Una settimana fa, in questo stesso spazio, parlavamo di Bonucci. Di un addio fraudolento, burrascoso, al limite del nevrotico, che ha peraltro prodotto alla Juventus un incasso assai meno cospicuo rispetto a quanto ci si aspettavano, addetti ai lavori e soprattutto tifosi. In molti, soprattutto tra questi ultimi, si erano peraltro stizziti, rispetto a noi organi di informazione, per via delle presunte malelingue che addebitavano all'ormai deteriorato rapporto tra il difensore e l'ambiente la causa scatenante del trasferimento. E invece, come spesso accade a cessione consumàtasi, sono stati gli stessi protagonisti - più Bonucci che Allegri, in verità - della querelle a dire la loro. Sì, le incomprensioni ci sono state, reiterate, ed hanno portato ad un divorzio che ha scosso il mercato. Assegnando, però, oneri e onori del ruolo di regina del mercato, per una volta, non alla Signora ma al Diavolo. Le cui imprese di poche ore fa, contro il Bayern Monaco (non certo un'improvvisata combriccola di amatori, come spesso accade durante l'estate), ancora fanno eco. Il tutto, però, senza scalfire la convinzione e la determinazione della Juventus. Già, perché ciò che ha fatto anche in questa sessione estiva Marotta probabilmente è passato molto sotto traccia. E se in giro - questo è inoppugnabile - si leggono di diversi supporters bianconeri agitati, significa che molte delle mosse sinora concretizzate non sono state capite fino in fondo. Andiamo, quindi, per ordine. Anzi, addirittura per reparto.

Tra un anno Buffon smetterà. Lo si sapeva da mesi, ed era necessario lavorare sin da adesso per trovare una soluzione a medio-lungo termine. Marotta, nonostante non se ne sia parlato in maniera aperta e dettagliata, appena ha trovato aperto uno spiraglio in cui incunearsi, all'interno del burrascoso mese intrattenuto della telenovela Donnarumma, ci si è buttato a pesce. Ed ha fatto non bene, ma benissimo. D'altra parte parliamo potenzialmente del miglior portiere al mondo, in rotta con la sua società, col contratto in scadenza, ed un procuratore freddo e spietato, certo più affine - almeno in questa fase - a lui che a Mirabelli e Fassone. Poi la frattura si è ricomposta, almeno per il momento, ma che Marotta voglia ripetere con Donnarumma, tra 11 mesi, la stessa operazione fatta da Moggi, all'epoca, col Parma, non è certo una novità. Basterà sborsare 70 milioni, quindi, per rendere Gigio l'erede di Gigi, anche in quanto a portiere più pagato della storia del calcio. Nel frattempo, per 'soli' 15 milioni, bonus compresi, è arrivato un dodicesimo che definire di lusso è riduttivo. Szczesny - che per inciso era stato preso anche prima della 'bolla' Donnarumma - giocherà non poche partite, è stato il migliore in assoluto dello scorso campionato di Serie A, ed ha accettato di fare un anno in secondo piano, a fronte d'una promessa che, solo nel caso in cui arriverà Donnarumma non sarà mantenuta. Ma anche tra un anno sarà facile trovare una squadra disposta ad investire una cifra molto simile rispetto a quella spesa adesso per il polacco, senza andare a incidere con una minusvalenza a bilancio. Ergo, il 'piano' da qui ad almeno 10 anni (quando Szczesny ne avrà 37 e Donnarumma 28) è più che efficace. Tanto di cappello.

Questione difesa. Verissimo, senza Bonucci la Juventus perde tantissimo. Un leader tecnico, oltre che in quanto a vérve, che però evidentemente era diventato parecchio ingombrante. Soprattutto perde la possibilità a brevissimo termine di riproporre la difesa a 3 con la stessa garanzia con cui lo ha fatto dall'avvento di Conte ad oggi. Il ruolo di centrale di impostazione, certo, può farlo Benatia, ma non Chiellini, Rugani né Barzagli. Ma c'è Caldara. E Mattia è, lo ripetiamo da mesi, il calciatore che per caratteristiche tattiche ma anche tecniche più vicino ad un Bonucci di diversi anni più giovane. Caldara è già della Juventus, non è escluso possa andare a Torino anche prima del prossimo anno: da qui all'avvento di Mattia, quindi, niente difesa a 3. Sempre a meno che Marotta non abbia in serbo dei colpi ad effetto. Che comunque difficilmente riuscirebbero a colmare a pieno la lacuna creatasi dopo la cessione più roboante dell'anno. La Juventus, però, non gioca a 3 dietro già da qualche tempo. L'acquisto di altri due trequartisti e/o esterni d'attacco, d'altra parte, esclude a priori la possibilità del 3-5-2, un modulo di sicura affidabilità ma anche stringente, perché andrebbe a tener fuori, giocoforza, troppi calciatori di valore assoluto, dalla cintola in su. Ergo, per il 4-2-3-1 quattro centrali come i suddetti possono bastare eccome, senza contare che alla truppa dalla prossima settimana si aggregherà anche il classe '95 Del Fabro che potrà tranquillamente crescere sotto l'ala del calciatore che più gli assomiglia, Barzagli, anch'egli in predicato di dire addio, tra 12 (massimo 24) mesi. E con la conferma della linea a 4, forse, la perdita di Bonucci assume un valore assai meno critico. Così come più lungimirante di quanto si sia detto potrebbe essere l'arrivo di De Sciglio. Pagato poco più di 12 milioni, in sostanza per sostituire numericamente - non tatticamente - Dani Alves, era il calciatore che Allegri chiedeva da oltre un anno. Il livornese lo ha fatto esordire giovanissimo, sa come trattarlo (sia in campo che fuori), e probabilmente ne conosce anche delle potenzialità caratteriali che, nei suoi tanti anni a Milano, ha tenuto sostanzialmente sopite. E non è escluso che, oltre ad alternarsi con Lichtsteiner (dovesse restare, ma in ogni caso dovesse partire arriverà un terzino con le stesse caratteristiche dello svizzero), in futuro possa anche esser trasformato gradualmente in un centrale di destra utile per la difesa a 3 di cui sopra, sempre nell'ottica di un addio, prossimo, del Barzaglione nazionale. Nel ragazzo, d'altra parte, è evidente che non si potranno mai far sbocciare virtù da fluidificante, ma in alcuni scorci della sua carriera ha mostrato di non maltrattare anche il ruolo di centrale. Quella posizione, quindi, potrebbe essere la giusta definizione dei suoi tratti peculiari, unita al re-adattamento in un clima sicuramente meno ostile di quello vissuto negli ultimi tempi a Milano. Paradossalmente, quindi, in bianconero potrebbe mancare quasi di più un Dani Alves, che per esperienza internazionale e ruolo ricoperto nella partite chiave della stagione ha fatto la differenza, anche sotto rete. Ma anche sotto questo punto di vista non escluderei che Allegri possa reinventare - nel caso in cui saltasse la sua cessione - Cuadrado terzino, un ruolo svolto a inizio carriera con risultati in verità altalenanti ma che, arrivato al livello massimo di maturazione calcistica, potrebbe riscoprire. Sarebbe un modo per concedergli qualche partita in più, visto che ora, a destra, alti, di ali a lui superiori ce ne sono almeno due. 

