esordio contro i giallorossi hanno messo in evidenza tutti i limiti offensivi della squadra del Gasp, capace di affacciarsi con continuità nell'area di rigore avversaria, ma con poche frecce al proprio arco quando si tratta di centrare il bersaglio. Una sola rete in due partite e per di più sugli sviluppi di un corner.

Nella passata stagione il miglior marcatore dei nerazzurri fu Gomez con 16 reti, poi Andrea Conti con 8, Caldara con 7, Kurtic e Kessie con 6. Solo 5 reti su 34 partite, praticamente un gol ogni 7 match, per Andrea Petagna, colui che dovrebbe essere il bomber principe di questa squadra. Se consideriamo che Conti e Kessie hanno raggiunto Milano per restarci, Caldara - peraltro assente nei primi due match - fa il centrale di difesa e quelli del Papu sono stati numeri straordinari rispetto al resto della carriera, ecco che un campanello d'allarme nella test di Gasperini rimbomba fortissimo.

Inoltre, il mercato atalantino nel reparto offensivo è stato piuttosto avaro. La sessione estiva ha portato a Bergamo Orsolini, Ilicic e Cornelius. Il primo è un classe '97 di grandi prospettive non ancora pronto per assumersi il peso dell'attacco, lo sloveno ha classe da vendere ma è andato in doppia cifra solo in due stagioni sulle sette che ha giocato in Italia, il centravanti danese ha bisogno di tempo per capire come funziona il nostro calcio. Tornano tutti e tre rinfrancati dai gol nelle proprie nazionali, chissà che non sia da stimolo per realizzare il loro primo +3 in questo campionato.

Sassuolo nel destino. Domenica allo stadio Atleti Azzurri d'Italia gli orobici ospiteranno i neroverdi di Bucchi, altra squadra che non se la passa benissimo. I tre punti sono vitali per muovere la classifica e prepararsi al ritorno in Europa dopo 26 anni con la giusta convinzione. Ritorno in Europa che vedrà la Dea affrontare l'Everton di Rooney al Mapei Stadium. Proprio la casa del Sassuolo, già pronta - al contrario dello stadio nerazzurro - ad affrontare palcoscenici internazionali. Gli emiliani, infatti, assaggiarono la competizione lo scorso anno, pagandone caro il prezzo per tutta la prima parte del loro campionato. Gli uomini di Gasp, alla vigilia di un tour de force di 7 partite in 3 settimane, sono avvisati. Diventare grandi è difficile, restarlo è un'impresa.