Troppo seria. Così sa di essere definita, la giornalista del "Corriere dello Sport" Maria Francesca Fanelli. Eppure non siamo di fronte ad una persona fredda e poco passionale, anzi. "La verità è che non mi piace discutere, litigare", racconta a Fantagazzetta. Dal '93 al lavoro nella testata romana, Fanelli è pugliese, originaria di Trani. Sposata con due figli, non ama solo lo sport e il giornalismo: "Adoro la carta, i libri - spiega - Ne ho 5 mila, molti ereditati da mio nonno. In ognuno è riportata la data d'ingresso nella libreria. Poi amo la musica in modo trasversale: Vasco Rossi, ma anche la Mannoia, fino a Fossati". Di fede juventina, ma di quella equilibrata, da ragazzina portava sempre con sè una foto di Tardelli, figura iconica negli anni Ottanta. 

#1 - Un commento sul campionato appena trascorso.
"Ha confermato i valori della Juventus col suo sesto scudetto consecutivo. Mi ha un po' delusa la Roma, mi aspettavo qualcosa di più, ma ci ha quasi "abituati" ad avvicinarsi all'obiettivo senza poi raggiungerlo. Sono dispiaciuta per la retrocessione del Palermo e i risultati delle due milanesi: vedere il Milan esultare per il "posticino" in Champions è amaro, ma è anche lo specchio di un campionato in cui tutte si sono poste obiettivi ridotti. Sembra quasi che la maggioranza dei club più forti del nostro campionato, si stia "risparmiando" sotto tutti i punti di vista, quando cambierà la formula Champions, con l'ingresso di quattro squadre. Eppure mica è detto che le cose saranno più facili...".

#2 – Chi la sorpresa, sia per quanto riguarda un giocatore che una squadra?
"Senza dubbio l'Atalanta: il suo lavoro ha trovato il giusto riconoscimento. La qualificazione in Europa League è stata un premio al progetto e alla provincia, una provincia comunque calda e non esente da pressioni. A tal proposito, la sorpresa è stata Gagliardini. Nell'Inter ha iniziato benissimo, poi è calato ma non è stata una delusione, anzi: lui resta un patrimonio del nostro calcio. L'altro giocatore sorprendente è stato Dzeko: vederlo spesso segnare e sorridere perchè gli riusciva un po' tutto, dopo l'anno buio, è stato bello". 

Dzeko sorride: è stata questa la stagione del riscatto (Getty)

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#3 - Quando e come è nata la sua passione per il giornalismo sportivo? E quando ha deciso di farne un lavoro?
"Al liceo. Sono di Trani e la squadra femminile della mia città, con Carolina Morace donna di punta, era una piccola realtà che s'imponeva in Italia. Ho cominciato a scrivere articoli sui loro risultati, era una cosa che mi piaceva molto, ho pensato potesse diventare un lavoro. In più mi incuriosiva cimentarmi in un ambito prettamente maschile. Ricordo che mandai una lettera al "Corriere", diretto da Domenico Morace, chiedendogli come potevo diventare giornalista sportiva. La missiva venne pubblicata in pagina, il direttore mi invitava ad insistere e a credere nel mio sogno. Iniziai allora a mandare articoli sportivi brevi dalla Puglia e una volta, prima di un Bari-Sampdoria, mi mandarono come inviata al ritiro dei blucerchiati. In una sala stampa composta di soli uomini, io ero l'unica donna. A Boskov feci una domanda banale: se avrebbero giocato, causa problemi fisici, sia Vialli che Mancini. Quando mi presentai e dissi che ero lì per il Corriere dello Sport, il mister si ricordò del direttore dell'epoca, Italo Cucci, che recentemente non aveva speso belle parole sul suo conto in una trasmissione. Venni insultata. Poi Boskov mi prese da parte e si scusò, solo che una volta a casa, spiegai che io l'articolo non lo potevo certo fare. Il pomeriggio il direttore mi chiamò e mi invitò a scrivere un pezzo dove avrei dovuto spiegare quanto successo in conferenza stampa e che sarebbe uscito col titolo "Il professore e la cronista". Il giorno dopo, venni chiamata a Roma per uno stage, nel frattempo frequentavo la scuola di giornalismo a Urbino. Da lì cominciarono gli stage su stage, fino ad essere assunta nel '93. In sostanza, Boskov mi ha dato una mano e la cosa curiosa è che non mi è più capitato d'incontrarlo". 

