Il 27 agosto 2010, a Napoli, l'ira dei tifosi raggiunse livelli epici. Il giorno "fantasma", quello del grande affronto di Fabio Quagliarella. Ufficialmente trasferitosi alla Juventus, poco più di un mese dopo l'approdo alle falde del Vesuvio di un certo Edinson Cavani. Ancora nessuno sapeva che cosa il Matador avrebbe combinato in azzurro. In una situazione di tale incertezza, rinunciare al proprio miglior attaccante e a un simbolo della napoletanità, per di più dandolo ai rivali più odiati, fu addirittura peggio di quanto accaduto qualche mese fa con Gonzalo Higuain. Stessa dinamica, uomini e icone diverse. La prima stagione dello stabiese a Torino si chiuse con 9 reti, 17 presenze e un ginocchio in frantumi. In totale, 23 gol (di cui 6 in Champions) in quattro stagioni bianconere, condite da 3 scudetti e 2 Supercoppe. Prima di un altro grande tradimento: il passaggio alla Torino granata. Ma problemi di questo tipo, Quagliarella, non se n'è mai fatti.


Chi invece deve praticamente tutto al suo recente passato è Suso. Se oggi è un punto fermo del Milan di Montella, è grazie principalmente agli ultimi 6 mesi da urlo vissuti nel capoluogo ligure lo scorso campionato. Arrivato in Italia dal Liverpool un po' come un oggetto misterioso, bocciato dopo il primo scorcio di carriera in rossonero e subito mandato in prestito al Genoa. Da lì una trasformazione radicale: col suo sinistro velenoso ha messo a referto 6 reti in 19 presenze (di cui due nel derby), per la gioia soprattutto di Galliani che se l'è ripreso volentieri, consegnando al suo Milan un giocatore finalmente pronto per certi palcoscenici. Il ritorno a San Siro non è stato per nulla traumatico. E, come d'incanto, le critiche feroci di dodici mesi prima sono volate via col vento.

Quagliarella esulta dopo il gol del pari al Bentegodi
(Chievo-Juventus 1-2 - 25 settembre 2013)

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Suso celebra il primo dei suoi due gol nel derby di Genova
(Sampdoria-Genoa 0-3 - 8 maggio 2016)

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Tra i pali del nostro schieramento troviamo Federico Marchetti, esploso in Sardegna tra il 2008 e il 2011 al punto da guadagnarsi la Nazionale e il (disastroso) Mondiale in Sudafrica da titolare. A Roma, da avversario, se lo ricordano soprattutto per un Lazio-Cagliari 1-4 del 25 gennaio 2009, quando parò un rigore a Zarate e si esibì in alcuni interventi prodigiosi. Forse proprio in quel pomeriggio scattò la scintilla.

Difesa a 3 composta da Elseid Hysaj (colonna albanese dell'ultimo Empoli di Sarri, preso dal Napoli ad agosto del 2015 per 5 milioni di euro), Alessandro Gamberini (a Bologna tra il 1999 e il 2002 e tra il 2003 e il 2005, prodotto del vivaio rossoblù) e Danilo D'Ambrosio (tra i migliori terzini d'Italia a Torino specie nella stagione 2013/2014, l'ultima del suo quadriennio all'ombra della Mole. All'Inter non ha ancora trovato la sua definitiva dimensione).

Quartetto di centrocampo tutto estro, quantità e fantasia: a destra Federico Bernardeschi (lanciato tra i professionisti dal Crotone, che ne intuì le potenzialità due estati fa prendendolo in prestito proprio dalla Fiorentina), al centro la coppia Marco Benassi (cresciuto nelle giovanili dell'Inter, con cui ha esordito in A il 12 gennaio 2013 contro il Pescara) - Piotr Zielinski (altro gioiello sbocciato in Toscana con Sarri e già al centro del progetto tecnico di De Laurentiis), a sinistra Juraj Kucka (portato in Italia dal Genoa, anche lui trasferitosi al Milan nell'estate del 2015 per 3 milioni di euro).

A completare il tridente il terzo ex Grifone del nostro undici titolare. E si tratta di un altro pezzo da novanta: M'Baye Niang, passato nel giro di qualche mese da autentico "bidone" a potenziale fenomeno. In mezzo? La solita, rigenerante tappa genoana. Ora per il Milan è tutto più chiaro: se il rendimento di un suo giocatore dovesse improvvisamente calare, gli basterà mandarlo a prendere qualche (miracolosa) boccata d'aria sotto la Lanterna.

Top 11 Fanta-Ex - 10a giornata

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C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.

Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".

Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.