A centrocampo è atteso il prossimo colpo di Marotta. Ci lavorerà tra la prossima settimana (quando verrà ufficializzato Bernardeschi) e la prima di agosto, il dirigente bianconero, che per ora si tiene aperte almeno 3 piste: N'Zonzi, Emre Can, Matuidi e Matic. Che, però, ha in mano una proposta sostanzialmente inarrivabile da parte dello United. I primi tre, comunque, sono tutti dei top, nel ruolo, seppur con caratteristiche diverse: e con la conferma, ad oggi quasi certa, di Khedira, Marchisio e Pjanic, chiunque arriverà andrà a rimpolpare il pacchetto di mediani (due soli in campo, nel 4-2-3-1) rendendolo più che duplice: non scordiamoci che, in futuro, proverà ad adattarsi al nostro calcio anche Bentancur, che ha solo 20 anni e che a soli 17 faceva cosine del genere.

Lì dove Allegri invece vorrà e potrà sbizzarrirsi, in ogni caso, è altrove. Con Mandzukic, Pjaca, Dybala, Douglas Costa e Bernardeschi le scelte anche sulla trequarti (considerando, volendo, anche lo stesso Cuadrado che in realtà non è di facile trasferimento, vista età e cifre d'acquisto, 25 milioni) sono duplici. Sei per tre posti, tutti di livello medio-alto, con Mandzukic, Dybala ed uno tra Douglas e Berna al momento pronti a partire titolari, per una squadra dal potenziale realizzativo sostanzialmente non inferiore a quello dei top club europei. L'ormai ex viola, d'altra parte, potrà agire anche da vice della Joya, seppur andando a interpretare quel ruolo con stili, vizi e virtù lievemente diversi, ma egualmente redditizie. La pecca, al limite, sta nel vice Higuain, che allo stato attuale non è ancora arrivato, dopo il naufragio turbolento della trattativa Schick. Senza voler entrare nel merito (anche perché ad oggi non esiste una nuova pista futuribile per il ragazzo, al netto dell'accordo di massima già trovato da Ferrero con l'Inter) della questione, e per ignoranza manifesta sotto il profilo clinico, senza voler neanche ragionare sui perché e percome del niet alle visite mediche, parliamo di un acquisto che sarebbe servito. Il giovane ceco, sempre volendo sorvolare sulle sue condizioni di salute, è dopo Mbappé - che però potrebbe rendere al meglio in un altro ruolo - il miglior attaccante under del panorama europeo. E tanto gli sarebbe bastato, per sostituire gradualmente il Pipita, da qui a qualche anno. Ma anche da questo punto di vista la Juventus ha tempo ed idee, oltre che fondi, per trovare un'alternativa. Che servirà, per inciso, visto che Mandzukic in quel ruolo non potrà mai garantire la stessa profondità, e che ormai la sua abnegazione, da cursore box-to-box, è imprescindibile. Ci aspettiamo, quindi, ancora 3 colpi da parte della Juventus. Di modo da colmare anche gli ultimi tasselli, e ripristinare ai livelli di soglia il gap che le altre, mediante interventi più o meno drastici sul mercato, hanno sinora gradualmente eroso. Ciò che la Juventus sinora ha però già realizzato è un processo di svecchiamento e completamento tecnico-tattico da non sottovalutare. Non sempre, d'altra parte, serve prendere Higuain e Pjanic a clausola, per migliorarsi. A volte guardare dinanzi a sé, e non solo indietro, può essere il modo migliore per garantirsi il futuro. Un futuro che, a stretto giro di posta, anche quest'anno vede la Juventus partire, sulla carta, davanti a tutti. Nonostante qualche lamentela di troppo da parte di coloro che non hanno, probabilmente, ancora razionalizzato a toto. Speriamo allora, seppur poco modestamente, di aver potuto contribuire con queste nostre poche righe a fargli cambiare idea. Chi delle parti avrà ragione o torto, d'altro canto, lo sapremo molto più presto di quanto possa sembrare.