IL TORNEO - La stagione 2004/2005 di serie A vede il trionfo della Juventus di Capello, che vince lo scudetto con grande determinazione ed aggiudicandosi lo scontro finale con il diavolo.

Gli uomini di Capello mettono l'ipoteca sul tricolore dopo le quattro vittorie di fila contro Siena, Roma, Chievo e Reggina, con l'arbitro Paparesta che nella gara contro i gialloblu non convalida un gol regolare a Pellissier, il cui tiro aveva oltrepassato la linea della porta difesa da Buffon dopo aver colpito la traversa.

Il Milan non intende mollare la presa: la squadra di Ancelotti, infatti, riesce ad eguagliare la Juve, ottenendo anch’ essa quattro successi in altrettante partite disputate.

 I rossoneri si aggiudicano il derby della Madonnina, poi sconfiggono Atalanta, Sampdoria e Roma, pur dovendo rinunciare all’ infortunato bomber Shevchenko.

A cinque giornate dal termine, con lo scontro diretto di San Siro ancora da giocare, Milan e Juventus hanno ben 73 punti in classifica. Le due squadre si presentano al grande appuntamento battendo rispettivamente la Fiorentina al Franchi e il Bologna al Delle Alpi, con i bianconeri che archiviano la pratica rossoblu grazie alle reti di Cannavaro e Zalayeta.

Nel frattempo, la Serie A mette in vetrina due risultati a dir poco pirotecnici: il Parma batte con un tennistico 6-4 il Livorno in una sfida a colpi di gol tra Gilardino e Lucarelli, autori entrambi di un poker, mentre il Lecce infligge un pesante 5-3 alla Lazio.

L’8 maggio a San Siro è in programma il tanto atteso match clou tra Milan e Juventus, con in palio lo Scudetto: i bianconeri riescono a espugnare il Meazza per 1-0, grazie al gol da centravanti vero di Trezeguet, che al 28? anticipa Dida e decide la sfida con un colpo di testa.

LA PARTITA - Nei sei minuti finali che passeranno alla storia tra le cose straordinarie del calcio, una bella Sampdoria vede prima sfilarsi dalle mani la vittoria, e poi addirittura il pareggio.

Termina 3-2 per i nerazzurri di Mancini, che hanno il merito di averci creduto fino all'ultimo minuto di recupero; mentre i settemila tifosi blucerchiati non credevano ai loro occhi, vedendo la Samp avanti di due gol a San Siro e ritornare a casa con un pugno di mosche in mano.

Finisce con Mancini che esulta verso la tribuna e porta a casa il ventinovesimo risultato utile consecutivo, consolidando il quarto posto in classifica dell'Inter, per la gioia del pubblico di San Siro letteralmente travolto dalle forti emozioni

Un'Inter che ha attaccato con costanza anche nel primo tempo, ma ha trovato sulla sua strada una difesa blucerchiata combattiva e precisa, forte di un Antonioli strepitoso nei suoi interventi su Cambiasso, Adriano, Vieri e chiunque si trovasse dalle sue parti.  

IL TABELLINO

INTER-SAMPDORIA 3-2 (0-1)

RETI: 43' Tonetto, 83' Kutuzov, 87' Martins, 90' Vieri, 93' Recoba.

INTER (4-3-1-2): Toldo; J.Zanetti, Cordoba, Materazzi, Favalli; C.Zanetti (19'st Martins), Cambiasso, Stankovic; Emre (38'st Karagounis); Vieri, Adriano (32'st Recoba). In panchina: Fontana, Burdisso, Coco, Ze Maria. Allenatore: Mancini

SAMPDORIA (4-4-2): Antonioli; C.Zenoni, Castellini, Falcone (13'st Pavan), Pisano; Diana, Volpi, Palombo, Tonetto; Flachi , Rossini (28'st Kutuzov). In panchina: Turci, Carrozzieri, Pagano, Donadel, Edusei. Allenatore: Novellino.


ARBITRO: Bertini di Arezzo.

IL PROTAGONISTA - Il portiere Antonioli fu il grande protagonista di quella sfida memorabile, nella quale si oppose alla grande agli attacchi nerazzurri, arrendendosi solo nei minuti finali.

Riservato, essenziale, professio­nale a 360 gradi, lui da sempre ai microfoni ed alle telecamere preferisce il profumo del manto erboso.

Tante davvero le parate di questo grande portiere nel corso della sua carriera, classe 1969 di Monza, ex numero uno di Milan, Mo­dena, Bologna e Samdporia, Anto­nioli ha indossato anche la maglia della Roma dal 1999 al 2003; un punto fermo nello scacchiere giallorosso di Capello in occasione delloo scudetto 2001.  

L'EREDE - Non può che essere il buon Viviano, il degno erede del grande portiere Antonioli, che ha lasciato un ottimo ricordo nell'ambiente Samp.

Logicamente c'è il fattore esperienza a rappresentare una barriera tra i due numeri 1, tuttavia Viviano ha ancora diversi anni davanti a se per dimostrare tutto il suo valore, e guadagnare sempre più stima dal popolo blucerchiato.