L'allenatore della Samp dello scudetto, Boskov (Getty)

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#4 - Ci racconti un aneddoto curioso che ha vissuto in sala o in tribuna stampa.
"Nel '99, mentre infuriava la polemica sulle assegnazioni arbitrali, il Corriere mi inviò in incognito a Coverciano durante le estrazioni. Si parlava di palline calde e fredde, truccate. Non ero un volto conosciuto e quindi mi proposi per estrarle dalle urne. Ricordo di aver mandato Collina ad arbitrare in B, Monza-Sampdoria. Era da tempo che non dirigeva una partita cadetta e me lo fece notare, appuntandosi il mio nome per ricordarselo. Il giorno dopo il quotidiano uscì col mio pezzo in prima, dal titolo "Stavolta ho fatto io il sorteggio degli arbitri". Ah: le palline erano normali, nessuna differenza di calore". 

#5 - Quale evento sportivo che non ha vissuto in prima persona avrebbe voluto raccontare ai suoi lettori o ascoltatori o spettatori?
"L'ultima di Del Piero allo "Juventus Stadium". Rispetto a Totti, credo abbia avuto gli onori più equi per il suo finale di stagione in bianconero". 

Finale di Tim Cup 2012, una delle ultime partite di Del Piero in bianconero (Getty)

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#6 - Che rapporto ha con i social? Li usa solo per lavoro o anche per interagire con i follower?
"Li uso per lavoro, sono una fonte ottima di notizie, dove lo sportivo riesce a mettersi più a nudo. Adoro twitter e facebook ma ammetto di non interagire molto: vedo che spesso si cerca il contrasto e la lite e questo non fa parte del mio modo di essere". 

#7 - C'è un collega di una testata concorrente che ammira e vorrebbe portare a lavorare con lei?
"Conservo i ritagli degli articoli di Licia Granello e Emanuela Audisio. Da ragazza dicevo sempre che volevo diventare come loro. Solo leggendo i loro pezzi, so di aver imparato molto". 

#8 - Siamo ormai nel vivo del calciomercato: facciamo un nome per ogni ruolo. Chi sarà un portiere che si trasferirà e cambierà gli equilibri di Serie A?
"Inevitabile: Donnarumma. O chiede scusa e si libera di Raiola - ipotesi per niente probabile - o il Milan lo venderà perchè non credo ad un'annata in tribuna. Liberandosi la porta rossonera, avrebbe inizio un giro interessante di mercato di portieri. Al di là di ciò che ha detto Monchi, Szczesny è un candidato per rimpiazzare Donnarumma". 

#9 - Stessa domanda per quanto riguarda il difensore
"Rudiger. Secondo me andrà all'inter anche se Monchi ha detto che non si muove. Eppure Spalletti lo vuole fortemente e la Roma si sta muovendo molto per rinforzare il reparto arretrato". 

#10 - Altro ruolo, uguale interrogativo: chi si muoverà a centrocampo spostando i livelli di forza nel nostro campionato?
"In questo momento, mi viene in mente Biglia al Milan, anche se ancora non è stato ufficializzato". 

#11 - Ovviamente ultima annotazione per quanto riguarda gli attaccanti.
"Kalinic, ma è un vero punto interrogativo: cosa farà? In realtà sono un mistero anche le intenzioni e il progetto futuro della Fiorentina".