Il 31 maggio 2015, con la doppietta rifilata all'Empoli all'ultima giornata, andava a vincere con 22 centri totali il titolo di capocannoniere, a pari merito con Luca Toni. Ma la sensazione è che, tra il Mauro Icardi di due anni fa e quello attuale, ci sia un abisso in termini di personalità, carisma e killer instinct. A maggior ragione dopo la tripletta messa a segno ieri all'Atalanta, che mai nella sua storia aveva incassato 5 gol in Serie A in una singola frazione di gioco. L'onda anomala interista ha travolto senza pietà il rampante gruppo di Gasperini grazie anche alla strepitosa prestazione di Ever Banega. Ma se ti trovi a segnare la prima tripletta in carriera (condita da due assist) e non sei l'unico e incontrastabile protagonista della domenica, vuol dire che c'è chi ha fatto qualcosa di ancor più clamoroso. Maurito, appunto: tre reti nel giro di appena nove minuti (record nella storia nerazzurra, davvero un bel modo per festeggiare i 109 anni dalla nascita del club), realizzate complessivamente a 27 minuti dall'inizio della partita (terzo miglior dato di sempre per la società, dopo i 4' di Meazza del 1930 e i 18' di Lorenzi del 1947). Destro, sinistro e di testa: quest'anno soltanto Bacca al primo turno contro il Torino era riuscito a sfoderare il 'repertorio completo'.

L'Icardi letale versione 2016/2017, dunque, è molto più di una semplice statistica da ricordare negli anni a venire. Con 20 marcature (di cui 15 a San Siro) e 4 assist collezionati (8 secondo il calcolo Opta) dopo 28 giornate è il giocatore che in Serie A ha messo più volte lo zampino in zona-gol. Come se non bastasse, nei cinque principali campionati europei nessuno finora è riuscito a totalizzare così tante marcature multiple, ben 7 (6 doppiette e 1 tripletta). Il verdetto è piuttosto scontato: è vero che degli attuali 20 centri (sui 53 di tutta la squadra) solo 5 sono risultati decisivi ai fini della vittoria, ma se parliamo del valore assoluto del giocatore (e della sua appetibilità fantacalcistica) siamo a livelli difficilmente pareggiabili.

A questo punto la domanda è d'obbligo: può Mauro Icardi vincere un altro titolo di capocannoniere? La lotta con i vari Belotti, Dzeko e Higuain - potremmo scommetterci - durerà fino all'ultimo minuto. Male che vada, per l'argentino potrebbe comunque essere proprio questa la miglior annata della sua carriera. Per eguagliare il record personale di 22 reti gli basterà bucare la porta avversaria solo altre due volte. Calendario a parte (Sampdoria, Milan, Napoli, Sassuolo e Udinese in casa, Torino, Crotone, Fiorentina, Genoa e Lazio in trasferta), ciò che fa più sperare, oltre alla strepitosa media di 0.85 gol a incontro, è l'aver ritrovato un trend emblematico: il bomber nerazzurro è andato a segno in tutte le ultime tre partite di campionato (Roma, Cagliari, Atalanta), cosa che non gli riusciva dallo scorso mese di settembre (Pescara, Juventus, Empoli). Può finire in crescendo, può finire in bellezza. Per salire sempre più rapidamente verso la vetta degli attaccanti più prolifici nella storia dell'Inter.