Se dovessimo indicare alcuni tra i migliori 'arieti' ad aver giocato in Italia negli ultimi 20 anni, un posto lo riserveremmo anche per lui. Senese di nascita ma cosmopolìta d'adozione, vista la sua militanza tra Cagliari, Inter, Chievo, Lazio, Valencia, Parma, Manchester City, Reggina, Udinese e persino Montreal Impact, Bernardo Corradi è stato tra i primi protagonisti del calcio moderno a lasciare la Serie A per andare a giocare all'estero. Ma è forse anche l'unico, insieme con Stefano Fiore, a non averlo fatto per motivi esclusivamente tecnici e/o di prestigio...

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#1 - La tua vita adesso: cosa fai, dove vivi, come si sviluppa la tua giornata?

"In questo periodo sto ultimando un master a Coverciano per conseguire l'abilitazione al ruolo di allenatore, dopo aver già ottenuto quella per Direttori Sportivi. Io lo chiamo 'aggiornamento del software personale': ho lasciato il calcio giocato ormai da 5 anni, è il momento di tornare in pista sotto altre vesti".

#2 - I social network: li usi? Se sì, quali? Che rapporto hai oggi con i tifosi, tanto nella vita reale quanto a distanza, mediante la rete?

"Sono sincero: devo migliorare molto. Ho aperto gli account con l'inizio dell'avventura a Mediaset, ma non li utilizzo. Basti pensare che non seguo nessuno su Instagram e che su Twitter ho lasciato solo qualche traccia diverso tempo fa. Mia moglie invece è molto social, per cui in famiglia ci compensiamo (ride, ndr)". 

#3 - Una squadra, un compagno, un allenatore e un Presidente che ti è rimasto nel cuore

"E' chiaro che i ricordi migliori sono legati alle squadre in cui ho ottenuto i risultati sportivi migliori: mi vengono in mente il primo e irripetibile Chievo e la Lazio. Poi ho fatto un anno buono a Parma e uno stupendo a Udine, dove ottenemmo addirittura la qualificazione in Champions League. Come compagni ho avuto la fortuna di legare un bel numero di amicizie, tant'è vero che ancora oggi con molti di loro andiamo a cena o in vacanza. Un presidente? Campedelli a Verona calcisticamente è cresciuto con noi, la famiglia Pozzo è un esempio da seguire".

#4 - Quale l'aneddoto calcistico più folle, curioso, strano della tua carriera?

"La prima volta che giocai in Nazionale fu un'autentica sorpresa. Di solito venivo preallarmato, ma poi alla fine andavo sempre in tribuna. Quella volta, però, si fece male Vieri e il team manager mi disse 'preparati perché tocca a te'. E infatti fu la prima volta per me, Miccoli e Camoranesi (Italia-Portogallo 1-0 del 12 febbraio 2003, ndr). Giocare e segnare il gol decisivo fu un qualcosa di unico".

#5 - In carriera chissà con quanti moduli di gioco sarai stato impiegato. Ma qual è il tuo preferito e perché?

"Ho sempre giocato con una punta veloce vicino oppure con due esterni alti, come Luciano e Manfredini ai tempi del Chievo, trovandomi sempre bene. Per cui il 4-4-2 o il 4-3-3, sono gli schieramenti ideali per mandare in crisi le difese avversarie".

#6 - Qual è il gol che avresti voluto segnare nella storia del calcio?

"In carriera ho giocato tre finali, Coppa di Spagna, Supercoppa di Spagna e Coppa Italia, segnando in due su tre. Un bottino sicuramente soddisfacente, anche se credo che fare gol ai Mondiali sarebbe stato speciale".

#7 - C'è un rimpianto nella tua carriera? Oppure qualcosa che hai fatto ma che se tornassi indietro cambieresti?

"Sono andato all'estero nel momento sbagliato. Era il 2004, io e Fiore ci trasferimmo al Valencia per salvare la Lazio. Forse fare qualche anno in più in Italia sarebbe stato meglio per la mia carriera".

#8 - Primo consiglio ai fantallenatori: un portiere su cui puntare questa settimana

"Considerate le difficoltà del Pescara nel trovare il gol, dico Reina".

#9 - Secondo consiglio ai fantallenatori: un difensore su cui puntare questa settimana

"Acerbi".

#10 - Terzo consiglio ai fantallenatori: un centrocampista su cui puntare questa settimana

"Sta vivendo un momento di leggero appannamento, ma Hamsik resta un giocatore devastante. E anche Nainggolan è una certezza".

#11 - Ultimo consiglio ai fantallenatori: un attaccante su cui puntare questa settimana

"Assolutamente Icardi: non è un attaccante che resta a secco per molto tempo, col Chievo segnerà di sicuro".