Il calcio è fatto di traguardi, più o meno importanti ma tutti ugualmente storici. I primi numeri sulle maglie che poi sono diventati per la prima volta fissi, la prima volta per il nome poi sopra la stessa. Il primo gol, la prima vittoria di una partita e poi del campionato. L'introduzione dei cartellini e quindi il primo giallo e poi il primo rosso. La prima retrocessione di Milan e Juventus che è stata la prima ad arrivare a 20 Scudetti e poi a 30. La prima volta in Serie A del Chievo, del Carpi, del Frosinone e quest'anno del Crotone. L'introduzione del quarto, poi il quinto e il sesto ufficiale di gara fino alla VAR quest'anno... Tantissime prime volte, tutte, a modo loro indelebili nella storia di questo sport che ci piace così tanto. Di recente un'altra, importante, prima volta: ecco a voi Abdoulaye Traorè, il primo classe 2000 a debuttare tra i professionisti in Italia.

CHI E' - Abdoulaye Traorè nasce il 30 aprile del 2000 ad Abidjan, ex Capitale e attualmente centro commerciale più grande della Costa d'Avorio con il calcio già nelle vene. Suo padre infatti è allenatore e da subito gli mette un pallone tra i piedi e il bambino non si fa certo pregare. Nasce con una marcia in più e a cinque anni finisce già nel vivaio dell'Asec Mimosas, quello più importante del Paese, quello della squadra più titolata e che ha lanciato negli anni, tra gli altri, Yaya e Kolo Tourè, Ebouè e Salomon Kalou. La prima svolta per il piccolo arriva nel 2000, quando ancora non aveva compiuto 11 anni, il padre emigra in Italia per motivi di lavoro e lui lo raggiunge solo qualche mese più tardi insieme alla madre, a Longuelo, un paese della provincia di Bergamo dove viene subito notato dalla squadra locale, la Fiorente Grassobio che milita in prima categoria e lo inserisce nel proprio vivaio dove si allena con i ragazzi più grandi ma per problemi legati al tesseramento può disputare solo le amichevoli. L'occasione giusta arriva al Torneo Carnevale di Gallipoli, sugli spalti gli osservatori di Milan, Albinoleffe, Atalanta e Inter, Traorè vince il titolo di cannoniere, l'Inter il torneo: il matrimonio è presto fatto. In nerazzurro, nel maggio 2012 arriva anche il transfer che gli permette di giocare anche le gare ufficiali, con i Giovanissimi Nazionali, squadra composta da classe '99, dove segna gol a raffica alternati anche a clamorosi errori sottoporta. Nella scorsa stagione il passaggio in prestito nella squadra Berretti dell'Albinoleffe mentre quest'estate la seconda svolta: il passaggio a titolo definitivo al Perugia di mister Bucchi, uno che sui giovani ci punta eccome. Dopo un buonissimo inizio con la primavera arriva la prima convocazione tra i grandi nel derby umbro contro la Ternana, visto interamente dalla panchina, in attesa del turno infrasettimanale datato 20 novembre 2016. Terza svolta, storica. Minuto 78' esce Nicastro ed entra Traorè, il primo nato nel 2000 a debuttare tra i professionisti in Italia.

RUOLO E CARATTERISTICHE TECNICHE - Traorè, seppur molto più promettente rispetto ad altri suoi precoci colleghi di origine africana, rappresenta in pieno lo stereotipo medio del calciatore del Continente nero: velocissimo sia sul breve che in progressione,  dotato di un buon tiro e di una straordinaria atleticità ma anche incredibilmente istintivo, caratteristica che lo porta a volte a fare la giocata sbagliata, soprattutto sotto porta dove alterna gol di pregevolissima fattura ad altri, anche più semplici, mangiati da posizione favorevole. Il ragazzo, sinistro naturale, se la cava egregiamente con entrambi i piedi e gioca nella posizione di ala d'attacco, sulla corsia mancina in Primavera mentre ha giocato sulla destra i suoi primi minuti in B, dove può far valere le sue doti. Si tratta, ovviamente, di un diamante grezzo, il potenziale è notevole ma va disciplinato tatticamente e sgrezzato tecnicamente dove presenta alcune notevoli lacune.

PERCHE' TENERLO D'OCCHIO - Perché come detto poco sopra si tratta veramente di un diamante grezzo con un potenziale straordinario. Ha tutti i fattori positivi del calciatore medio africano, velocità, fisico, atleticità, uniti ad un buon senso del gol, ad una tecnica sulla quale ci si può lavorare e ha soprattutto la fortuna di allenarsi con tecnici italiani, maestri a livello tattico, già dalla tenera età. Va tenuto d'occhio perché dal suo arrivo in Italia ha sempre dimostrato di avere quel qualcosa in più rispetto ai suoi coetanei tanto da essersi preso un suo piccolo spazio nella storia del nostro calcio. 

A CHI SERVIREBBE IN SERIE A - Premesso che quest'anno nel Perugia potrebbe essere il più importante e formativo della sua carriera, agli ordini di un ottimo tecnico come Bucchi al timone di una buonissima squadra che propone un ottimo calcio e senza grandissime pressioni. Quando non impegnato in prima squadra inoltre lo aspetta sempre un ruolo da titolare in Primavera dove ha già segnato 2 gol. Detto questo, ovviamente uno con le sue caratteristiche, ad oggi, potrebbe servire a tutte quelle squadre medio piccole che fanno delle veloci ripartenze la propria arma migliore. Farebbe molto comodo ad esempio al Crotone o al Palermo con il povero De Zerbi che non dispone di esterni con un notevole cambio di passo e l'ha sottolineato più volte.

"Saranno Famosi", come il telefilm degli anni '80 o gli amici di Maria De Filippi. Una rassegna settimanale - con due uscite in programma, sempre di martedì - sui giovani talenti chiamati ad essere i protagonisti del domani: aneddoti, analisi e giocate degli Under 23 di tutto il mondo che potrebbero, perché no, divenire un giorno beniamini della nostra Serie A. Dal 18enne brasiliano che vanta già numeri da capogiro in patria, al 20enne inglese che difficilmente riuscirà ad adattarsi al nostro campionato, senza dimenticare il giovane italiano costretto al girovagare tra serie minori e squadre Primavera. Perché non si vive di soli FG Files, ma anche di possibili colpi del domani. Fg Young, per servirvi.