Strasburgo, 11 maggio 1988. All’ottavo minuto della ripresa, Piet den Boer realizza il goal che batte l’Ajax e regala ai belgi del Malines la Coppa delle Coppe. Il Yellow Red Koninklijke Voetbalclub Mechelen, noto anche come KV Mechelen, Malines in francese, poche settimane prima ha eliminato la sorpresa Atalanta, qualificatasi alla competizione europea che oggi non esiste più, accorpata alla vecchia Coppa UEFA per formare l’attuale Europa League, grazie alla finale, sia pur perduta, giocata col Napoli di Maradona in Coppa Italia nella stagione precedente. Avendo il Napoli conquistato il diritto a partecipare alla Coppa dei Campioni grazie alla vittoria dello scudetto, il successo in Coppa Italia aveva ceduto il pass ai finalisti atalantini. Ma facciamo qualche passo indietro nel tempo.

Prima di quel 20 aprile che nella storia della società bergamasca non potrà mai essere dimenticato, la “Dea” inizia la sua avventura nell’Europa dei vincitori delle coppe nazionali (curiosamente senza aver vinto quella del proprio paese) affrontando il Merthyr Town Football Club, squadra gallese, compagine di una piccola comunità capoluogo dell’omonimo distretto di contea. Nonostante i favori del pronostico, gli uomini allenati da Emiliano Mondonico soffrono nella gara di andata, uscendo sconfitti per 2-1. Nella partita di casa, a Bergamo, la squadra nerazzurra ribalta il risultato e vince 2-0. Vanni in goal Garlini e Cantarutti.

I nerazzurri in quella stagione disputano il campionato di serie B, ma lo fanno con calciatori del calibro di Glenn Peter Strömberg, elemento di valore internazionale, e Giuseppe Incocciati, giovane promessa del calcio italiano. Senza contare la coppia d’attacco formata da Garlini e Cantarutti. Curiosità ancora più particolare che a rappresentare l’Italia in una competizione così importante ci sia una squadra che milita nella serie cadetta. Agli ottavi l’Atalanta elimina i greci dell’OFI Creta, ancora una volta in rimonta. Sconfitti 1-0 in Grecia, gli atalantini compiono l’ennesima impresa conquistando la qualificazione ai quarti con un netto 2-0.

L’impresa di valore si verifica ai quarti di finale. Il sorteggio mette di fronte Atalanta e Sporting Lisbona. I portoghesi sono un avversario molto difficile. Eppure, nonostante il pronostico veda favoriti i lusitani, i nerazzurri vincono la partita di andata con un rassicurante 2-0. La gara di ritorno, in Portogallo, si preannuncia come un appuntamento storico. Lo Sporting imposta la sua partita interamente sull’offensiva. La resistenza difensiva degli atalantini dura fino al 66’, quando arriva il goal che sblocca il risultato e dà speranze agli uomini in maglia biancoverde. L’1-0 sembra lanciare i portoghesi verso la rimonta, ma Cantarutti, dopo che l’arbitro aveva anche annullato il raddoppio portoghese, beffa la difesa dello Sporting e realizza il pareggio che consente ai nerazzurri di gestire con più tranquillità il doppio confronto. Atalanta in semifinale. Il destino ha voluto che gli atalantini potessero trovare “vendetta”. Nel 1963, infatti, alla loro prima partecipazione in Coppa delle Coppe, l’Atalanta era stata eliminata proprio dallo Sporting Lisbona, grazie alla partita spareggio di Barcellona disputata dopo il 2-0 per gli atalantini e il 3-1 per i portoghesi (allora la regola del goal raddoppiato in trasferta in caso di parità non era prevista). Venticinque anni dopo, l’Atalanta alimenta il suo sogno europeo proprio eliminando lo Sporting e cancellando quella vecchia amarezza.

A ostacolo di quel sogno chiamato finale la sorte frappone il Malines, squadra che rispetto alle altre due semifinaliste, Ajax e Olympique Marsiglia, non presenta lo stesso blasone, ma dal punto di vista tecnico possiede abbastanza risorse per giocarsela con chiunque. I belgi vestiti di gallo, rosso e nero, contano su un undici che ha attinto dai talenti olandesi e che schiera tra i pali uno tra i migliori portieri del mondo, Michel Preud’homme, dotato di un notevole istinto e di grande sicurezza tra i pali. E sarà proprio l’estremo belga uno dei protagonisti del doppio confronto, soprattutto nella semifinale di ritorno, a Bergamo.

Nella gara di andata gli atalantini, sia pur sconfitti, riescono a ottenere un risultato, 2-1 per i belgi, che in vista della partita casalinga lascia aperto il discorso qualificazione. Anche un 1-0 qualificherebbe gli uomini di Mondonico per la finale di Strasburgo. E l’1-0 arriva già nel primo tempo, quando Garlini trasforma un calcio di rigore che consente all’Atalanta di sbloccare il risultato e portarsi in vantaggio anche nel computo totale. I nerazzurri non smettono di attaccare e a inizio ripresa vanno più volte vicini al raddoppio. Sono proprio le parate di Preud’homme a tenere in partita il Malines. Quando sembra che l’Atalanta sia in grado di dominare la gara, un gran goal di Rutjes, in girata volante in prossimità dello spigolo dell’area di rigore, gela tifosi e calciatori. Quando Emmers segna il 2-1 per i belgi, il discorso qualificazione chiude ogni possibilità di riapertura. L’Atalanta esce dalla Coppa delle Coppe dopo essere stata a mezz’ora dalla finale. 

Mentre il Malines conquisterà il trofeo, confermando le grandi aspettative sulla qualità del suo organico, e confermandole successivamente con la vittoria anche in Supercoppa Europea, gli uomini di Mondonico si consoleranno con la promozione in serie A. Obiettivo comunque importante, ma l’accesso in finale di Coppa delle Coppe e un seguito che nessuno potrà mai conoscere avrebbero di certo scritto una storia che probabilmente, visto come poi sarebbe cambiato il calcio negli anni a venire, avrebbe avuto dell’irripetibile. Una squadra di serie inferiore tra le grandi d’Europa.