E' andata male alla Juventus, è vero. Ma non si può certo dire che al Barcellona sia andata meglio. Anzi. L'urna di Nyon, in un venerdì 17 particolarmente adatto ai più scaramantici, ha sfornato (oltre a Real Madrid - Bayern Monaco) un vero e proprio kolossal del calcio continentale. Se proprio si vuole parlare di "beffa completa", c'è da aggiungere che il quarto di finale d'andata dell'11 aprile si disputerà a Torino. Un piccolo vantaggio in partenza, dunque, per gli uomini di Luis Enrique, certi di poter contare su un Camp Nou strapieno al ritorno, il 19. Con la possibilità di ragionare sul risultato da centrare nell'ottica dei 180' e anche sulle proporzioni di un'eventuale rimonta da completare. Insomma, soprattutto alla luce di quanto successo qualche giorno fa ai danni del Psg, non proprio il massimo che ci si potesse aspettare dal sorteggio di Ian Rush.

UNO SGUARDO AL PASSATO - Sette sono i precedenti tra le due squadre, il bilancio è di quasi perfetta parità: 2 vittorie bianconere, 2 pareggi e 3 successi blaugrana. Lo scontro più recente è anche quello più prestigioso: finale di Champions del 2015, persa 3-1 da Tevez e compagni dopo che Morata aveva illuso con il provvisorio gol del pari. Se invece vogliamo vestire i panni dei veri nostalgici, dobbiamo tornare indietro di ben 14 anni: stagione 2002/2003, quando le due compagini si affrontarono in semifinale. Per intenderci, il doppio confronto deciso dal leggendario piattone di Zalayeta al Camp Nou, ai supplementari e in inferiorità numerica. Uno sforzo (oltre che un autentico miracolo sportivo) poi però reso vano dai rigori di Manchester, da cui uscì trionfante il Milan. E sui singoli? L'impianto del Barça allestirà un doveroso red carpet per accogliere per la prima volta a un anno dall'addio Dani Alves, uno che in carriera con quella maglia ha alzato al cielo 23 trofei tra nazionali e internazionali (tra cui 3 Champions, 3 Supercoppe europee e 3 Mondiali per Club). Impossibile soprassedere anche sulla nuova puntata della saga Chiellini vs Suarez, inaugurata a suon di canini ai Mondiali del 2014.

PUNTI DI FORZA E PUNTI DEBOLI - Inutile girarci troppo intorno: i pregi di questa squadra sono tendenti all'infinito. Il Barcellona sa fare gol in tutti i modi: in tal senso, negli ultimi 3-4 anni è maturato perché sì ancora fulgida espressione di un tiqui-taca sempreverde (e a volte stucchevole), ma anche machiavellico carrarmato in grado di provare soluzioni alternative per trovare la via gol. Ecco perché assumono importanza capitale gli acuti dei singoli, spesso e volentieri sui calci piazzati non più affidati al solo Leo Messi. Un nome a caso? Neymar da Silva Santos Junior:

In generale, tra triangolazioni, sovrapposizioni e tagli continui che coinvolgono gli esterni di difesa e centrocampo, è tutta la MSN che gira e si trova a meraviglia, pur non essendo questa la loro miglior stagione "collettiva" in termini realizzativi. Occhio, però: questo dato non va considerato in campo europeo. Con 26 centri dopo 8 partite dall'inizio della competizione (media spaventosa di 3,25 a incontro), si tratta dell'attacco più prolifico del torneo. Intesa naturale, lapalissiana tecnica di base e meccanismi rodati a parte, c'è un altro segreto di cui la Juventus dovrà per forza di cose tener conto: l'immortalità di Andrès Iniesta. Talmente al centro del gioco offensivo che, fatti alla mano, si può tranquillamente definire 3-3-1-3 il modulo più frequentemente adottato da Luis Enrique. Vedere per credere:

Concetti tecnico-tattici tutti riassumibili con un unico termine: imprevedibilità. Su questo, probabilmente, i marziani catalani non hanno eguali al mondo. E' l'aspetto vitale su cui bisognerà lavorare sodo per limitarne almeno parzialmente l'efficacia negli ultimi 30 metri. Per farla breve, l'uno contro uno in velocità tra Barzagli e il "Deulofeu di turno" non potrà (e dovrà) mai riproporsi:

Ma allora tutto è perduto già in partenza? Nient'affatto. Perché, anche se in misura esigua, il Barcellona qualche difettuccio ce l'ha. Basta analizzare le ultime due sconfitte rimediate: quella in campionato sul campo del Deportivo e quella in casa del Psg all'andata degli ottavi di Champions. 180 minuti che hanno messo a nudo le quattro situazioni che più mettono in difficoltà quest'anno i catalani: le palle da fermo, i tagli improvvisi dell'attaccante alle spalle del centrale, l'inserimento a rimorchio dei centrocampisti e la rapidità degli esterni quando puntano e si accentrano. Tradotto in potenziali uomini-chiave: Bonucci (Chiellini), Higuain, Khedira e Cuadrado (Pjaca).

Ciò che più incuriosisce sin da adesso, a bocce ancora ferme, è valutare l'impatto che avrà il miglior attacco della competizione sulla retroguardia meno battuta (appena 2 reti prese). Considerate tali premesse, più che HD contro MSN sarebbe più lecito attendersi una MSN contro il Muro bianconero, una volta denominato BBC ma ormai composto stabilmente da quattro interpreti. Già, perché la bravura e - perché no - la spavalderia di Allegri si confermerebbero in base all'eventuale riproposizione del suo rivoluzionario dettame tattico. Presentarsi senza timori anche al cospetto degli 'alieni' con il 4-2-3-1, che tanto equilibrio (e soddisfazioni) ha regalato in stagione, vorrebbe significare aver preso in via definitiva la squadra in mano, sterilizzandola da qualsiasi influenza ereditaria del 3-5-2 di contiana memoria. Approdare in semifinale proprio grazie a un'idea tattica al 100% farina del proprio sacco, poi, sarebbe davvero l'apoteosi.

LIVELLO DI DIFFICOLTA' - ? ? ? ? ?

FORMAZIONE TIPO (3-4-3): ter Stegen; Mascherano, Piquè, Umtiti; Rafinha, Busquets*, Rakitic, Iniesta; Messi, Suarez, Neymar. All. Luis Enrique

(* squalificato, salterà la gara d'andata: al suo posto probabile l'impiego di André Gomes)