Se i tifosi del Napoli decisero di soprannominarlo fin da subito "pal 'e fierro", un motivo c'è eccome. Lui, Beppe Bruscolotti, di avversari ne ha affrontati davvero tanti. In Serie A, sempre con la stessa maglia: quella azzurra. E, soprattutto, sempre con la stessa grinta. Anzi, forse definirla "grinta" sarebbe persino troppo riduttivo. Pane, fango e pallone: un mix esplosivo tipico di chi giocava (e marcava a uomo) tra gli anni '70 e '80 nel nostro Paese. Quasi un mantra, specie per chi in 511 partite (e 11 gol) ha portato più in alto possibile la bandiera partenopea. Con tre traguardi ben piantati a terra: lo scudetto del 1987 e le Coppe Italia del '76 e dell''87.

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#1 - La tua vita adesso: cosa fai, dove vivi, come si sviluppa la tua giornata?

"Con gli anni mi sono avvicinato a casa, a Sassano. Ma se mi viene chiesto che cosa farò domani, non saprei rispondere. Potrebbe esserci in cantiere qualche progetto nel mondo del calcio, non so. Di tutto e di più".

#2 - I social network: li usi? Se sì, quali? Che rapporto hai oggi con i tifosi, tanto nella vita reale quanto a distanza, mediante la rete?

"Una volta avevo un profilo Facebook, ma risale a quando possedevo un ristorante. Adesso non è più attivo".

#3 - Una squadra, un compagno, un allenatore e un Presidente che ti è rimasto nel cuore

"Come presidente ovviamente Corrado Ferlaino, ho avuto solo lui nella mia carriera. Tra i compagni non mi sento di indicare un nome particolare. Il mio era un calcio di altri tempi, la sera si usciva tutti insieme, andavamo tutti d'accordo, quindi fare un nome su 25-30 del gruppo non è semplice. Come allenatore ho avuto buoni rapporti soprattutto con Pesaola, Vinicio, Marchesi e lo stesso Bianchi".

#4 - Quale l'aneddoto calcistico più folle, curioso, strano della tua carriera?

"Di aneddoti ce ne sarebbero a centinaia. Ma io continuo a rispettare quel 'codice' che all'epoca in molti avevano e che oggi, con tutte queste telecamere, è impossibile preservare. E cioè: quello che succede negli spogliatoi, resta negli spogliatoi. Non si racconta niente all'esterno".

#5 - In carriera chissà con quanti moduli di gioco sarai stato impiegato. Ma qual è il tuo preferito e perché?

"Non ho un modulo preferito, non sono come quegli allenatori che partono con il 3-5-2 o il 4-4-2 in testa e lo vestono addosso ai giocatori. E' in base ai giocatori che si hanno a disposizione che poi si sceglie il modulo, non viceversa".

#6 - Qual è il gol che avresti voluto segnare nella storia del calcio?

"C'è sempre la speranza di poter segnare, in ogni partita. Ovviamente la finale di un Mondiale è il top per un giocatore, però dipende sempre dal ruolo che uno fa. Io, per esempio, avevo possibilità limitate essendo un difensore. Ma nonostante ciò ho collezionato un numero discreto di gol e tutti di ottima fattura, come quello in semifinale contro l'Anderlecht in Coppa delle Coppe nel '77".

#7 - C'è un rimpianto nella tua carriera? Oppure qualcosa che hai fatto ma che se tornassi indietro cambieresti?

"Di sicuro la Nazionale, meritavo di far parte di un gruppo azzurro. Uno che sta spesso in testa nelle classifiche nazionali alla fine dovrebbe sempre avere questa possibilità".

#8 - Primo consiglio ai fantallenatori: un portiere su cui puntare questa settimana

"Reina, di fronte avrà un buon collega come Hart ma lo spagnolo è una spanna sopra"

#9 - Secondo consiglio ai fantallenatori: un difensore su cui puntare questa settimana

"In generale dico Koulibaly, è un fenomeno vero, il miglior centrale del campionato. Ma visto che si è infortunato, se al suo posto ci sarà Maksimovic sono certo che potrà fare una buona partita da ex".

#10 - Terzo consiglio ai fantallenatori: un centrocampista su cui puntare questa settimana

"Mi impressiona sempre di più Locatelli".

#11 - Ultimo consiglio ai fantallenatori: un attaccante su cui puntare questa settimana

"Non si può non dire Higuain, il bomber più forte della Serie A anche adesso che è alla Juventus. La sfida con Dzeko la vincerà lui".