Sinisa Mihajlovic, con lui, aveva sempre usato il bastone e la carota. Prima la classica predica ("Difficile indossare la fascia da capitano? Difficile è alzarsi alle sei per andare a lavorare e non arrivare a fine mese"), poi un mare di elogi. E anche di recente il tecnico serbo non ha per nulla cambiato atteggiamento nei suoi confronti. E' passato, all'interno della stessa conferenza stampa, da "può giocare anche da trequartista, come Soriano alla Sampdoria" a "in un centrocampo a due non lo vedo bene, deve migliorare". Che poi ad oggi, a conti fatti, il mediano è il mestiere che sa fare meglio. Un giudizio ondivago, altalenante, quasi mai coerente con se stesso. Il principale motivo per cui da parte dei sostenitori granata, una volta appresa l'improvvisa ufficialità di mercato, è scattata una sorta di social-sollevazione popolare. A difesa del beniamino appena perso, con il proprio allenatore nel mirino. Uno scenario visto e rivisto, insomma.

Adesso, però, Marco Benassi dovrà fare i conti con ben altro. Il trasferimento alla Fiorentina porta infatti con sé tutta una serie di fattori "di rischio", scientemente calcolati dal diretto interessato e con ogni probabilità anche dalla dirigenza viola, considerato in primis l'investimento non da poco che è stato fatto (10 milioni di euro subito, più altri 3 di bonus). E cioè: fulcro di un nuovo ciclo, grandi aspettative, voglia di rivalsa. Pioli era sbarcato in Toscana con una squadra dal look completamente diverso da quello attuale. Ora, senza Vecino e Borja Valero, i due ex gigliati tatticamente più affini a Benassi, le chiavi del centrocampo saranno affidate proprio allo specialista modenese, capitano della Nazionale Under 21 agli ultimi Europei. E non può essere un caso.

Ma Marco Benassi è molto più di un tassello in cui riporre speranze e velleità, o di un semplice custode dell'equilibrio tattico. E' tessitore di gioco tra i reparti, garante di una lucidità mentale e nervosa nei momenti topici, diamante grezzo (?) di una fase realizzativa dagli ampissimi margini di miglioramento. A proposito di voglia di rivincita e di prolificità sotto porta (sebbene quest'ultima non sia la sua prerogativa principale), sfociamo nel tema che interessa maggiormente ai fantallenatori: quanti bonus potrà regalare nel suo nuovo habitat gigliato? Cominciamo da un aspetto che ne aumenta notevolmente l'appetibilità in sede d'asta: Benassi sarà titolare al 99%. Ed è già un'ottima base di partenza, specie per quelle leghe da 10-12 (e forse più) partecipanti dove il Radovanovic di turno può fare la differenza tra una zona premi e un anonimo piazzamento di centro-classifica. L'anno scorso l'ormai ex Toro è stato piuttosto incostante: 28 presenze, 2058 minuti giocati, 5 gol, 3 assist, 5 ammonizioni. Niente di eccezionale, ma nemmeno un bottino da cestinare. Anzi, almeno dal punto di vista delle marcature (alcune delle quali a dir poco pregevoli) si è rivelata addirittura la sua migliore annata in carriera. Ciò che però ha maggiormente frenato gli entusiasmi è stato un campionato double face: esemplare nella prima metà, quasi da film horror nella seconda. Pensate che, dalla 20^ alla 38^ giornata, è passato da una fanta-media parziale di 7.08 a una ben poco rassicurante di 5.36. Come se fossero progressivamente mancati gli stimoli, l'intesa coi compagni, l'aderenza ai dettami tattici dello stesso Mihajlovic. L'epilogo lo conosciamo tutti: panchina pressoché fissa ogni settimana e titolarità persa a vantaggio dei vari Baselli, Acquah, Obi, Valdifiori e (persino) Lukic.

Nella sua possibile e auspicabile fanta-resurrezione un ruolo importante potrà (e dovrà) ricoprirlo Stefano Pioli. Il suo 4-2-3-1 (modulabile con il 4-3-3) non solo esalta le caratteristiche degli esterni bassi e alti, ma anche delle mezzali che, proprio come Benassi, hanno tra le proprie corde sia una notevole abilità in fase di ripiego, sia una spiccata propensione offensiva. Per informazioni consultare il ruolino di marcia di Marco Parolo che, sotto il profilo dei +3, ha toccato l'apice nella Serie A 2014/2015 (ben 10 gol). Guarda caso, quando sulla panchina della Lazio sedeva il tecnico parmense. Che nel giro di qualche settimana avrà dunque davanti a sé un'altra missione da centrare: trasformare Marco Benassi da valorosa promessa a solida certezza, possibilmente in via definitiva. I fantallenatori ringrazieranno sentitamente.