Quello che sto per esporre è più che un semplice fantaracconto è una sorta di lunga cronistoria delle innumerevoli sfighe che hanno colpito la mia squadra nella stagione in corso, la prima che vedrà il Deportivo Tavaneiro fuori dal podio del Fanta Sgrambani. Partiamo dalle origini di questa annata totalmente da dimenticare, l’asta di metà agosto. La concludo soddisfatto, certo di poter contare su una squadra di tutto rispetto per un fantacalcio con 8 squadre: tra gli altri prendo Sirigu e Berisha in porta, Cancelo, Manolas, Palomino e Ansaldi in difesa, Chiesa, Pastore e Perisic a centrocampo per chiudere con Mertens, Milik, Belotti, Berardi, Defrel e Barrow in attacco. Però si sa, concludere l’asta con soddisfazione, seppur minima, spesso è presagio di eventi nefasti.

Lo conferma la prima giornata, turno in cui avevo sempre vinto nelle precedenti otto edizioni del Fanta Sgrambani: perdo 0-1 contro un avversario a cui non segna nessuno e lascio Berardi, a segno contro l’Inter, in panchina. Alla terza pareggio lasciando fuori Matuidi, in gol a Parma, mentre al mio avversario, a causa del cambio modulo, entra Fazio (autentica bestia nera e a breve capirete perché), in rete a San Siro contro il Milan. Proseguo tra alti e bassi fino alla decima giornata. In programma c’è Napoli-Roma: io lascio fuori Mertens (+3) e ho Manolas e Milik, il mio avversario l’irreprensibile Fazio, Hamsik e Under (assist per El Shaarawy). Il difensore argentino parte dalla panchina e se non avesse preso voto il mio avversario avrebbe giocato in 10. Ma non sia mai che io possa avere un vantaggio, quindi ecco la beffa: al 75’, uno degli ultimi minuti in cui è facile che il subentrante prenda voto anche senza mettersi in evidenza, si fa male il mio Manolas ed entra il suo Fazio, che fa suo un ottimo 6. Ma non è finita, perché manca ancora Lazio-Inter, in scena all’Olimpico la sera dopo. Io ho Perisic, lui Brozovic: il gol lo fa il numero 77 e alla fine vengo bloccato sul pari.

Arriviamo alla sedicesima giornata. Prima del posticipo domenicale tra Roma e Genoa la media lascia ipotizzare il segno X. Il mio avversario può contare sul rigore realizzato da Ronaldo nel derby della Mole dopo la follia di Zaza e su due assist di Praet, ma ha ancora Piatek. Ora, l’anomalia non è che Cristoforo abbia segnato, ma il fatto che la rete sia arrivata conseguentemente ad una papera clamorosa, assurda, incredibile di Olsen. Ancora oggi, riguardando le immagini, non riesco a capire come sia potuto succedere. In ogni caso il 73,5 è sufficiente per farmi perdere 2-1. Tutte le mie certezze e le mie speranze iniziano a vacillare, ma la squadra si stringe attorno al suo presidente e colleziona tre vittorie consecutive che le fanno chiudere il 2018 al primo posto a pari merito con un’altra compagine.

Se le cose nel 2018 non sono andate benissimo, ma si è comunque riusciti a mettere una pezza, il 2019 è tutta un’altra storia senza rimedi. Si comincia con una sconfitta per 3-2 in seguito ai gol di Mancini, Kolarov ed Emre Can e agli assist di Cutrone, Caputo, Lazzari e Bernardeschi. Provo a mantenere la calma ma la settimana dopo ci pensa Dzeko a farmi ripiombare nello sconforto. Il bosniaco aveva realizzato solo due gol in campionato ed era atteso da un impegno abbastanza probante, contro l’Atalanta in quel di Bergamo. Il dover affrontare il Deportivo Tavaneiro comporta un sussulto per il 9 giallorosso, che realizza una doppietta e mi condanna al 2-1 finale.

Passano altri sette giorni ed ecco l’ennesima fantasfiga alla ventiduesima giornata: mi segnano Rugani, Zaniolo e Milik, ma non riesco ad andare oltre il 3-3. Al mio avversario non segnerebbe nessuno, ma Dybala non vede il campo e gli subentra Sanabria, autore del gol del pari contro il Sassuolo (al +3 si aggiunge un altro 0,5). Il discutibile assist lo fa Kouamè, regolarmente nell’undici del mio avversario: la palla sbatte sulla faccia dell’ex Cittadella, ma va bene così. In ogni caso non è tutto, perché dalla panchina entra anche Pezzella, il cui discutibile 7 (la Fiorentina ha pareggiato 1-1 a Udine e l’argentino ha disputato una partita onesta, nulla di più) consente al mio avversario di conquistare tre punti di modificatore e di arrivare esattamente a 78, il punteggio minimo per realizzare la terza rete. Insomma, tutto ok.

