Per arrivare fino in fondo a una competizione le squadre forti, prima o poi, vanno affrontate e battute. Concetto sacrosanto, forse persino piuttosto banale, e universalmente riconosciuto. Ma è altrettanto giusto sottolineare che questo momento, per tutti, è meglio che arrivi il più tardi possibile. In tal senso è andata piuttosto bene - almeno sulla carta - alla Lazio, specie se considerate le papabili alternative (Lione, Marsiglia, Borussia Dortmund, Celtic e Real Sociedad su tutte). I biancocelesti, come decretato dall'urna di Nyon, ai sedicesimi di finale di Europa League se la dovranno infatti vedere con lo Steaua Bucarest. Che ormai sarebbe più corretto chiamare in via definitiva "FCSB", visto che dallo scorso 30 marzo, dopo una causa persa dall'attuale patron Gigi Becali a vantaggio del ministero della Difesa rumeno (l'esercito rivendicava la proprietà del marchio Steaua), la società ha perso il diritto di utilizzare la storica identità militare dopo ben 70 anni.

IL RICORDO - Una città, la Capitale rumena, che i tifosi ricordano bene e a cui associano un ricordo molto positivo: quello del 28 agosto del 2007, quando la Lazio di Rocchi e Pandev, contro i cugini della Dinamo, tornava corsara da Bucarest con in tasca il pass per la fase a gironi di Champions League (1-1 all'Olimpico, 3-1 in trasferta). L'ultima di fatto ottenuta nella storia del club, l'unica sotto la gestione Lotito (in campo c'era anche Igli Tare, ma da calciatore e non ancora nelle vesti di direttore sportivo). Molto più 'prosaico', ora, l'obiettivo da centrare. Ma non per questo meno stimolante. Una volta arrivati agli ottavi, crederci è sempre lecito quanto doveroso. Andata il 15 febbraio all'Arena Nazionale (catino da oltre 55 mila posti), ritorno a Roma sette giorni più tardi.

NUMERI E GIOCATORI DI SPICCO - Ventisei titoli nazionali per lo FCSB, il 1986 come anno d'oro (vittoria della Coppa dei Campioni e della Supercoppa europea) ed emblema a cui ispirarsi per il presente e il futuro. Entro i confini nazionali, dopo 21 giornate e a cinque turni dalla fine del torneo, le cose vanno abbastanza bene ma non tanto quanto si vorrebbe. C'è da recuperare un ritardo di cinque punti rispetto alla capolista CFR Cluj, ormai vicina alla conquista del campionato. Tredici vittorie, cinque pareggi e tre sconfitte, 43 gol fatti (miglior attacco) e solo 14 subìti.
Numeri positivi anche nel girone G di EL appena conclusosi: secondo posto alle spalle del Viktoria Plzen con 10 punti (due vittorie, un pari e due KO, giunti però quando la qualificazione era già in tasca), 9 reti realizzate e appena 7 incassate (miglior difesa del raggruppamento). Unica pecca, i tanti cartellini gialli: ben 15 in 6 partite, esattamente il triplo di quelli rimediati dagli uomini di Inzaghi. Motivo per cui l'attaccante classe 1988 Constantin Budescu, uno dei giocatori di spicco in rosa (3 centri finora nella competizione), salterà la gara d'andata tra le mura amiche. Occhio anche al 29enne centravanti francese Harlem Gnohéré (attuale capocannoniere in Romania con 12 marcature), e all'ala sinistra Florin Tanase, 23 anni il prossimo 30 dicembre e non a caso 'proprietario' della maglia numero 10. Presenti anche due ex 'italiani': Mihai Balasa (Crotone e Trapani) e Denis Alibec (Inter e Bologna). 

L'ALLENATORE - Si tratta di Nicolae Dica, altra vecchia conoscenza del calcio nostrano, in sella dalla scorsa estate dopo il biennio sulla panchina dell'Arges Pitesti. Se lo ricorderanno (e malvolentieri) i tifosi del Catania e soprattutto Walter Zenga. Il 28 giugno del 2008 lo specialista rumeno firmò un contratto di 4 anni con gli etnei, dopo quattro stagioni (e 54 reti) proprio con lo Steaua, salvo poi pentirsi pubblicamente qualche mese più tardi ("è stata la scelta più sbagliata della mia vita"). L'allora tecnico dei siciliani, che di fatto lo mandò in campo solo in 4 circostanze tra Serie A e Coppa Italia (motivo per cui perse anche il posto in Nazionale), gli rispose per le rime dopo un lungo periodo di 'guerra fredda': "E' stato per me una vera delusione. I miei giocatori stanno tutti benissimo dopo un campionato così importante, lo stesso non può dirsi per lui che è solo costato tanto alla mia società". Tornare in Italia, evidentemente, non gli rievocherà ricordi eccellenti.

DIFFICOLTA' (1-5 stelle) - ???


Gianmarco Della Ragione