Meno di un anno fa tutta l’Italia elogiava il Sassuolo. La stagione 2015-16 si era chiusa con un trionfale 6°posto e una qualificazione ai preliminari di Europa League. Di Francesco era diventato in poco tempo l’allenatore dell’anno con il suo 4-3-3 di ispirazione zemaniana, letale davanti (49 gol fatti), ma attento anche alla fase difensiva: testimonianza sono i 40 gol subiti da Consigli in campionato (meno di Sczsesny, Donnarumma e Tasarusanu). Era un Sassuolo ammazzagrandi, capace di battere Napoli, Juventus, Milan e fare ben 6 punti contro Lazio e Inter.

Stagione 2016-17, 28 giornata, il mondo sembra capovolto: il Sassuolo galleggia a metà classifica con i suoi 31 punti (un anno fa di questi tempi ne aveva già 44), è a -21 dal 6°posto dell’Atalanta ed a +16 dal Palermo terzultimo, ma solo grazie a un rendimento pessimo delle ultime. Numeri che si riflettono nel rapporto tra gol fatti e subiti: 35 gol fatti e ben 43 subiti, già 3 in più dello scorso anno e con ancora 10 partite da giocare.

Perché questo crollo? Quali sono le ragioni della metamorfosi degli emiliani? Proviamo ad analizzare alcuni punti che hanno determinato la metamorfosi in negativo di Acerbi e compagni:

L'EUROPA LEAGUE

Se hai la prima partita importante della stagione il 28 luglio (preliminari di Europa League contro il Lucerna) devi per forza anticipare la preparazione atletica. Un carico di lavoro che poi alla lunga si fa sentire e magari arrivi a metà stagione con le gambe che girano la metà degli avversari. In un modulo dispendioso come il 4-3-3 tutti devono dare il proprio contributo in termini di corsa e dinamismo e la doppia competizione è sembrata più un onere che un onore. La brillantezza di agosto e settembre poi si paga, a meno che non si prendano le dovute precauzioni e si faccia ampio uso del turnover.
Sempre che non ci siano infortuni di mezzo

Eusebio DI Francesco, tecnico del Sassuolo (Getty(

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PROBLEMA INFORTUNI

Tanti uomini chiave del Sassuolo infortunati. Il caso più spinoso è quello capitato a Domenico Berardi, l'anno scorso protagonista della cavalcata verso l'Europa con 7 gol e 6 assist. Fuori dal 28 agosto per uno stiramento ai legamenti del ginocchio, sarebbe dovuto rientrare ad ottobre, ma tra ricadute e diagnosi errate il calabrese è tornato sui campi soltanto a gennaio 2017, collezionando 3 assist e nessun gol in 10 partite. Ma non finisce qui: aggiungiamo a ciò la rottura del crociato di Magnanelli (il vero equilibratore tattico di Di Francesco), la rottura del tendine d’achille di Biondini, gli infortuni alterni di Missiroli, Antei, Duncan, Sensi e Defrel ed ecco spiegato il quadro. Se non è emergenza questa.

LA CAMPAGNA ACQUISTI 

Arriviamo al cuore del problema: nella scorsa campagna acquisti il Sassuolo ha venduto alcune pedine fondamentali per il 4-3-3 del tecnico pescarese: Vrsaljko direzione Atletico Madrid, terzino che garantiva una quantità di cross impressionante e rendimento costante su tutta la fascia destra; Sansone al Villareal, alter ego di Berardi sulla fascia sinistra, esterno offensivo che in Spagna si è confermato tra i migliori nel ruolo (7 gol e 4 assist finora); Falcinelli in prestito al Crotone, una cessione da non sottovalutare visto che Diego finora ha già segnato 8 gol, bottino che avrebbe fatto comodo a Di Francesco con i continui infortuni incorsi a Berardi e Defrel. Apprezzabile la scelta di affidarsi ai giovani, ormai un mantra del club di Squinzi, ma non si può pretendere da giocatori come Adjapong, Lirola, Sensi, Mazzitelli, Iemmello e Ricci la stessa qualità dimostrata da altri. 

E allora, viste tutte queste variabili, la vera domanda è: si poteva fare più di così?