Un calcio di punizione da posizione defilata, vicino alla bandierina, messo in mezzo al 92’, nel momento della disperazione. Disperata era anche la situazione di classifica della Cremonese, quel pomeriggio in trasferta a Bergamo contro l’Atalanta. E disperata era la corsa in mezzo all’area di quel portiere, al secondo anno di A e al settimo con la maglia grigioverde. Disperata e pazza, ancor più pazza di quello che appare oggi, ogni qual volta un portiere, all’ultimo assalto, in caso di corner o calcio piazzato sale nell’area avversaria, nel momento di lucida follia, ma con un appiglio: ogni tanto, è possibile. Perchè ci sono stati Taibi, e prima di lui, Michelangelo Rampulla.

Compie un quarto di secolo il primo gol su azione di un portiere in Serie A: era il 23 febbraio del 1992, e quel gelido Atalanta-Cremonese entra nella storia del calcio italiano, con la zuccata del portiere ospite, che fissa il risultato sul pari, dopo il vantaggio nerazzurro con Bianchezi.

Prima di Rampulla, 25 anni fa, nessun portiere era riuscito a segnare da bomber consumato: aveva qualche gol all’attivo, ma su calcio di rigore, il mitico Rigamonti, ma quel che fece Rampulla con quell’1-1, nonostante si fosse rivelato in seguito inutile ad evitare la retrocessione della Cremonese, fu immediatamente leggenda, avendo incarnato il sogno proibito di ogni ragazzino che inizia la sua avventura calcistica tra i pali.

E se ci vollero altri 9 anni per vedere il secondo (e unico) altro gol di un portiere nella nostra massima serie, è chiaro il quadro dell’impatto storico e nell’immaginario dei tifosi di quel colpo di testa, che in un attimo trasformò un portiere di provincia in un eroe: il destino, dopo quel gol, regalò al portiere siciliano l’avventura alla Juventus come vice Peruzzi, e la conquista, seppur da comprimario, dell’ultima Champions League bianconera, oltre che di quattro scudetti. L’estate scorsa anche qualche mese da presidente della Cremonese, la squadra che lo aveva consegnato alla storia: oggi il club lombardo è in Lega Pro, senza aver più ritrovato i fasti della Serie A. Ma quel pomeriggio di 25 anni fa, alla Cremonese e a Michelangelo Rampulla, non lo porta via nessuno.