Andrea Ranocchia lo ha già detto. Fosse per lui, rimarrebbe in Premier League. Certo, il suo Hull City è al momento terz'ultimo a meno tre dal quart'ultimo posto occupato dallo Swansea, come del resto il suo contratto non ha un'opzione al momento delineata per consentirgli di rimanere in Inghilterra. Intervistato da Di Marzio il giocatore - che ha precisato di come con Pioli non abbia mai avuto nessuno tipo di problema - ha però ribadito il suo trovarsi bene in Inghilterra, nonostante alcune difficoltà legate a lingua e meteo. 

L'IMPATTO - “Al mio primo giorno nello spogliatoio dell’Hull City mi hanno ‘costretto’ a salire su una sedia e cantare una canzone. E mò che canto? Mi sono detto, poi ho iniziato ad intonare l’Inno di Mameli”.

IL MIO RAPPORTO CON L'INGLESE - “Ancora oggi faccio un po’ fatica con l’inglese e i primi giorni con la guida a destra ero un disastro. Ho preso due incroci contromano solo il primo giorno. I cerchioni? Già li ho rigati tutti con il marciapiede in manovraHo preso una maestra per l’inglese con la quale faccio sei ore di lezioni a settimana, perché per ora parlo un inglese molto alla buona. Il problema è quando i miei compagni parlano tra di loro: è lì che faccio più fatica. Loro mi aiutano e mi hanno accolto bene: mi stanno facendo capire il loro modo di sentire il calcio. Ammetto che all’inizio ero spaesato, ma ora va alla grande”. 

SERIE A E PREMIER –Quello italiano è molto più tattico, in Premier invece di tattica ce ne è poca: è molto istinto e forza. I giocatori hanno una grandissima forza fisica e sono molto veloci, io mi sto ambientando bene, anche grazie alla scuola italiana, che tatticamente è la migliore che c’è al mondo”.

IL CLIMA - In un mese e mezzo non ho quasi mai visto il sole. Piove praticamente tutti i giorni”.