22 maggio 1991, Stadio Olimpico di Roma, finale di ritorno della Coppa UEFA. Agli ordini dell’arbitro Joël Quiniou, fischietto internazionale in ben tre campionati del mondo, i giallorossi allenati da Ottavio Bianchi, che questo trofeo lo ha già vinto due anni prima alla guida del Napoli, tentano l’impresa ai danni dell’Inter di Giovanni Trapattoni. All’andata i nerazzurri hanno vinto per 2-0, in una gara in cui l’arbitraggio del russo Aleksej Spirin, plurilaureato (in ingegneria, fisica e matematica) e riconosciuto tra i fischietti più autorevoli dell’Europa dell’est, ha lasciato l’amaro in bocca ai romanisti, a causa dell’assegnazione di un calcio di rigore, quello che ha sbloccato la partita, che non ha convinto del tutto la sponda capitolina.

Allora la finale della vecchia Coppa UEFA si svolgeva in due atti. Andata e ritorno, sui rispettivi campi delle due finaliste. La ripetizione, anche nella gara ultima, della formula che caratterizzava il secondo trofeo continentale per club sin dai trentaduesimi di finale.

La Roma giunge in finale dopo aver eliminato il Benfica al primo turno, grazie a un doppio 1-0, ottenuto sia in trasferta che nella partita casalinga. Nel secondo turno i capitolini eliminano gli spagnoli del Valencia, battendoli col un risultato complessivo di 3-2. Agli ottavi, poi, è il turno dei francesi del Bordeaux, sconfitti sia all'andata, con un roboante 5-0, che al ritorno, per 2-0. Ai quarti di finale i giallorossi se la vedono con i belgi dell'Anderlecht, eliminandoli con un aggregate di 6-2. Il turno più insidioso si rivela quello di semifinale, contro un Brøndby che si rivela tra le grandi sorprese della competizione. Gli uomini di Bianchi, dopo una gara di ritorno di grande sofferenza (l’andata era terminata 0-0) si qualificano per la finale grazie a un goal di Rudi Völler. In un Olimpico gremito i giallorossi conquistano una tanto attesa finale europea.

Ad attenderli c’è l’Inter di Trapattoni. Sarà una finalissima tutta italiana. Un derby che si preannuncia di grandi contenuti tecnici e tattici, sia per la presenza in campo di calciatori di livello internazionale (non mancano i campioni del mondo) che di due allenatori di lunga esperienza.

L'Inter esordisce contro gli austriaci del Rapid Vienna, superando il turno con un gol di Jürgen Klinsmann nei tempi supplementari, dopo che entrambi i match si erano conclusi con un 2-1 per parte. Ai sedicesimi i milanesi di sponda nerazzurra hanno davanti gli inglesi dell'Aston Villa, vittoriosi per 2-0 a Birmingham, ma rimontati a Milano con un netto 3-0. Agli ottavi di finale gli jugoslavi del Partizan devono cedere il passo agli interisti che ai quarti trovano l'Atalanta. 0-0 a Bergamo e 2-0 al Meazza. In semifinale i portoghesi dello Sporting Lisbona subiscono la stessa sorte e il tabellone della competizione trova il suo compimento finale mettendo difronte due squadre dello stesso paese. In quegli anni i successi delle italiane nelle coppe europee non sono pochi. E la finale tutta italiana non sorprende i pronostici di appassionati e osservatori.
A Milano, l’8 maggio, si gioca la gara di andata. I nerazzurri, dopo un primo tempo di supremazia territoriale, trovano il goal del vantaggio grazie al penalty trasformato da Matthäus, e, dopo dieci minuti, seguito dal raddoppio di Berti. La Roma, invece, non riesce a trovare la via della rete. Il vantaggio nerazzurro si fa molto difficile da rimontare per i giallorossi.
In un Olimpico da tutto esaurito, in una calda serata di primavera, la Roma di Bianchi inizia a spingere sull’acceleratore sin dal primo minuto. Le azioni offensive non mancano, ma il goal che riaprirebbe la sfida tarda ad arrivare. Soltanto al minuto 81, grazie a un’azione insistita, la Roma, con un bel diagonale di sinistro di Ruggiero Rizzitelli, riesce a portarsi in vantaggio. A dieci minuti dalla fine i padroni di casa credono nella rimonta, almeno nella possibilità che un goal azzererebbe il conto portando le squadre ai tempi supplementari. Nonostante la pressione della Roma, l’Inter protegge il vantaggio complessivo fino all’ultimo minuto. Anche se sconfitta, la squadra di Trapattoni conquista la coppa grazie al 2-0 casalingo. Dopo tanti anni, circa un quarto di secolo, l’Inter regala alla Milano nerazzurra un nuovo trofeo europeo. Per la Roma, invece, il titolo europeo conteso tra le mura amiche continua a sembrare una maledizione. La delusione della finale di Coppa dei Campioni persa con il Liverpool ai calci di rigore non è stata di certo rimossa dalla memoria giallorossa, col rigore sbagliato sette anni prima da Graziani ancora davanti agli occhi di un’intera tifoseria.