Al fianco del bosniaco, un altro pezzo da novanta del fantacalcio. Lo era già all'Atalanta, si è confermato in pieno con indosso la pesante casacca del Milan. E, almeno nel suo caso, non c'è stato alcuno strascico polemico ad accompagnarlo nel suo cambio di casa. I tifosi della Dea sapevano che, prima o poi, Jack Bonaventura sarebbe approdato in una grande squadra. I 24 centri in 135 apparizioni a Bergamo riescono a spiegare bene perché, quel 1 settembre 2014, i rossoneri sfiorarono (forse anche qualcosa in più) l'incidente diplomatico con l'Inter che lo aveva praticamente in pugno ma che non aveva fatto i conti con il blitz di Galliani e i suoi 7 milioni di euro, proprio sul gong del mercato estivo. Un anno dopo i nerazzurri si sono "vendicati" strappando ai cugini Kondogbia. Sarebbe superfluo ricordare come stanno oggi le cose.
Tra i pali troviamo Christian Puggioni, preso a titolo definitivo dalla Sampdoria dopo quattro stagioni in Serie A al Chievo. Proprio con i gialloblù detiene un record personale: nel campionato 2013/2014 riuscì a mantenere inviolata la sua porta per ben 515 minuti.
Difesa a quattro composta da Fabrizio Cacciatore (a Genova due anni fa, per lui appena undici presenze nella massima serie), Medhi Benatia (una sola stagione a Roma che lo prelevò dall'Udinese nell'estate del 2013 per 13.5 milioni di euro, salvo poi rivenderlo dodici mesi più tardi al Bayern Monaco per 30), Gabriel Paletta (24 presenze e 1 gol l'anno scorso in prestito all'Atalanta) e Nikola Maksimovic (sbarcato a Napoli dopo una trattativa con il Torino dalla durata biblica chiusa sulla base di 26 milioni, per quello che ad oggi è il difensore più pagato nella storia del club partenopeo).
Nella mediana a tre, al fianco di Bonaventura e Pjanic, c'è Luca Rigoni, che in un anno e mezzo a Palermo di reti ne ha siglate 10, ma tutti (fantallenatori in primis) ricordano le nove siglate soltanto nel campionato 2014/2015. Chissà quante amicizie sono finite per colpa sua.
Il tridente è piuttosto eterogeneo per vissuto ed età anagrafica: a destra Mauro Zarate (tre stagioni alla Lazio, più una "fantasma", che gli sono valse 2 Coppe Italia - quella storica del 26 maggio solo sulla carta - e 1 Supercoppa italiana, a Pechino contro l'Inter di Mourinho), a sinistra Federico Di Francesco (per lui proprio a Pescara l'esordio in A il 23 marzo 2013), al centro Andrea Petagna (oggetto misterioso a Milano, poi maturato in B e ora perfettamente integrato nel "miracolo sportivo" di Gasperini).
C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.
Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".
Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.