Ciro Immobile e Luis Alberto, ma anche Sergej Milinkovic-Savic. Sono almeno tre i volti nobili di una stagione, quella laziale, all'insegna della spaventosa prolificità realizzativa. Centodiciassette centri complessivi, di cui ottantatré soltanto in campionato. E se è vero che ad oggi il partenopeo e lo spagnolo sono di fatto già la miglior coppia gol nella storia biancoceleste (40 marcature in due, meglio dei 39 di Immobile + Keita nel 2017 e dei 38 di Signori + Casiraghi nel 1996), bisogna comunque sottolineare che il gioiello serbo è lì a un passo. E che, con quattro giornate ancora da disputare, nel "tandem d'oro" il centravanti di Torre Annunziata potrebbe cambiare partner proprio agli sgoccioli del torneo.

Il Sergente, in ogni caso, un primato lo ha già raggiunto, entrando nel club dei centrocampisti in doppia cifra della Lazio dal 1960 ad oggi, in un singolo campionato. Dieci reti (dodici, se consideriamo anche l'Europa League), così come Fuser nel 1993 e il trio Candreva - Parolo - Felipe Anderson nel 2015. Annata che, guarda caso, si è chiusa con la qualificazione ai preliminari di Champions League. Nel mirino, per forza di cose, c'è lo stesso Candreva, primatista di questa speciale graduatoria con 12 gol nel 2014, da rigorista infallibile della squadra. Finisse oggi la stagione, però, anche i fantallenatori potrebbero tranquillamente baciare i piedi al colosso di Lleida: oltre alle 10 reti, anche 3 assist che lo hanno confermato tra i super-top del suo reparto, con 31 presenze su 34 e una fanta-media del 7.47. Un'esplosione fulminante, un miglioramento pazzesco rispetto a dodici mesi fa, quando il suo bottino di segnature si fermò appena a quota 4. Ora siamo già a più del doppio e, nel giro di 360 minuti, potrebbero diventare addirittura il triplo: semplicemente fenomenale.

I numeri di Milinkovic-Savic impressionano anche se rapportati a quelli che troviamo in giro per il Vecchio Continente. Basti pensare che, prendendo in esame il mero dato sui gol messi a referto, alle sue spalle c'è gente del calibro di Silva, Sanchez, De Bruyne, Alli, Asensio e Isco. Per pareggiare le sue 10 reti è necessario addirittura sommare quelle di Robben e Ribery, entrambi fermi a 5. Che cosa manca dunque all'ex Genk per essere considerato tra i migliori centrocampisti in circolazione? Molto semplice: la partecipazione alla Champions League. L'obiettivo è lì, a portata di mano: gli basterà aiutare i compagni a preservare l'attuale quarta posizione, per poi provare necessariamente a dimostrare di poter reggere sul campo il confronto con i totem dei top club europei. Magari, aspirando a diventarne un giorno (forse non troppo lontano) compagno di squadra. E allora sì che avrà senso parlare delle cifre astronomiche che circolano ormai da mesi sul suo conto. Fino a quel momento, però, SMS resterà quello che è. Un gigante bello da vedere, fisicamente dominante, pezzo da novanta al fantacalcio e già nella storia della Serie A e della Lazio. Ma non un campione assoluto.