A margine di un evento organizzato da uno sponsor della Juventus, Giorgio Chiellini ha parlato della sua vita e della sua carriera: parole interessanti che vanno al di là dell'attuale momento della sua squadra e del calcio italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018. Questo il suo pensiero: "Ho sempre dato la priorità al calcio e ho accantonato gli studi, ma una volta a Torino mi sono accorto di avere tanto tempo libero ed ho preferito studiare che giocare alla play station e guardare la tv. Mi sono laureato dopo un Europeo e un Mondiale, nessuno mi ha poi forzato nel riprendere verso la specialistica. Il vuoto sarà inevitabile a fine carriera dopo tanti anni dedicati allo sport che amiamo. Non so cosa farò di preciso in futuro, potrei rimanere nel calcio o uscirne, non è facile trovare spazio in altri ambiti lavorando nella stessa eccellenza che ho vissuto nello sport e con la Juventus. Atleti compagni come Buffon e Pirlo, oltre ad avere qualità tecniche indescrivibili, facevano crescere in campo i compagni. Rimettersi in gioco in un ambiente che non è il proprio, in un'altra dimensione, è sicuramente complicato. Nella mia carriera sono sempre stato considerato più bruttino, sgraziato, grezzo. Poi sono migliorato con gli anni, anche grazie ad allenatori che hanno creduto in me. A 17 anni è stata dura, quando i miei amici uscivano il sabato sera e io dovevo pensare al pallone. Se lo si fa con passione, però, viene più semplice. Tanti grandi talenti non sono riusciti ad arrivare ad alti livelli proprio per la costanza. Alla mia età posso ancora migliorare, oggi la testa compensa quello che ho perso a livello fisico".