Il 5 a 0 subito domenica contro il Pescara è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso per Preziosi, troppo sonora la sconfitta, troppo brutta la sua squadra per essere vera e soprattutto troppo pochi i soli 2 punti raccolti nelle ultime nove gare per non intervenire. Come sempre, in questi casi, a pagare è l'allenatore e Juric, una carriera intera sotto la Lanterna, nelle ore successive alla debacle abruzzese è stato sollevato dall'incarico. Al suo posto è stato chiamato, con contratto fino al 2018, Andrea Mandorlini, fermo da più di un anno dopo la fine del suo rapporto con il Verona, iniziato con una promozione in Serie B, proseguito con un'Europa solo sfiorata e terminato nel peggiore dei modi, con un esonero quando la squadra era ultimissima in classifica, quasi retrocessa già a dicembre. Toccherà a lui, al suo carisma da condottiero e alla sua concretezza da trapattoniano doc raddrizzare una barca che sta affondando, ce la farà? Come si comporterà? E, soprattutto, cosa cambierà nelle nostre rose?


Ecco a voi il Genoa di Mandorlini:

IL MODULO - Una cosa è certa, non rivedremo più il "piacevole" e spregiudicato 3-4-3 di Juric, con Mandorlini la concretezza viene prima dello spettacolo e questa, in numeri, si traduce in 4-3-3 che molto assomiglia ad un 4-5-1. Il suo dogma tattico prevede una difesa a 4 che difende molto bassa e che mai rischierà la tattica del fuorigioco, per questa impostazione i difensori centrali dovranno essere forti fisicamente piuttosto che veloci mentre lateralmente ci sarà sempre un terzino di spinta e uno più di copertura. Ruolo chiave lo avrà il centrocampista centrale, un regista con i piedi buoni ma anche, e soprattutto, con una struttura fisica importante mentre il tridente sarà formato da due esterni veloci e scattanti ai quali sarà chiesto totale dedizione in fase difensiva, in pieno stile Iturbe-Juanito Gomez del suo Verona migliore, e un fulcro del gioco in mezzo che dovrà si finalizzare il lavoro dei compagni ma anche fare sportellate e difendere il pallone per far salire la squadra nei momenti di difficoltà proprio come faceva Luca Toni nel suo passato gialloblu. Nei suoi ultimi mesi in riva all'Adige ha utilizzato anche un 5-3-2 molto coperto dettato più dalla necessità in quel momento e dall'esigenza di far convivere Pazzini e Toni che per una reale convinzione, improbabile quindi che tenti di ripetere lo stesso esperimento per favorire la coppia Pinilla-Simeone.

Mandorlini con la casacca del Verona (getty images)

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LA DIFESA - Non è così scontato che già da domenica si passi in pianta stabile alla difesa a 4 ma è certo che è su questa base che Mandorlini vorrà plasmare il suo Genoa. La linea difensiva avrà ancora come punto di riferimento Burdisso con al suo fianco uno tra Munoz, Izzo e Biraschi in attesa del rientro di Gentiletti, calciatore che come caratteristiche si sposa perfettamente con le idee di calcio del tecnico di Ravenna. L'attuale rosa rossoblu non ha terzini di ruolo, possibile quindi che venga chiesto a Izzo di adattarsi sulla destra e a Orban di allargarsi sulla sinistra, nel caso invece di uno schieramento più offensivo entrerebbero in competizione per una maglia anche Edenilson da una parte e Laxalt o Beghetto dall'altra. Quest'ultimo comunque difficilmente troverà giovamento dal nuovo sistema tattico. Menzione a parte per Brivio che, finito fuori rosa per un litigio con Juric, potrebbe essere reintegrato anche se Mandorlini dimostrò già di non vederlo nel ruolo di terzino perchè troppo offensivo già nel 2014/15 a Verona. Ovviamente confermato Lamanna tra i pali.

IL CENTROCAMPO - Come abbiamo visto sopra sarà fondamentale per l'andamento del Genoa targato Mandorlini il rendimento del regista centrale che deve essere capace di far girare la squadra ma soprattutto forte fisicamente e bravissimo in fase di interdizione, non a caso, nel suo Hellas Verona migliore, con Jorginho e Tachtsidis quest'ultimo aveva le chiavi del centrocampo mentre l'italo-brasiliano giocava mezzala. In attesa del rientro di Veloso quindi è probabile che le chiavi del centrocampo vengano affidate a Cataldi o a Rigoni se dimostrerà di saper tornare alle origini indietreggiano di una decina di metri rispetto a quanto fatto negli ultimi anni. Chi non troverà posto al centro potrebbe essere schierato come mezzala insieme a Hiljemark, questi dovranno stare attenti alla sostanza di Cofie che per caratteristiche potrebbe rappresentare il giocatore ideale del nuovo mister e quindi scalare presto le gerarchie. Capitolo a parte lo merita Edenilson, il brasiliano nato come terzino destro di spina finora si è ritagliato spazio come quarto di centrocampo e il suo ruolo non è previsto dal futuro schema, difficile quindi ipotizzarne un utilizzo anche se la sua storia e le sue caratteristiche ricordano vagamente quelle di Romulo, arrivato a Verona da terzino e trasformato in mezzala destra capace di difendere e di attaccare risultando spesso decisivo in zona bonus fino a meritarsi la maglia della Nazionale. Ipotizzare un Edenilson terzo di centrocampo oggi è fantascienza, domani potrebbe essere la vostra scommessa vinta!


Edenilson in azione a Pescara (getty images)

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L'ATTACCO - Come avviamo visto difficilmente si proverà a far coesistere i due attaccanti di peso Pinilla e Simeone, quest'ultimo quindi sarà il riferimento centrale e il cileno il suo valido sostituto. Di particolare importanza il ruolo degli esterni per il tecnico già campione di Romania con il Cluj, con la squadra bassa a difendere questi devo arretrare a dare una mano alla linea difensiva e devono poi essere velocissimi e trasformare l'azione da difensiva in offensiva una volta recuperata palla. Il più indicato a svolgere questo gravoso lavoro ci sembra Lazovic, sempre più uomo a tutta fascia, mentre quello che vediamo più in difficoltà è Taarabt, troppo indietro di condizione da aiutare in modo significativo nella fase di non possesso. Sconsigliato quindi il marocchino il terzo giocatore offensivo potrebbe essere uno tra Palladino e Ninkovic anche se, soprattutto contro le squadre più attrezzate, non è da scartare l'ipotesi di un avanzamento di Laxalt o del solito Edenilson, proprio in perfetto Romulo-style. Difficile la collocazione tattica di Morosini, trequartista che poco si sposa con il 4-3-3 mentre l'outsider potrebbe essere Goran Pandev: avete presente il lavoro che faceva il macedone con l'Inter di Mourinho? Ecco, Mandorlini ai suoi esterni chiede la stessa identica cosa!