José Mourinho è cresciuto. Lo Special One ha rilasciato una lunga intervista a France Football, parlando di come sia cambiato nel corso del tempo: “Adesso sono più calmo. Come persona cerco di essere il contrario di quello che sono come allenatore: provo a essere discreto e silenzioso e a trovare un modo per staccare la spina. Quando vado a casa, non voglio vedere una partita di calcio. Non voglio fare più come qualche anno fa, quando il mio lavoro mi occupava 24 ore al giorno”.

Sulla gestione del gruppo, che in passato è stata uno dei suoi segreti: “La priorità per me è quella di stabilire un rapporto di pace e amore con il gruppo per creare stabilità: nel Manchester United ci sono sempre state forti personalità come Giggs, Scholes e Roy Keane. Oggi ci sono ancora Rooney e Carrick. E Ibra che, pur non essendo inglese e non conoscendo quella cultura, è immediatamente diventato più che un giocatore".

Inevitabile il riferimento all’Inter: “C’era gente come Materazzi, Cordoba, Ibrahimovic, Milito, Thiago Motta… tutti erano disposti a seguirmi. Altro discorso, invece, è avere una squadra con personalità piatte. Dunque, prima di iniziare un lavoro bisogna conoscere a fondo gli uomini con cui si starà a contatto”.