Di figli d'arte ve ne avevamo già parlato nella puntata riguardante Weah Jr, attaccante classe 2000 reduce da una fresca fresca tripletta in Youth League con la maglia del PSG under 19. Allora vi dicevamo che il cognome da solo non basta per fare carriera, anzi, se da una parte apre sicuramente qualche portone, dall'altra porta con se qualche pressione, qualche aspettativa e soprattutto qualche pregiudizio in più. La deadline tra le due cose, dove finiscono i vantaggi e iniziano gli svantaggi è rappresentata spesso e volentieri dal passaggio tra il calcio giovanile, dove se sei figlio di.. in Primavera almeno ci arrivi, al calcio dei grandi dove non conta più fare un favore o sperare nella genetica ma dove l'unica cosa importante è il risultato. I due esempi più recenti e lampanti sono rappresentati da una parte da Christian Maldini, arrivato fino al Milan Primavera e ora giocatore della Pro Sesto, in Serie D, dopo un'esperienza a Malta e dall'altra da Federico Chiesa, ex figlio del grande Enrico tra i giovani viola dove i fenomeni sembravano altri e ora capace di splendere di luce propria in Serie A. Ora, per quanto promettente non possiamo ancora garantirvi che Timothy Weah faccia come l'esterno della Fiorentina, le qualità ci sono ma per ora le ha dimostrate solo tra i giovani, qualità che sembra avere anche un altro figlio d'arte, figlio di un altro ex attaccante del Milan, Justin Kluivert. Solo che poi l'olandese ha esordito in prima squadra e dandoci occasione di affermare una cosa, semplice quanto certa: il ragazzo splenderà di luce propria!

CHI E' - Justin è nato a Zaandam il 5 maggio del 1999 e proprio come il padre ha fatto tutta la trafila delle giovanili dell'Ajax mostrando da subito qualità straordinarie che gli permisero di bruciare le tappe sin dai primi anni. A 16 anni appena compiuti ad esempio arriva l'esordio nell'Under 19 dei lancieri con i quali però inizia a fare la differenza "solo" nel finale della scorsa stagione quando nei tre spezzoni per un totale di 106 minuti che gli regala mister Peereboom lui confeziona tre assist per i compagni. Dalla stagione successiva, questa, proprio quando il padre lascia lo staff biancorosso per approdare al PSG, lui viene ritenuto pronto non solo al salto in pianta stabile nell'Under 19 ma gli viene chiesto anche di guidare la squadra. I numeri per indicare quanto indovinata sia questa scelta valgono più delle parole, Justin infatti in soli 3 mesi mette insieme 8 presenze condite da 5 gol e 6 assist. Altro giro e altro regalo nel Luna Park dei Kluivert, le sue prestazioni infatti non sono sfuggite all'occhio di Marcel Keizer, tecnico della seconda squadra militante nella seconda serie olandese dove a suon di prestazioni e dribbling si è guadagnato nel mese di dicembre la maglia di titolare che ha onorato con 2 gol e altrettanti assist, tutti di pregevole fattura, tanto da far scattare i primi paragoni: il ragazzo però non ricorda il padre Patrick ma il campione del Real Madrid Cristiano Ronaldo. Anno nuovo e vita nuova, anche la Jupiler League iniziava a stare stretta al diciasettenne ritenuto ormai pronto all'ennesimo grande salto: la prima squadra. E' il 15 gennaio 2017 quando sulla lavagnetta del bloccatissimo match contro lo Zwolle al minuto 39' compaiono i numero 11 e 45, il primo è quello di uno spento Younes destinato a lasciare il campo, il secondo quello del nostro Justin pronto, a 17 anni, 8 mesi e 10 giorni, a cominciare a scrivere la sua personalissima storia nel mondo del calcio dei grandi, staccandosi definitivamente dal padre. La sua prima gara è un veloce spaccato delle sue qualità, dribbling e assist, da uno di questi è nata l'azione che ha portato al rigore che ha sbloccato la gara poi vinta dai lancieri. Il suo debutto in prima squadra segna anche un altro, curioso quanto emblematico, record: Justin Kluivert è stato il primo giocatore in questa Eredivisie a portare a termine tutti i dribbling tentati, sei su sei.

