Un record che difficilmente verrà eguagliato nella storia del calcio. Il Parma ha conquistato la seria A al termine di un campionato entusiasmante e pieno di colpi di scena: quella dei ducali è la terza promozione consecutiva, un viaggio dalla serie D alla A lungo 3 anni. Uno degli artefici di questo autentico miracolo calcistico ha un nome ed un cognome: Roberto D'Aversa. L'allenatore è approdato in Emilia un anno e mezzo fa, quando la squadra occupava l'ottavo posto in classifica in Lega Pro. Da quel momento un cammino inarrestabile: la conquista della serie B, tramite i play-off, fino al recente passato con la promozione in A festeggiata a La Spezia.

Nell'incontro avvenuto a marzo nel ritiro di Avellino, quando la nostra redazione ha consegnato i Campioncini ad alcuni calciatori ed al mister stesso, abbiamo scoperto che D'Aversa gioca al Fantacalcio e non potevamo farci sfuggire l'occasione di intervistarlo per farci raccontare la sua esperienza da fantallenatore. E per strappargli, perché no, qualche consiglio in vista della prossima stagione. Questa la nostra intervista esclusiva a Roberto D'Aversa, allenatore del Parma.

3 dicembre 2016, D'Aversa nuovo allenatore del Parma. Si aspettava di festeggiare la promozione in A dopo un anno e mezzo? 

"Sinceramente raggiungere un obiettivo importante così velocemente non me lo aspettavo. Quando sono venuto qui a dicembre il vero obiettivo era quello di fare bene e di dare un gioco alla squadra. Eravamo ottavi in classifica, poi provare eventualmente a fare bene i play-off per poi riprovarci l'anno successivo. Invece abbiamo fatto benissimo, sia l'anno scorso, ma soprattutto questo. Siamo riusciti ad ottenere un obiettivo impensabile. La società ha operato bene sul mercato, ma c'erano squadre che partivano con un collettivo superiore. Il fatto di avere ottenuto questa promozione a discapito di queste piazze ci riempie di orgoglio. Abbiamo fatto qualcosa di incredibile, mai nessuno ci è uscito".

L'abbraccio con capitan Lucarelli

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E' stato appunto un anno esaltante, ma avete dovuto superare anche parecchi momenti difficili. C'è stato un momento in cui ha creduto veramente di potercela fare?

"Io dopo Empoli (sconfitta per 4-0 al Castellani, ndr) ne ero convinto ed ho detto ai ragazzi che potevamo ottenere la promozione diretta. E' ovvio che le due partite vinte contro Palermo e Frosinone ci hanno dato una ulteriore spinta. Quello di Empoli forse è stato l'unico verso momento di difficoltà, altre volte si è messa in discussione la mia posizione anche quando non era vero. Non voglio guardare in casa di altri, ma in altre piazze la figura dell'allenatore non è mai stata messa in discussione come la mia, eppure gli obiettivi erano uguali. Io ho pensato solo a lavorare, ovvio ho commesso anche io degli errori. Ma la squadra due anni fa era in serie D, non è facile trovare subito gli automatismi ed i meccanismi giusti. Sono comunque tutte dinamiche normali in un campionato di serie B, categoria che conosco bene avendola frequentata tanti anni da calciatore".

Ovviamente siamo solo all'inizio, ed ora si pensa a festeggiare. Ma cosa si aspetta dal suo primo anno da allenatore in A?

"Ovvio che ci sarà un confronto con la società e la proprietà, in base a quello si faranno i programmi e tutto il resto. Chiaro che l'obiettivo principale dovrà quello di riservare la categoria".

La festa con Faggiano, direttore sportivo dei ducali

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Mi soffermo su due calciatori che i nostri utenti attenzioneranno, Dezi e Roberto Insigne. Sono pronti per il salto in A?

"Sono due calciatori con qualità importanti, chiaro che finché non si confrontano con questa realtà non si può dire se sono pronti o meno. A chiacchiere si può dire tutto, le potenzialità ci sono. Devono riuscire a trovare la continuità, in questo campionato Roberto per un periodo ha fatto la differenza. Jacopo, invece, lo abbiamo preso apposta, è un giocatore importante. Sapevamo che poteva fare la differenza in B, ma in ottica futura potenzialmente può essere un giocatore importante anche in A. Poi tutto dipende da loro, ma nella categoria possono starci".

Dezi e Insigne festeggiano a Salerno

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Sappiamo che gioca al fantacalcio. Ci racconta la sua esperienza di gioco, come lo vive?

"Io non sono stato un grande appassionato in passato. Pero' ho questo gruppo di amici a Pescara che lo fanno da sempre e mi hanno tirato dentro. Non ho molto tempo per seguire queste dinamiche anche perché ad un certo punto fare il fantacalcio diventa un lavoro (ride, ndr). Facciamo parte di un gruppo dove è presente Giulio Delfino insieme ai nostri amici di Pescara. E' uno sfottò tra di noi, mi fa rilassare e sorridere. E' un momento di svago, un modo per scherzare e ridere con gli amici della mia città. Con il mio socio siamo arrivati quarti in classifica quest'anno, l'allenatore, almeno lì, lo fa un altro. Ho sempre avuto un pallino, Berardi, è un calciatore che mi è sempre piaciuto. Top Player? Avevamo Mertens".

Parma in A, D'Aversa consiglia ai nostri utenti un difensore, un centrocampista ed un attaccante?

"Farei un torto a qualcuno, nel collettivo quelli del Parma li prenderei tutti. Difensori chiaramente, pero', se devo pensare al voto dico Lucarelli, quello che ha fatto più gol Gagliolo. Così come Barillà è stato il centrocampista più prolifico e Calaiò l'attaccante che ha segnato più reti. Se Calaiò può fare ancora la differenza in A? Manu è stato un giocatore importante in questi 2 campionati, ha 36 anni ma la professionalità che ci mette negli allenamenti lo hanno portato ad essere ancora integro e a disputare un ottimo campionato".

D'Aversa si è mai preso al fantacalcio?

"No, quando ho cominciato avevo anche smesso ma non sarei così egocentrico. Spesso e volentieri quando giocavo incontravo persone che mi dicevano di avermi comprato al fantacalcio pagandomi poco. Rapporto qualità-prezzo credo che ci potevo stare in una squadra di Fantacalcio. Credo di aver dato qualche soddisfazione a qualcuno".