Zamparini lo sapeva. Sapeva benissimo che Andrea Belotti sarebbe diventato uno dei più grandi attaccanti italiani in circolazione, nonché punto di riferimento della Nazionale. Sapeva che venderlo per soli 7.5 milioni di euro al Torino era un suicidio. Forse, però, non poteva prevedere che sarebbe cresciuto così tanto così in fretta. Vederlo lì, in cima alla classifica marcatori a 19 reti dopo 26 giornate, a pari merito con due mostri sacri come Dzeko e Higuain, può fare impressione, ma fino a un certo punto. Perché già ai tempi di Palermo si potevano intravedere le caratteristiche tipiche del bomber vero, quello che la insacca una volta sì e l'altra pure. Di sinistro, di destro, di testa: l'importante è metterla dentro. In rosanero ci è riuscito 16 volte in due anni, in granata è già a quota 31, dopo i 12 centri dello scorso campionato. Un crescendo continuo, con Cairo che ha già fatto sapere di una clausola da 100 milioni da versare per portarselo via. Giusto un pelino in più di quanto è riuscito a ricavarne l'ormai ex presidente dei siciliani...
Difesa a quattro composta da Michele Fornasier (biennio alla Sampdoria prima dell'approdo a Pescara), Guglielmo Stendardo (prima vera esperienza da professionista con i blucerchiati, in Serie B, tra il 1998 e il 2003), Medhi Benatia (80 presenze e 6 gol a Udine prima dei trampolini Roma, Bayern Monaco e Juventus) e Hugo Campagnaro (biennio felice a Genova, poi la lunga e positiva parentesi a Napoli).
Centrocampo a quattro che, oltre a Cuadrado, vede l'inserimento di Lucas Torreira (autentica rivelazione del campionato di B 2015/2016, chiuso con una promozione sfiorata), Afriyie Acquah (due anni a Palermo, con cui ha esordito in Serie A) e Diego Laxalt (appena quattro apparizioni a Empoli prima del passaggio al Genoa).
Sulla trequarti, a supporto dell'unica punta Belotti, c'è Valter Birsa: per lui un'annata con molte più ombre che luci al Milan (2013/2014), condita da 21 presenze complessive (di cui 4 in Champions League) e 2 marcature.
C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.
Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".
Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.