CARATTERISTICHE TECNICHE - Come dicevamo prima Justin assomiglia al padre solo per quanto riguarda i colori e i lineamenti del viso, per quello che più ci interessa invece, ovvero il lato tecnico, in patria viene paragonato principalmente a due giocatori: i più prudenti lo associano ad Afellay, uno che, un po' come Patrick, in Olanda fece magie salvo poi non ripetersi tra Barcellona, Schalke e Stoke, gli altri invece, quelli un po' più speranzosi, lo paragonano al primo Cristiano Ronaldo. Chi vi scrive invece pensa che potremo parlare semplicemente di Justin Kluivert, uno di quei giocatori che, potenzialmente, non si paragona ma viene utilizzato per paragonare gli altri a lui. In campo, seppur abbia giocato anche da prima punta, rende al meglio nella posizione di esterno d'attacco, destro o sinistro in quanto perfettamente ambidestro. Brevilineo, non velocissimo ma agile e tecnicamente superbo, capace di una coordinazione e di un'equilibrio eccellenti, unito ad un controllo di palla strepitoso, fanno di lui un autentico specialista del dribbling. Come se tutto questo non bastasse, ha una visione di gioco ed una capacità di verticalizzare e di mettere l'ultimo passaggio davvero unica.

PERCHE' TENERLO D'OCCHIO? - Va tenuto d'occhio perché, e potete scommetterci, stiamo parlando di un autentico possibile fenomeno, uno dei migliori a livello mondiale della sua annata. Uno che in pochi mesi passa senza batter ciglio dall'Under 19, alla Jupiler League, l'equivalente della nostra serie B, fino all'Eredivisie risultando sempre tra i migliori in campo non può che essere un predestinato. Justin inoltre, grazie alle sue doti tecniche e di dribblatore è uno di quei calciatori ad alto tasso di spettacolarità, uno di quelli che da solo vale il prezzo del biglietto. Uno di quelli di cui il calcio ha bisogno.

Kluivert con la maglia dei lancieri (getty images)

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A CHI SERVIREBBE IN SERIE A? - Premesso che, come abbiamo appena detto, un giocatore così spettacolare servirebbe a chiunque e come il pane alla nostra Serie A sempre più povera di talento puro è ovvio che, viste le sue qualità già mostrate in prima squadra, ormai sia accessibile solo e forse alle più grandi del nostro campionato. Dovendo rispondere alla domanda quindi, chi vi scrive escluderebbe il Milan perché nonostante non abbia dubbi sull'assoluto talento del ragazzo sfidare la sorte non è mai cosa giusta e di Kluivert in maglia rossonera se ne è già bruciato uno, la preferenza sarebbe per la Roma: tecnica, senso della giocata, amante del dribbling e della verticalizzazione nello scacchiere di Spalletti sarebbe una gioia per gli occhi. Sognare non costa niente ma purtroppo è l'unica cosa gratis!


"Saranno Famosi", come il telefilm degli anni '80 o gli amici di Maria De Filippi. Una rassegna settimanale - con due uscite in programma, sempre di martedì - sui giovani talenti chiamati ad essere i protagonisti del domani: aneddoti, analisi e giocate degli Under 23 di tutto il mondo che potrebbero, perché no, divenire un giorno beniamini della nostra Serie A. Dal 18enne brasiliano che vanta già numeri da capogiro in patria, al 20enne inglese che difficilmente riuscirà ad adattarsi al nostro campionato, senza dimenticare il giovane italiano costretto al girovagare tra serie minori e squadre Primavera. Perché non si vive di soli FG Files, ma anche di possibili colpi del domani. Fg Young, per servirvi.