Da quando è sbarcato in Cina, per Carlos Tevez, polemiche, rimproveri, dubbi e ansie non sono mai mancate. Fece scalpore, a fine 2016, la notizia del suo trasferimento allo Shanghai Shenhua, a maggior ragione dopo le sue ripetute e precedenti affermazioni circa il voler chiudere la carriera con la maglia del Boca Juniors. Nel 'nuovo calcio', invece, l'Apache è andato a percepire un ingaggio monstre da 38 milioni di euro l'anno diventando il calciatore più pagato al mondo. 735mila euro a settimana, più di 3 milioni al mese, per un bomber di livello internazionale che non ha ancora compiuto 34 anni ma che sta facendo una fatica immane ad accettare la sua nuova realtà e ad adattarsi ad essa. Negli scorsi giorni è stato contestato dai tifosi dello Shenhua, al momento del rientro in campo dopo l’infortunio al ginocchio: prestazione deludente, ma i rimproveri erano dovuti soprattutto alle parole non proprio piacevoli proferite dall'attaccante argentino nei confronti della sua nuova squadra e città, qualche giorno prima. "Il mio contratto è molto complesso ed è molto difficile per me tornare al Boca Juniors. I cinesi non sono stupidi", aveva detto Tevez, in riferimento ad un suo possibile ritorno in patria. Niente da fare: Carlitos resterà in Cina almeno fino a luglio 2018, quando scadrà il suo contratto (che ha un'opzione di rinnovo semestrale fino a dicembre). E farà fatica anche a giocare, visto che il nuovo tecnico non lo ritiene pronto fisicamente. Così Wu Jingui, nell'ultima conferenza stampa: "Tevez conoscerà i miei schemi tattici, ma non lo utilizzerò subito. Carlos non è pronto fisicamente, al momento non è in grado di giocare. È in sovrappeso, così come Guarin. Io devo assumermi la responsabilità per la squadra e i giocatori. Se non è in condizione di dare il massimo, io non posso mandarlo in campo. Ho allenato un sacco di grandi stelle, e non ho mai mandato in campo i miei giocatori in base alla loro fama".

Guerra aperta, quindi, anche con l'allenatore, oltre che con un calcio che non lo soddisfa. Le sue ultime dichiarazioni, di fuoco, nei confronti della Chinese Super League erano state chiare: "Questo campionato non può competere con nessuno dei grandi tornei europei, nemmeno se venisse il miglior giocatore al mondo, c'e' una distanza di 50 anni. Qui i giocatori tecnicamente non sono molto bravi, né sono molto fisici, anzi. Sono anche molti ingenui per cui, anche senza volerlo, ti rifilano un calcione e ti fanno male. Si deve stare attenti soprattutto a questo. La gente vive diversamente il calcio, in modo distaccato. Con la mia famiglia siamo contenti anche se non mi sono ancora ambientato del tutto ma credo che riuscirò a farlo piano piano". Evidentemente un processo destinato a non compiersi.