Non vinco più e la vetta si allontana, ma mi dico che non è ancora finita. Appunto. Alla ventiquattresima sembra che possa arrivare un altro pareggio, stavolta per 0-0 non essendoci ancora gol in campo. Il turno si chiude lunedì sera con Roma-Bologna e a me mancano Manolas e Zaniolo, a lui Danilo e il carissimo Fazio, subentratogli perché Asamoah è rimasto a guardare contro la Samp. Bene, Zaniolo non segna ma Fazio sì: sconfitta per 1-0 ed ennesimo duro colpo incassato.

Al peggio non c’è mai fine e alla venticinquesima inizio a pensare a un disegno divino contro ogni mia velleità di premio. Il turno si chiude con Fiorentina-Inter e a quella partita arrivo in vantaggio (la proiezione lascia ipotizzare un 2-1 finale) grazie alla doppietta di Milik che annulla il gol di Castillejo. A me mancano Perisic e Lautaro, al mio avversario Veretout e Muriel. Il croato calcia inspiegabilmente il rigore che porta l’Inter sul 3-1 e mi regala un paio di minuti di tranquillità. Al 73’ la partita sarebbe vinta, come lo sarebbe anche dopo la splendida punizione realizzata (altrettanto inspiegabilmente) da Muriel: il gol di Perisic sarebbe stato quello decisivo per la vittoria dell’Inter e quindi ai tre punti di bonus se ne sarebbe aggiunto un altro che mi avrebbe portato a 78 punti. Invece no, perché al 101’ Veretout trasforma il secondo tiro dagli undici metri della partita e consente all’avversario di raggiungere i 78,5. Solo che io nel frattempo non ho più il +1 del gol vittoria di Perisic e mi sono fermato a 77, ergo sconfitta per 3-2 finale. Beffa delle beffe le innumerevoli discussioni su entrambi i falli fischiati da Abisso che poi hanno condotto al secondo e al terzo gol della Fiorentina.

Sono completamente smarrito, ma la squadra capisce nuovamente il momento e, come alla fine del 2018, mi regala tre vittorie e rianima le mie speranze di conquistare il podio, ormai prive di vigore. Alla ventinovesima, però, il disegno divino torna a dettare legge. Intanto ci metto del mio lasciando fuori Boga, Verdi, Milik e Gomez; poi al mio avversario il solito Dybala non prende voto e mi costringe ad attendere notizie da Sanabria, che però non gioca e così consente a Gervinho, in gol contro l’Atalanta, di subentrare. Nonostante tutto posso ancora vincere: la sera c’è Inter-Lazio e a me manca Perisic, mentre al mio avversario manca Luis Alberto. Se lo spagnolo non prende 7,5, il mio Perisic può anche prendere 2,5: tale pensiero viene disintegrato già al 13’ quando l’assist del 10 biancoceleste per il gol di Milinkovic viene messo a referto ufficialmente. L’1-1 finale mi logora, ma è già tempo di inserire la formazione per il turno infrasettimanale, purtroppo.

