A distanza di mesi, e con alle spalle una decisione convinta sul continuare a nuotare, Federica Pellegrini, al Corriere della Sera, è tornata sulla finale dei 200 sl a Rio, provando a spiegare il fallimento della spedizione brasiliana: "Quella finale è stata l'unica cosa sbagliata in un anno da incorniciare. Mi sono ascoltata dentro a lungo, ho parlato con l'allenatore Matteo Giunta e alla fine abbiamo capito che la causa è stata la vicinanza al ciclo. L'ho calcolato malissimo, e mi sono trovata a gareggiare nel momento per me peggiore fisicamente: mi sentivo come su un'altalena, con cali e stanchezze repentine. In finale ero un'altra persona rispetto al giorno prima. Ma non mi attacco a scuse: è un aspetto che ho sottovalutato. Non ammetto però più che possa venirmi affibbiato il solito problema mentale. È passato il tempo in cui ero la bambina alle prima armi. Era la mia quarta finale olimpica, sapevo cosa mi giocavo".  


NON MI RITIRO, MA... - "Ho pensato al ritiro, ma alla fine ho optato per andare avanti. Non avrei mai accettato di smettere con quell'ultimo ricordo del nuoto. Il gossip su di me? Quando qualcosa va un po' fuori dall'ordinario si scatena il finimondo. Io vorrei che la mia vita privata restasse tale, ma purtroppo, soprattutto in città come Roma e Milano, faccio fatica: venti paparazzi alla volta 24 ore su 24".