Nell'estate caldissima dei veleni e delle clausole sfruttate, lui ha fatto da apripista. E non ci ha messo molto a baciare quella maglia che a Roma da sempre viene vista come il Sacro Graal dell'odio sportivo. A conti fatti, agli occhi di Miralem Pjanic, era invece l'icona del "vorrei ma non posso", lido felice a cui approdare per alzare al cielo qualche trofeo, almeno in Italia. Forse è proprio su questo malcelato sentimento che Beppe Marotta ha fatto leva prima di dare l'affondo decisivo e pagare i 32 milioni di euro per "liberarlo" dai giallorossi. Col gradimento, evidente, del diretto interessato. All'improvviso, come d'incanto, le 185 presenze e i 30 gol messi a referto nella Capitale sono diventati un ricordo sbiadito, sfocato, appartenenti a un passato fatto di tanti elogi ma senza avere mai tra le mani un pezzo di metallo. Pregiato, si intende. Di quelli che servono per fabbricare oggetti come questo.

Al fianco del bosniaco, un altro pezzo da novanta del fantacalcio. Lo era già all'Atalanta, si è confermato in pieno con indosso la pesante casacca del Milan. E, almeno nel suo caso, non c'è stato alcuno strascico polemico ad accompagnarlo nel suo cambio di casa. I tifosi della Dea sapevano che, prima o poi, Jack Bonaventura sarebbe approdato in una grande squadra. I 24 centri in 135 apparizioni a Bergamo riescono a spiegare bene perché, quel 1 settembre 2014, i rossoneri sfiorarono (forse anche qualcosa in più) l'incidente diplomatico con l'Inter che lo aveva praticamente in pugno ma che non aveva fatto i conti con il blitz di Galliani e i suoi 7 milioni di euro, proprio sul gong del mercato estivo. Un anno dopo i nerazzurri si sono "vendicati" strappando ai cugini Kondogbia. Sarebbe superfluo ricordare come stanno oggi le cose.
Pjanic e Totti celebrano il gol del provvisorio 1-1
(Roma-Sassuolo 2-2 - 20 settembre 2015)

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Bonaventura festeggia per il successo a San Siro
(Inter-Atalanta 1-2 - 23 marzo 2014)

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Tra i pali troviamo Christian Puggioni, preso a titolo definitivo dalla Sampdoria dopo quattro stagioni in Serie A al Chievo. Proprio con i gialloblù detiene un record personale: nel campionato 2013/2014 riuscì a mantenere inviolata la sua porta per ben 515 minuti.

Difesa a quattro composta da Fabrizio Cacciatore (a Genova due anni fa, per lui appena undici presenze nella massima serie), Medhi Benatia (una sola stagione a Roma che lo prelevò dall'Udinese nell'estate del 2013 per 13.5 milioni di euro, salvo poi rivenderlo dodici mesi più tardi al Bayern Monaco per 30), Gabriel Paletta (24 presenze e 1 gol l'anno scorso in prestito all'Atalanta) e Nikola Maksimovic (sbarcato a Napoli dopo una trattativa con il Torino dalla durata biblica chiusa sulla base di 26 milioni, per quello che ad oggi è il difensore più pagato nella storia del club partenopeo).

Nella mediana a tre, al fianco di Bonaventura e Pjanic, c'è Luca Rigoni, che in un anno e mezzo a Palermo di reti ne ha siglate 10, ma tutti (fantallenatori in primis) ricordano le nove siglate soltanto nel campionato 2014/2015. Chissà quante amicizie sono finite per colpa sua.

Il tridente è piuttosto eterogeneo per vissuto ed età anagrafica: a destra Mauro Zarate (tre stagioni alla Lazio, più una "fantasma", che gli sono valse 2 Coppe Italia - quella storica del 26 maggio solo sulla carta - e 1 Supercoppa italiana, a Pechino contro l'Inter di Mourinho), a sinistra Federico Di Francesco (per lui proprio a Pescara l'esordio in A il 23 marzo 2013), al centro Andrea Petagna (oggetto misterioso a Milano, poi maturato in B e ora perfettamente integrato nel "miracolo sportivo" di Gasperini).

Top 11 Fanta-Ex - 17a giornata

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C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.

Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".

Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.