Fino al mercoledì sera va tutto ben oltre le mie aspettative, nonostante il mio avversario abbia Piatek e Lasagna (subentrato): infatti ho il gol e l’assist di Perisic, il +3 di Zaniolo, la doppietta di Belotti, il +1 di Milik e probabilmente anche la marcatura di Di Lorenzo dalla panchina. Commetto il grave errore di pensare che la vittoria è vicina. E anche stavolta il disegno divino mette in scena un vero e proprio capolavoro, qualcosa di inimmaginabile se non riguardasse me. Giovedi sono in programma Sassuolo-Chievo (ore 19) e Atalanta-Bologna (ore 21). La partita di Reggio Emilia non la seguo e vado a giocare a calcetto, ma il mio avversario ha Consigli, Lirola e Ferrari. Mi accorgo dei due assist di Lirola e dei due gol annullati al Chievo prima di entrare in campo, ma mi dico “vabbè, fa niente” e lascio il telefono nello spogliatoio. A fine partita controllo il telefono e prendo nota del 4-0. Dico: “Bene, non hanno segnato né Lirola né Ferrari”. Poco dopo controllo meglio e mi accorgo che il mio Giaccherini, fortunatamente lasciato in panchina, si è fatto parare un rigore da Consigli all’89’. Piombo letteralmente nella classica disperazione fantacalcistica, soprattutto nel momento in cui mi rendo conto che i punti di modificatore del mio avversario sono ben 6 avendo la media del 7 (cosa mai vista in 15 anni di Fantacalcio): infatti Consigli prende 7,5, mentre Ferrari e Lirola 7 e si aggiungono al 6,5 di De Silvestri. Non è tutto perduto però, perché attendo ancora i voti di Gollini, Palomino e Gomez. Sarebbero bastati 18,5 punti complessivi per raggiungere quota 90 e vincere 5-4. Sarebbero, appunto. Gomez esce nell’intervallo senza incidere e porta a casa un 6, Palomino 6,5, invece Gollini decide di regalare un gol agli ospiti e si ferma a 4,5, così non vado oltre i 17. Djimsiti non prende voto e quantomeno mi entra Di Lorenzo, ma la partita termina in perfetta parità (4-4, 88,5-88,5).

Ormai i miei avversari sono consapevoli della mia situazione e, senza pietà, si divertono a sparare sulla croce rossa. Così, memore di quanto accaduto neanche due settimane prima, lo sfidante della trentaduesima giornata opta per la difesa a 4 (usata rarissimamente in stagione) nella speranza di raccogliere punti grazie al modificatore e alla fine, infatti, arriverà la media del 6,5 con conseguenti tre punti. Gli segna subito Kean, che prende 7 pur senza brillare, mentre io replico con Milik. La domenica si chiude con Frosinone-Inter: Perisic segna e mi fa sperare nella vittoria, ma al 93’ Vecino, la cui prestazione nei voti live era da 5 firma l’inutile gol dell’1-3 e il suo voto si impenna a 9,5. Così il match si chiude sul 2-2 finale anche perché nel posticipo di lunedì tra Atalanta ed Empoli non si va oltre lo 0-0 e Palomino e Gomez non raggiungono neanche la sufficienza.

La condanna pressoché definitiva arriva alla trentatreesima. Gioco contro il primo: nonostante tutto, se vinco vado a meno tre punti con ancora due giornate da disputare. Ho l’intuizione (e un po’ di fattore C) di schierare Bruno Alves e Sirigu e conquisto tre punti di modificatore, ma subisco il gol di Joao Pedro. Sono ancora in vantaggio, soprattutto nel momento in cui Perisic va a segno domenica sera su assist del suo D’Ambrosio. Il lunedì di Pasquetta si apre in condizioni meteorologiche disagevoli per chi ha organizzato la classica scampagnata, ma anche chi aspetta il gol di Milik non se la passa meglio. Infatti, alla fine in attacco ho scelto Lautaro, Belotti e l’ex Ajax lasciando in panchina Mertens che poi, ovviamente, segnerà e lo farà con lo stesso fattore C che per un attimo avevo creduto fosse dalla mia parte. Al mio avversario mancano Zapata e Callejon. Lo spagnolo apre l’azione che si conclude con il gol di Mertens e tanto basta per un 6,5, ma è nel secondo tempo che il disegno divino posiziona la sua ciliegina sulla torta: Milik spreca il 2-0 che avrebbe potuto segnare pesantemente il prosieguo del match (l’Atalanta avrebbe potuto iniziare a pensare alla partita di Coppa Italia di un paio di giorni dopo) e lascia in partita i bergamaschi, che pareggiano con Zapata e si portano in vantaggio con Pasalic, abile a sfruttare l’assist del colombiano. Proprio il passaggio decisivo di Zapata permette al mio avversario di arrivare a 78,5 ribaltando il risultato per l’ennesima volta.

Primo e secondo posto diventano irraggiungibili e adesso, dopo il gol di Kolarov e la doppietta di Caicedo di questo turno, anche il terzo posto è andato. Sono stati tanti i momenti di sconforto che mi hanno fatto pensare seriamente di lasciare perdere questo gioco o di prendermi quantomeno un anno sabbatico, ma credo che alla fine la passione avrà la meglio e mi ripresenterò regolarmente ai nastri di partenza della prossima stagione. La speranza è che il conto con la sfortuna sia già stato saldato nel campionato ancora in corso. 

Alessandro - La mia Lega Fantagazzetta

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