Vincere 9-0 in una fase finale dei Mondiali non capita tutti i giorni. Anzi, per la precisione è accaduto soltanto due volte: la prima nel mondiale svizzero del 1954, quando l'Ungheria di Puskas asfaltò la Corea del Sud per 9 a 0; la seconda ben vent'anni dopo, nel mondiale nella Germania dell'Ovest, il 18 giugno 1974: Jugoslavia-Zaire (la futura Repubblica Democratica del Congo), una partita destinata ad entrare nel libro dei record.

L'ANTEFATTO - Siamo nel gruppo 2 del mondiale tedesco, nel quale troviamo: il Brasile campione del mondo uscente (merito del 4-1 inflitto a noi a Messico '70), la Scozia (che aveva eliminato Danimarca e Cecoslovacchia alle qualificazioni), il semisconosciuto Zaire (allenata dallo slavo Blagoja Vidinic) e la sorprendente Jugoslavia del blocco di giocatori provenienti dall'Hajduk Spalato e dalla Stella Rossa di Belgrado (unica eccezione il centrocampista Petkovic, allora al Troyes). Nella prima partita del girone Brasile e Jugoslavia pareggiano 0-0, match che evidenzia l'indebolimento dei carioca rispetto a quattro anni prima e la grande compattezza degli slavi; dall'altra parte la Scozia batte 2-0 lo Zaire in una sconfitta tutto sommato onorevole per quanto visto in campo. 

MATCH DAY - Nella seconda giornata il Brasile non va oltre lo 0-0 contro la Scozia, complicandosi non poco la vita nel girone. E' il 18 giugno, contemporaneamente va in scena Jugoslavia e Zaire, allo stadio di Gelsenkirchen (la casa dello Schalke 04). I favori del pronostico sono tutti per la squadra allenata da Miljan Miljanic, merito della buona prestazione col Brasile che fa ben sperare per il prosieguo del torneo. 

LA CRONACA - Detto, fatto: al 9°minuto la Jugoslavia è già in vantaggio con Baijevic, bravo ad insaccare di testa dopo l'assist del centravanti Dzaijc. Di lì a poco ci pensano lo stesso Dzaijc e Surjak a mettere al sicuro il risultato, con due reti che valgono il 3-0 per gli slavi dopo soli 18 minuti di gioco. Il tecnico degli africani Vidinic prova a scuotere i suoi cambiando addirittura il portiere (fuori Kazadi, dentro Tubilandu), ma la sostituzione non sortisce alcun effetto. Prima della fine del primo tempo lo Zaire incassa altre tre reti (Katalinski, ancora Bajevic e Bogigevic), intervallate dall'espulsione (ingiusta) di Mulamba al 22°minuto, colpevole secondo l'arbitro colombiano Delgado di avergli dato un calcio. All'intervallo è già 6-0.

UNA DEBACLE - Sotto di un uomo e con un passivo di sei reti la situazione per lo Zaire si fa tragica. Vidinic prova un altro cambio (Maku per Kakoko), quantomeno per salvare la faccia dei suoi, ma la differenza di valori in campo è abissale. Gli slavi non si fermano e dal 60° al 72° segnano altre tre reti: prima con Oblak, poi con Petkovic e infine con lo scatenato Bajevic, che chiuderà il match con una tripletta. E' l'ultimo atto di una partita senza storia, dominata dalla Jugoslavia in tutte le sue fasi e conclusa sul punteggio roboante di 9 a 0, contro uno Zaire lontanissimo dal livello mostrato dalle altre partecipanti al mondiale tedesco.

IL CROLLO INATTESO - Dopo quella roboante vittoria la Jugoslavia pareggerà l'ultima partita del girone 1-1 con la Scozia, passando come prima del girone e lasciando il Brasile al 2°posto (merito del 3-0 con lo Zaire, risultato darà ai sudamericani una miglior differenza reti rispetto alla Scozia). Ma sarà tutto inutile: nella seconda fase a gironi della competizione (la formula prevedeva altri due gironi da quattro squadre, con le vincenti dei rispettivi gironi che si sarebbero poi giocate la finale) la Jugoslavia crollerà sia contro la Germania dell'Ovest (2-0), poi vincitrice del torneo, che contro la Polonia (2-1).
Gli slavi saluteranno così il torneo con 0 punti, ma con la consolazione di essere entrati definitivamente nel mito con quel 9-0 allo Zaire. Almeno fino al prossimo 10 a 0...